In visione della stagione di pesca del corallo rosso in Sardegna, l’assessore regionale dell’Agricoltura, Mariano Contu, nella giornata di mercoledì ha firmato il decreto che ne stabilisce il periodo e le norme di prelievo: la pesca inizierà il primo maggio per poi concludersi il 15 ottobre e sarà consentita a profondità non inferiori a 80 metri; sarà vietata nelle aree marine protette, nei parchi nazionali e regionali e in altre zone, specificate nel decreto che sarà pubblicato sul sito della Regione, e potrà essere esercitata unicamente dai titolari dell’autorizzazione regionale, esclusivamente mediante l’uso della piccozza.
"Anche per questa stagione abbiamo il conforto delle indagini sullo stato di sfruttamento del corallo svolte dal Dipartimento di Biologia animale dell’Università di Cagliari, che attestano come la risorsa sia in buona salute – ha spiegato l’assessore Contu – e confermano una sostanziale condizione di equilibrio con l’attuale sforzo di prelievo". Il provvedimento stabilisce il numero massimo di 30 autorizzazioni: i pescatori in possesso dei requisiti potranno presentare la domanda entro e non oltre il prossimo 8 aprile.
"Ma il 2011 - aggiunge l’assessore - sarà un anno di altre importanti novità, sia sul fronte della tracciabilità del prodotto che sulla formazione dei corallari del domani. Secondo quanto deliberato dalla Giunta di recente, saranno promosse tutte quelle azioni che consentano di individuare e riconoscere le partite di corallo rosso raccolte nel mare territoriale in tutte le fasi della produzione, fino alla vendita". A questo proposito, assieme all’Autorità marittima, saranno designati gli idonei porti di sbarco vicini alle principali aree di pesca utili per l’etichettatura del corallo di ogni zona.
Novità anche per quanto riguarda la formazione professionale degli operatori: assieme all’assessore del Lavoro, Franco Manca, una volta individuate le linee di finanziamento disponibili, saranno infatti definite tutte le procedure necessarie all’ottenimento di una qualifica abilitante, con l’obiettivo di far partire dei corsi professionali e in modo da favorire il ricambio generazionale. Questo per sopperire ad alcune mancane: non esiste infatti uno specifico brevetto che qualifichi gli operatori a svolgere la pesca del corallo, attività che per le elevate profondità in cui viene svolta (tra gli 80 e i 140 metri) espone i pescatori a non pochi rischi. Red.