Alla ripresa pomeridiana dei lavori, la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha messo in votazione, per parti, la mozione 123.
Per dichiarazione di voto Antonio Solinas (Pd) ha annunciato l’astensione esprimendo perplessità sui motivi che fino ad oggi hanno impedito la realizzazione dell’opera. Ha suggerito, fino alla realizzazione della struttura di Nuoro, il trasferimento temporaneo della scuola del Corpo forestale nell’ex seminario arcivescovile di Cuglieri immediatamente utilizzabile dopo due ristrutturazioni, ma attualmente chiuso.
Pietro Pittalis (Pdl) ha espresso voto favorevole del suo gruppo per le risposte date stamane in Aula dall’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi auspicando che il progetto si avvii verso una concreta realizzazione viste le tante aspettative riposte.
L’assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica Nicolò Rassu ha annunciato il voto favorevole. Sul seminario di Cuglieri ha precisato che i locali ristrutturati saranno destinati alla stazione dei Carabinieri, alla locale stazione forestale e per l’insegnamento nell’ambito del progetto sull’università diffusa.
Il capogruppo Pdl, on. Mario Diana, è intervenuto a titolo personale per dichiarare il voto di astensione. Il suo obiettivo, ha spiegato, è quello di sollecitare la Regione a decidere cosa fare del suo “straordinario patrimonio”, in particolare l’ex seminario di Cuglieri per il quale sono stati spesi ben 40 miliardi delle vecchie lire.
Voto favorevole alla mozione è stato dichiarati, a nome del suo gruppo, Daniele Cocco (Idv) convinto dalla risposta esaustiva dell’assessore Oppi.
La mozione è stata approvata con 55 voti favorevoli e 6 astenuti. Al testo originario, su richiesta del primo firmatario on. Roberto Capelli (Misto), era stata distinta la parte sulla quale si era espressa adeguatamente la Giunta. Messa ai voti, non è stata accolta: 36 i contrari, 22 i favorevoli e 4 gli astenuti.
Successivamente, la Presidente Lombardo ha chiamato in discussione il punto successivo dell’ordine del giorno, relativo alle dichiarazioni del Presidente della Regione sul problema del caro – tariffe nei trasporti marittimi da e per la Sardegna.
Dichiarazioni del Presidente della Regione sulle problematiche del caro – tariffe nei trasporti marittimi da e per la Sardegna
In apertura del suo intervento, il Presidente della Regione ha ricordato che il consiglio regionale si è occupato più volte della materia, anche con l’approvazione di specifici ordini del giorno, ed ha ripercorso la tappe più significative di una vicenda iniziata nei primi mesi dell’anno a seguito della decisione delle compagnie di navigazione di aumentare la tariffe in modo immotivato, con incrementi dal 150 al 200%.
“Nel rispetto del mandato del consiglio regionale-ha affermato il Presidente-abbiamo inviato una segnalazione all’Antitrust fin dal 26 gennaio e, il 5 e l’11 marzo, abbiamo convocato le compagnie per sollecitare un loro ripensamento sulle politiche adottate. Questo purtroppo non è avvenuto: le compagnie hanno ribadito le loro ragioni, per noi infondate, che attribuiscono i rincari all’aumento dei costi del carburante e degli oneri portuali”. Lo stesso presidente dell’autorità portuale del nord Sardegna, ha ricordato Cappellacci, ha fornito su questo punto dati inoppugnabili: rispetto al 2008 gli oneri portuali sono cresciuti di appena 1,5 euro e i costi addizionali praticati dalle compagnie sono di oltre 121 euro sulla P. Torres – Genova, a fronte di un incremento degli oneri portuali di soli 7,8 euro.
“Sul problema, in altre parole-ha proseguito il Presidente-i nostri conti danno risultati molto diversi da quelli delle compagnie e, per questo, nel mese di marzo, abbiamo presentato un secondo ricorso all’Antitrus che ha aperto una istruttoria”.
A fronte di queste iniziative, occorreva però adottare altre misure urgenti per evitare possibili gravi danni alla prossima stagione estiva. “Ed il governo regionale lo ha fatto, muovendosi in due direzioni: operando attraverso la Saremar controllata al 100% dalla regione per assicurare due collegamenti strategici per la Sardegna dal 15 giugno al 15 settembre e stanziando 2 milioni di euro per un bonus – vacanza, dai 30 ai 90 euro, destinato a quanti soggiorneranno nell’isola per almeno 3 giorni.”
“Con questi interventi-ha concluso il Presidente-non abbiamo voluto entrare a gamba tesa sul mercato come qualcuno ha detto, ma proprio ristabilire quelle normali regole di mercato che riteniamo siano state violate da altri. Auspico su questo problema un confronto sereno e costruttivo perché sono convinto che, con l’impegno di tutti e la determinazione dei sardi, possiamo superare questa fase difficile”.
La discussione generale si è aperta con l’intervento del capogruppo del Pd Mario Bruno. “Non ci metteremo di traverso a questa soluzione – ha esordito - perché riteniamo che sia un tentativo di soluzione contingente. Un tentativo – ha però precisato - di mettere una zeppa quando il problema scoppia, di fatto, in ritardo”. Secondo Bruno prima del 31 dicembre 2008 (data di scadenza della convenzione dello Stato con la Tirrenia) si sarebbe dovuto puntare sulla continuità territoriale marittima, stabilendo gli obblighi di servizio e una gara. In questo modo, si sarebbero garantite tariffe, frequenza, pluralismo degli operatori e certezza dei servizi a tutela dei passeggeri e della continuità delle merci. “Riteniamo – ha dichiarato - che la politica dei trasporti sia un argomento serio e non si possa fare come fatto in questi anni. Non solo per i tre assessori ai Trasporti ma anche per l’assenza di politiche che riguardano un servizio vitale. Voi – ha continuato - vi siete accontentai ad inizio legislatura dell’ennesima promessa di Berlusconi sull’insularità e, sulla base di questo, avete proceduto”. Un “pasticcio” – l'ha definito Bruno – che sarebbe alla base anche della mancata tariffa unica nella continuità aerea “che vi vedrà impegnati da ottobre in poi con nuove conferenze di servizio. Insomma, un fallimento totale”. Sulla situazione delle compagnie aeree, ha poi ricordato quella dei mille lavoratori a rischio di Meridiana, definendola “una delle aziende più importante per la nostra Isola, ma anche a livello italiano”, verso la quale il disinteresse del governo Berlusconi sarebbe dimostrato dalla soluzione offerta: la cassa integrazione. In merito al trasporto marittimo, Bruno ha sostenuto di rilevare un “disinteresse generale” anche per la privatizzazione della Tirrenia. “Possiamo – ha domandato - sganciare questa vicenda dall’interesse dei sardi?”. Qualsiasi giudizio sulla vicenda - ha sostenuto - non può prescindere dalla considerazione delle “evidenti lacune” delle politiche regionali. Su un punto si è detto d’accordo con il presidente delle Giunta, quando ha ricordato le motivazioni addotte dagli armatori per giustificare gli aumenti delle tariffe, trovandole anch’egli “da un certo punto di vista, ridicole e inconsistenti”. Anche se questo non giustificherebbe i “ritardi e l’assenza di strategia della Giunta regionale”, che oggi obbliga a “ fare una scommessa, in ritardo e sulle spalle dei cittadini sardi”. Bruno si augura che la scommessa alla fine abbia successo ma si domanda se fosse opportuno arrivare fino a questo punto, trasformando la politica dei trasporti in un azzardo “da roulette russa”. Accompagnare all’emergenza anche soluzioni strutturali e definitive, è il suo appello alla Giunta a cui si chiede di “realizzare una continuità marittima, individuando gli obiettivi strategici, le tariffe e le modalità di erogazione del servizio, decidendo l’entità dei finanziamenti come fatto dai primi anni ’90 in poi. Noi – ha concluso – non faremo mancare le proposte e cercheremo di accompagnare le politiche in questo senso, se queste ci saranno”.
Michele Cossa (Riformatori Sardi – Liberaldemocratici) ha sostenuto che la reazione della Giunta regionale “sia stata tempestiva e giusta. Si doveva intervenire – ha spiegato - in una situazione di emergenza, ed è stato fatto”. Secondo Cossa, infatti, venuta meno l’azione di calmieramento svolta dalla Tirrenia, è scattato un fenomeno di monopolio che non era possibile prevedere. Pur dicendosi fiducioso sugli esisti dell’indagine portata avanti dall’Antitrust, il consigliere dei Riformatori Sardi ha avanzato dei dubbi sulla capacità di reazione del “sistema a fatti estremamente gravi, come il cartello che ha cercato di imporre i prezzi” alle tratte marittime da e per l’Isola. Per questo, Cossa giudica positiva la scelta della Regione di entrare come soggetto nel libero mercato, obbligando in questo modo le compagnie private a fare i conti con altri prezzi. Occorre però arginare le possibili ricadute negative per le rotte di Cagliari e Arbatax, escluse dalla soluzione regionale. In chiusura ha posto l’accento sul costo eccessivo del trasporto merci in Sardegna - domandando al presidente Cappellacci di approfondire quest’aspetto nella sua replica – e sulle vicende del Porto Canale di Cagliari, (dove uno “strano contenzioso sta mettendo a repentaglio la movimentazione delle merci nel sud Sardegna”) - chiedendo alla Giunta “una qualche forma di intervento per evitare un’ulteriore mazzata all’economia del sud Sardegna, e di Cagliari in particolare”.
E’ di seguito intervenuto l’on. Chicco Porcu (Pd), il quale, in apertura, ha ringraziato il presidente Cappellacci per aver voluto condividere con l’Aula, celermente, quanto sta facendo la Giunta. “Condivido anche l’analisi del presidente – ha affermato - sugli effetti e sui costi che graverebbero sulle famiglie che vogliono venire in Sardegna, ma condivido anche le prese di distanze da alcune soluzione che avrebbero distolto da percorsi più virtuosi: la Regione deve svolgere il ruolo di regolatore e garantire i diritti dei sardi, e non agire come un privato. Quindi sono d’accordo quando il presidente Cappellacci dice che la Regione è dovuta diventare armatore soltanto per questa situazione d’emergenza”. Porcu non ha però risparmiato critiche alla Giunta, che non doveva arrivare all’emergenza, perché quanto sta accadendo era prevedibile già da quando è stata decisa la privatizzazione della Tirrenia. “La Tirrenia ha svolto una funzione calmieratrice. Questa crisi era latente e si sapeva che sarebbe esplosa nel momento in cui Tirrenia non avrebbe più svolto questo ruolo. La Regione sarebbe dovuta essere parte attiva nel controllo della privatizzazione Tirrenia per garantire la continuità marittima alla Sardegna e garantire i diritti dei sardi”. L’esponente del Pd ha proposto anche la sua soluzione: “Si poteva partire dal 2009 e onerare le rotte con un bando, garantendo quella tariffa di 50 euro come si fa per la continuità aerea. Apprezzo, presidente Cappellacci, quanto ha deciso di fare per l’emergenza, ma l’emergenza è frutto dell’inerzia della sua gestione.
Bisogna - ha proseguito l’on. Porcu - stare attenti anche alla politica degli annunci: il peggior danno che possiamo fare a un turista è non mantenere le promesse, danneggiando l’immagine della Sardegna. Oggi è 5 maggio e non ci sono i desk dove richiedere e ottenere il bonus vacanze. Non è esigibile. Attenzione anche alle date per la partenza del servizio: prima il primo giugno, poi il 15 giugno, bisogna pensare a quali possono essere le ripercussioni sul mercato. Spero di sbagliarmi e spero che il 15 giugno sia possibile imbarcarsi su una nave Saremar”. Porcu ha, infine, esortato il presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, a illustrare al Consiglio regionale come la Regione intenda andare avanti una volta superata l’emergenza: “La Regione non può fare l’armatore e Saremar non è una soluzione di lungo periodo”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, ha poi dato la parola a Roberto Capelli (Gruppo Misto), il quale ha definito quanto sta facendo la Regione “piccoli armatori crescono”. “L’iniziativa intrapresa dalla Giunta mi piace vederla come una sperimentazione. C’era anche un ordine del giorno poi ritirato, perché molti erano contrari, che già parlava di flotta sarda. Oggi cerchiamo di trovare l’unità, visto che gli armatori privati fanno cartello e cercano di determinare l’utile maggiori, non hanno certo a cuore il bene della Sardegna e dei sardi. Mi dispiace ricordare – ha proseguito l’on. Capelli - però che tra quelli ci sono armatori che noi abbiamo sponsorizzato ed evidentemente non lo meritavano. Dobbiamo porre rimedio anche a un altro errore del passato: quello di esserci caricati nel bilancio regionale l’intero onere la continuità territoriale, 3 miliardi, che deve essere, secondo me, a carico dello Stato”. Capelli ha poi proseguito elogiando quando deciso dalla Giunta regionale: “Sono assolutamente favorevole a sostenere questa iniziativa sperimentale, prestando però attenzione anche ad altri settori, come il commercio e l’artigianato, in particolare per quanto riguarda il trasporto merci. Anche le piccole e medie imprese sono penalizzate come le famiglie e visto che è previsto il bonus per le famiglie, cerchiamo un modo anche aiutare il trasporto merci, che dovrebbe godere di maggiore attenzione”.
L’esponente del Gruppo misto ha anche ricordato che nei primi anni ’90 un gruppo di piccoli imprenditori sardi avevano già sperimentato il trasporto veloce e allestirono la tratta La Caletta-Civitavecchia. “In 30 giorni trasportò 40mila passeggeri, ma fu poi boicottata dalla Tirrenia”. Per Capelli ci dovrebbe essere collaborazione anche da parte degli operatori economici del settore, che favoriscano il turismo con pacchetti concorrenziali. Non solo. Capelli ha anche, velocemente, cercato di illustrare alla Giunta che puntando sui servizi da offrire sulle navi, come ristorazione, bar, edicole e sala giochi, oltre all’affitto di spazi pubblicitari interni alle navi, la Regione avrebbe la possibilità di sostenere economicamente questa iniziativa.
L’unica richiesta aggiuntiva fatta dall’esponente del Gruppo Misto è stata di inserire tra le tratte anche Tortolì-Arbatax. “Certo bisognerà vedere i costi – ha detto - e vedere se siamo nei tempi. Ma cerchiamo di inserire anche questa tratta nella sperimentazione perché copre un territorio dove c’è un’importante presenza di turisti”. Capelli ha poi concluso: “Ritengo importante e condivisibile l’iniziativa e la velocità con la quale si è cercato di intervenire, e se domani, per qualche motivo non riuscisse a ottenere i risultati sperati, a meno che non sia per inefficienza dell’Amministrazione, non muterò la mia soddisfazione di oggi”. (Segue)