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‘Un patto scellerato tra Fini e magistrati’

E' il premier a fare la prima mossa e nel corso di una manifestazione elettorale a sostegno del sindaco di Milano Letizia Moratti, ribadendo la ferrea volontà di non mollare, di andare avanti, e lanciando l'ennesimo attacco alle "cellule rosse" presenti nella magistratura. Quindi l'affondo contro il presidente della Camera che, a suo dire, in accordo con alcuni giudici avrebbe stoppato ogni provvedimento sulla giustizia.

Un'accusa che il leader dei futuristi respinge sdegnato al mittente affidando ad una nota al vetriolo la replica: "L'escalation di quotidiane menzogne di Berlusconi non e' piu' tollerabile", attacca Fini che invita il Cavaliere a provare con i fatti le sue parole accusandolo di "non sapere cosa sia la parola vergogna".

Il Cavaliere torna su quanto detto ieri: 'guerra' alla "magistratura politicizzata" che insieme all'opposizione "tenta e tenterà ancora l'eversione". Nella schiera dei 'nemici' c'è poi posto per l'ex alleato. L'accusa di aver siglato un patto con i giudici il Cavaliere l'aveva già tirata in ballo in modo generico in altre occasioni, questa volta pero' Berlusconi ne fornisce i dettagli dicendo di "aver saputo tutto da un magistrato" che lo ha "informato dell'accordo" siglato dalla terza carica dello Stato.

Parole che scatenano l'ira del leader di Futuro e Liberta': "Lo sfido a dimostrare quel che dice - attacca - faccia il nome del magistrato che glielo avrebbe detto, e fornisca le prove a sostegno delle sue parole: se non rispondera', cosa di cui sono certo, gli italiani avranno la prova che non sa cosa significhi la parola vergogna".

Nella lista ci sono i giornali e i programmi tv come Annozero e Ballarò, che lo "azzannano continuamente". Cosi' come l'opposizione che "cerca di dare una spallata al governo". Ma l'affondo più duro è sempre per i Pubblici ministeri, in particolare quelli della procura di Milano: "Le accuse su cui si basano i miei processi e sostenute dalla cellula rossa dei pm sono assolutamente infondate, l'ho giurato sulla testa dei miei cinque figli e sui miei nipoti", e' l'attacco del Cavaliere che rilancia ancora una volta la riforma della giustizia insieme alla riforma della legge sulle intercettazioni ( bollate come "una cosa immonda e non degna di uno Stato libero").

L'affondo prosegue poi contro la Corte Costituzionale che "da organo di garanzia è diventato un organo politico la cui maggioranza e' composta da giudici di sinistra" colpevoli di aver bocciato "il lodo Schifani, il lodo Alfano ed il legittimo impedimento" consentendo che il capo del governo "finisse in pasto ai Pm di sinistra". 

Berlusconi definisce "un errore" l'abrogazione dell'immunità parlamentare, forse - dice -"il più grave errore commesso dalle precedenti maggioranze".  E ha  una certezza totale: "Il berlusconismo non e' al tramonto".

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