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Sanità penitenziaria sarda: Sdr, presidente cappellacci dia sveglia a consiglio ministri

“Una vicenda vergognosa che umilia la Sardegna. Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci faccia sentire la sua voce, altrimenti ancora una volta la sanità penitenziaria resterà al palo”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” sottolineando che “l’emergenza sanitaria per i detenuti non trova soluzione per l’incapacità del Consiglio dei Ministri di assumere una determinazione ormai non più rinviabile”.

“La Presidenza della Regione esca dal letargo – sottolinea Caligaris – richiamando il rispetto della Costituzione e dei diritti dei cittadini privati della libertà oltre che dei Medici e degli infermieri impegnati nel garantire un servizio. L’assessore Antonello Liori sostiene che è stato fatto tutto il dovuto dal Consiglio regionale ma la voce del Governatore su questo tema non si percepisce. Non è più tempo di palleggiarsi le responsabilità ma di restituire dignità e senso a chi si trova in stato di detenzione nei 13 Istituti penitenziari dell’isola”.   

“E’ evidente – rileva la presidente di SdR – che non si può stare ad aspettare le comodità di coloro che non vivono la drammaticità di avere un parente ospite di una struttura penitenziaria. La situazione risulta più delicata e rischiosa in realtà come Buoncammino dove la presenza di un Centro Diagnostico Terapeutico, con una trentina di posti per detenuti con gravi patologie, richiede un’attenzione speciale. Deve essere infatti garantito un costante monitoraggio per evitare che da condizioni croniche si passi a situazioni critiche con necessità urgenti di ricoveri in ospedale quando non sono sufficienti neanche gli Agenti di Polizia Penitenziaria per i piantonamenti”.

“Chiedere tempestività al Governo è quindi necessario ma occorre anche – osserva Caligaris – che vengano attivate quelle azioni preliminari che consentano di attuare concretamente il passaggio della sanità alle Aziende Sanitarie Locali. Non si comprende perché non sia stato ancora convocato un tavolo di concertazione tra Regione e Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, peraltro a tutt’oggi senza un responsabile. E’ urgente definire i referenti per ciascuna ASL individuando il punto di riferimento per ogni specialistica. Per Cagliari-Buoncammino si può pensare a una corsia preferenziale per le urgenze e alla definizione del servizio di Guardia Medica”

“A furia di lasciare in alto mare la questione delle professionalità mediche e infermieristiche che da decenni prestano servizio nel carcere c’è il serio rischio – conclude la presidente di SDR – che la barca affondi. La sanità penitenziaria riguarda in Sardegna direttamente circa 2.300 detenuti, alcune centinaia di medici e infermieri, condiziona pesantemente la vita degli Agenti di Polizia Penitenziaria e dei familiari dei ristretti. Bisogna interrompere l’abitudine di aspettare la manna dal cielo”. Red