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Il padrone delle ‘ferriere’ minaccia: “Mirafiori salta se non passa referendum”

Debutto positivo per Fiat Industrial in Piazza Affari, la società scissa da Fiat spa che raggruppa le attività nei camion (Iveco), macchine agricole e movimento terra (Cnh): il titolo ha chiuso le contrattazioni del primo giorno di quotazione in crescita del 3,05% a 9 euro netti. Ancora meglio ha fatto Fiat spa, che è salito del 4,91% a 7,02 euro segnalandosi come il miglior titolo del paniere principale della Borsa di Milano.

Il listino generale di Piazza Affari ha chiuso in crescita dell'1,30% e sono forti i titoli dell'auto in tutta Europa, spinti da Porsche, salita di circa il 15% dopo che negli Stati Uniti è stata rigettata una causa da due miliardi di dollari contro la casa tedesca.

Nel 2010 Fiat Group Automobiles ha segnato in Italia una quota di mercato del 30,06%, in calo rispetto al 32,77% registrato nel 2009. Nel solo mese di dicembre, invece, la quota del gruppo torinese si e' attestata al 29,67%, in calo rispetto al 31,58% segnato a dicembre 2009.

Per quanto riguarda le quote sei singoli brand, Fiat a dicembre si attesta al 22,42% dal precedente 24,92% e nel bilancio d'anno e' al 22,98% contro il 25,46% del 2009.

Alfa Romeo a dicembre si attesta al 2,93% rispetto all'1,95% di dicembre 2009 e nel 2010 registra una quota al 2,65% rispetto al 2,56% del 2009.

Lancia, infine, a dicembre si attesta al 4,32%, dal 4,71% di dicembre 2009 e nel 2010 segna una quota del 4,43% contro il 4,75% del 2009.

Il padrone delle ‘ferriere’ minaccia: “Mirafiori salta se non passa referendum”

Il novello padrone delle 'ferriere' fiat non si smentisce e minaccia nuovamente: Il referendum tra il personale interessato dal nuovo accordo di Mirafiori  non passa salta tutto. E tra una minaccia e l'altra oggi  è stato primo giorno della doppia Fiat in Borsa. Infatti, Fiat Auto ha avviato le quotazioni a Piazza Affari scambiando a 6,95 euro per azione. La parte Industrial del Gruppo del Lingotto ha scambiato invece in apertura a 9,025 euro. Buoni gli scambi, con volumi per 5,3 milioni di pezzi su entrambi i titoli. Entrambi i titoli hanno subito uno stop dopo l'apertura per eccesso di volatilità, per poi riprendere le quotazioni. Ma oltre al giorno della Fiat è stato anche il giorno dell'Ad del Lingotto Sergio Marchionne che nel suo discorso in Borsa ha chiarito: «Se non passa il referendum salta l'investimento di Mirafiori».

«Se il referendum di Mirafiori - ha proseguito - raggiungerà il 51% andremo avanti con il nostro progetto. La gente si deve impegnare a fare le cose. La Fiat non ha lasciato fuori nessuno - ha detto ancora Marchionne - se qualcuno ha deciso di non firmare, non significa che io abbia lasciato fuori qualcuno. La Fiat ha bisogno di libertà gestionale e non può essere condizionata da accordi che non hanno più senso». «La Fiat è capace di produrre vetture con o senza la Fiom» ha chiosato l'Ad del Lingotto.

 «È veramente offensivo il fatto che bisogna vedere i punti specifici del piano di Fabbrica Italia» ha aggiunto Marchionne. «Non ho chiesto allo Stato, ai sindacati di finanziare niente - ha proseguito il manager - è la Fiat che sta andando in giro per il mondo a raccogliere i finanziamenti necessari per portare avanti il piano. Andate in giro, voi e i sindacati, a raccogliere i soldi». «Chiedere a Fiat di svelare i dettagli del piano - ha quindi rincarato Marchionne - lo trovo ridicolo. Vogliono vedere il resto degli investimenti? Ma che scherziamo?». «Sono appena tornato dal Brasile, dove ho inaugurato con l'ex presidente Lula una fabbrica a Pernambuco - ha ricordato -, non si sarebbe mai permesso qualcuno in Brasile di farsi dare i dettagli dell'investimento: non lo fa nessun altro paese del mondo. Smettiamola di comportarci da provinciali - ha poi affermato -, quando serviranno gli altri 18 miliardi del piano li metteremo».

 «Abbiamo il dovere di stare al passo coi tempi e di valorizzare tutte le nostre attività» ha spiegato ancora Marchionne. «Di fronte alle grandi trasformazioni in atto nel mercato - ha detto Marchionne - non potevamo più continuare a tenere insieme settori che non hanno nessuna caratteristica economica e industriale in comune. Questo è un momento molto importante per la Fiat, perché rappresenta allo stesso tempo un punto di arrivo e un punto di partenza». Il risultato della gestione ordinaria di Fiat Industrial «aumenterà in modo significativo, con un target di 3,3 miliardi di euro nel 2014