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Smentita ufficialmente da avvocato e padre di Ruby la mancata registrazione all’anagrafe della ragazza.

M'Hammed El Mahroug, nega recisamente che la figlia abbia un'età diversa da quel che si è sempre detto. «Non è vero... parla con l'avvocato». «Non è vero che sia stata registrata all'anagrafe due anni dopo la nascita - conferma il suo avvocato Venera Scrima - lo dico senza esitazione perché ne ho parlato col padre di recente. Karima è diventata maggiorenne quattro mesi fa».

La rivelazione smentisce con decisione la storiella-barzelletta pare, raccontata l'altro ieri dal premier sull'età della Ruby. Che dalle sue azioni traspare il goffo e disperato  tentativo di far figuare la maggiore età della marocchina per non incorrere nei rigori della legge che essendo lui, al momento intoccabile, non è in galera come sarebbe lo sarebbe stato un normale cittadino dove, accusato di un tale reato, sarebbe poi incorso nelle 'sanzioni' degli altri detenuti che non amano mai che si approfitta dei minori. Sia di sesso maschile che femminile.

«La voce girava da giorni - spiega - qualcuno mi aveva pure chiesto e io ho informato il padre che smentisce categoricamente. Probabilmente l'avvocato Ghedini fa riferimento ad usanze che in Marocco esistevano 50 anni fa, ma non in questo caso». E poi, si interroga il legale, perché i genitori avrebbero dovuto ingannare carabinieri e giudici ancora prima che Karima diventasse la Ruby dello scandalo col premier? «Per quattro anni - dice - i genitori si sono rivolti alle nostre istituzioni. In tribunale hanno accettato anche la richiesta della figlia di non tornare a casa purché restasse in una struttura protetta. Era affidata ai servizi sociali. Piuttosto bisogna interrogarsi sul perché nessuno l'abbia protetta».

È quel che si chiede anche il padre che ha scritto una sorta di appello denuncia: «Voglio che si faccia luce sull'operato di quanti, comprese le forze dell'ordine, avendo in carico le sorti di Karima non hanno saputo proteggerla lasciando che, pur essendo ricercata e quindi ben nota alle stesse forze dell'ordine, fosse tranquillamente avviata alla prostituzione». Al legale il padre di Karima racconta di sentirsi «un uomo in lutto» e per questo ha esposto i drappi neri alle finestre. «Non ho la forza di tornare in Marocco - ha confessato - perché non saprei come guardare in faccia la mia anziana madre». E si difende: «Non è vero che maltrattavo mia figlia, non le ho mai lanciato l'acqua bollente.

La cicatrice alla testa risale a quando aveva un anno. Io non sono come mi ha descritto e ancora oggi se tornasse l'accoglierei a braccia aperte». Intanto Ruby, da Vienna, ironizza: «Berlusconi non ha visto il mio certificato di nascita, dovrebbe chiedere a mia madre». 

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