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Riecerca Eurispes: Il presidente Napolitano e giudici su e Berlusconi e la sua presunta erede Marina in fondo

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, piace sempre di più agli italiani e la fiducia nei suoi confronti, stando ai dati rilevati dall'Eurispes per la stesura del Rapporto Italia 2011, nell'ultimo triennio è in costante crescita. Secondo la ricerca, la fiducia nei confronti del presidente "passa dal 62,1% del 2009 al 67,9% del 2010 sino a raggiungere il 68,2% di quest'anno. A quanto risulta, il trend non ha subito interruzioni e ciò segnala come la funzione del capo dello Stato sia andata consolidando il proprio posizionamento nella considerazione degli italiani". Bene anche la fiducia nei confronti della magistratura. È in aumento, infatti, il numero dei cittadini che apprezza il lavoro dei giudici che, per la prima volta dal 2004, torna a superare il 50% dei consensi. Ma se il presidente e i magistrati guadagnano terreno, non altrettanto favorevoli sono i dati relativi alle istutuzioni. Due italiani su tre non si fidano, tanto che la 'sfiducia' in un anno è cresciuta del 22%, attestandosi al 68,5%. È il dato più alto dal 2004. La rilevazione, realizzata tramite questionario, ha riguardato 1.532 cittadini ed è stata conclusa a metà gennaio 2011. I risultati della ricerca saranno presentati dal presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, venerdì 28 gennaio 2011, alle ore 11,00, presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma

Il presidente Napolitano, stando ai dati raccolti, ha ormai conquistato un largo apprezzamento che è oltretutto equamente distribuito sia sul piano geografico (le diverse aree presentano infatti una sostanziale omogeneità di gradimento) sia sul piano anagrafico: infatti, sia pure con una flessione nella fascia d'età tra i 18 e i 24 anni e quella tra i 25 e i 34, rispettivamente 19,1% e 18,9%, nel segnalare la massima fiducia il campione si esprime con conformità. Dai rilievi dell'Eurispes emerge, poi, che il capo dello Stato ha il sostegno anche dagli intervistati che dichiarano di essere di centro (66,7%), di destra (61,7%) o di non riconoscersi in nessuna area politica (69,1%).

Tocca il 53,9%, con un ulteriore aumento rispetto all'anno precedente di 6,1 punti percentuali, la fiducia dei cittadini italiani nei confronti della magistratura. Dal 2004, anno nel quale si esprimeva un livello di fiducia del 52,4%, il trend della fiducia accordata ai giudici è stato sempre positivo, fatta salva una flessione nel 2006 (38,6%) e nel 2007 (39,6%). Sono più fiduciosi gli uomini (56,6%) delle donne (51,4%) e gli appartenenti alla fascia degli ultra 65enni (59,7%), seguiti da quelli tra i 45 e i 64 anni (58%). Con il ridursi dell'età diminuisce anche il grado di fiducia: il 52,7%. Tra i 35-44enni, il 50,3% tra i 25-34enni e, in discesa sotto il 50%, il 44,9% dei giovani tra i 18 e i 24 anni. Gli appartenenti all'area di sinistra (75%) e di centro-sinistra (71,1%) esprimono il più alto livello di fiducia seguiti da coloro che si dichiarano di centro (56,2%). Meno consistente è invece il livello di fiducia espresso al centro-destra (37,2%), a destra (31,9%) e da chi non si riconosce in nessuna area politica (45%).

Scende in picchiata l'apprezzamento degli italiani per le istituzioni. Secondo i rilievi, solo il 2,2% degli italiani dichiara che la propria fiducia è aumentata nel corso dell'ultimo anno, mentre per il 68,5% è diminuita e per il 27,5% è invece rimasta invariata. Dal 2004, il dato del 2011 è, in assoluto, il più alto sul fronte della sfiducia e il più basso su quello della fiducia. L'aumento dei delusi passa dal 45,8% del 2010 al 68,5% del 2011 e segna un incremento che supera il 22%. Difficile attribuire le cause di questo tracollo a motivazioni specifiche. Questo risultato, spiega l'Eurispes, potrebbe essere imputato ad un insieme complesso di fattori che in buona misura può coincidere con il senso di insicurezza generale provocato da una crisi economica che fa sentire il proprio peso sulla qualità complessiva della vita dei cittadini; da un senso di generale insicurezza e di timore per il futuro; dalla litigiosità dei partiti e dallo scontro continuo tra le istituzioni e i poteri dello stato.

Per il sondaggio dell'Eurispese solo 7 italiani su 100 ancora accordano fiducia alle formazioni politiche strutturate. "È una caduta che ha origini lontane e che sembra non debba arrestarsi", spiega il rapporto. Solo per citare gli ultimi dati: si passa dal 12,8% del 2009 al 12,1% del 2010 e si assiste infine al crollo, segnalato quest'anno, al 7,1%. "Dati che confermano, casomai ve ne fosse stato bisogno- si legge ancora- l'allontanamento dei cittadini da quelli che dovrebbero essere gli strumenti essenziali della democrazia".