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Gheddafi addio, l’Italia riconosce i ribelli

L'Italia riconosce il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), come unico interlocutore e non esclude l'eventualità di fornire armi ai ribelli. Questo l'esito dell'incontro svoltosi alla Farnesina tra il ministro degli Esteri Franco Frattini e il responsabile per la politica estera del Consiglio nazionale di transizione libico, Ali al Isawi.

Secondo Frattini "non sono credibili le proposte per uscire dalla crisi" del colonnello Muammar Gheddafi, illustrate dal suo emissario ad Atene: il responsabile della Farnesina sottolinea inoltre come "l'immigrazione illegale è usata come un'arma da Tripoli". Frattini assicura poi che verranno utilizzati "voli italiani per trasportare i feriti dall'ospedale di Misurata e una nave ospedale".

I ribelli libici, intanto, hanno raggiunto un accordo con il Qatar per ricevere armi e sono in trattativa con l'Egitto in questo senso. Lo hanno riferito fonti del Consiglio nazionale transitorio (Cnt). Le stesse fonti hanno lamentato un "totale peggioramento della situazione" da quando la Nato ha assunto il comando delle operazioni militari contro le truppe di Muammar Gheddafi. "Non crediamo nella Nato, non crediamo in una Libia divisa", hanno detto alcuni membri del vertici del Consiglio.

Gli insorti libici hanno respinto le forze di Gheddafi fuori dalla città di Brega. Lo riferiscono fonti interne ai ribelli precisando che l'esercito fedele al leader libico si trova adesso fuori dalla porta ovest della città petrolifera. 
Nelle scorse settimane la città di Brega, nella parte est della Libia, è passata di mano diverse volte.  

Un ex detenuto di Guantanamo ha assunto un ruolo guida nell'opposizione militare alle forze fedeli al Colonnello Muammar Gheddafi in Libia. Reclute ribelli nella città di Derna vengono addestrate ad Sufyan bin Qumu, un
libico catturato in Afghanistan e detenuto per sei anni nella base prigione dell'amministrazione Bush a Cuba.

Con Qumu - scrive oggi il Daily Telegraph - sarebbe tra i comandanti dell'insurrezione anche Abdel Hakim al Hasidi, anche lui arrestato dopo l'invasione dell'Afghanistan e consegnato alla Libia due mesi più tardi. Entrambi sarebbero stati liberati dalle prigioni libiche nel 2008 come parte del processo di riconciliazione di Tripoli con gli islamisti presenti nel paese.
Qumu, che ha 51 anni, era stato accusato dal governo americano di aver lavorato come camionista per una società di proprietà di Osama bin Laden e come contabile per un gruppo filantropico accusato di collegamenti terroristici.
Ai primi di marzo, all'inizio della rivalità, Gheddafi aveva denunciato la presenza di un ex di Guantanamo tra i ribelli e sostenuto che "si è autoproclamato emiro di Derna".