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Aree minerarie dismesse: suoli, normativa e bonifiche. Una nuova base di conoscenza per il futuro.

Cagliari, 27 Giu 2025 - “Suoli, normativa e bonifiche in aree minerarie dismesse” è il titolo della tavola rotonda realizzata nell’ambito del progetto regionale per la determinazione dei Valori di Fondo (VDF) nei suoli e nelle acque sotterranee delle aree minerarie dismesse della Sardegna. All’evento ha partecipato anche l’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi; l’incontro ha visto inoltre la partecipazione di rappresentanti istituzionali, esperti ISPRA, tecnici ARPAS, ricercatori universitari e funzionari della Commissione Europea. Un confronto ricco e qualificato, che ha messo al centro il contributo della ricerca scientifica e della cooperazione interistituzionale nella costruzione di basi conoscitive solide, essenziali per la tutela ambientale e la rigenerazione dei territori.

“Parlare oggi di bonifiche significa parlare di conoscenza, dati e strumenti tecnici in grado di restituire verità ambientale ai nostri territori. Il progetto VDF è un esempio virtuoso di come la Regione possa operare in sinergia con il mondo della ricerca e con le sue agenzie tecniche per restituire trasparenza, certezza normativa e visione strategica”, ha dichiarato l’assessora Laconi.

Il progetto, finanziato dall’Assessorato dell’Ambiente, ha permesso il campionamento di 2.500 suoli e 250 acque sotterranee in 151 aree minerarie dismesse (AMD); la definizione dei valori di fondo naturale (VFN) e antropico (VFA) utili a distinguere la contaminazione effettiva dalle condizioni geochimiche naturali; l'elaborazione di un WebGIS regionale in continuo aggiornamento, destinato a ospitare il futuro Atlante regionale dei valori di fondo; il completamento di oltre l'80% delle elaborazioni previste entro giugno 2025, con validazione da parte del Ministero dell’Ambiente per le zone "Arenas" e "Rosas" nel SIN Sulcis-Iglesiente-Guspinese e il completamento della messa in sicurezza d’emergenza nel sito di Nuraxi Figus (Carbosulcis), grazie all’approvazione definitiva dei parametri delle acque sotterranee.

Lo studio ha prodotto una base informativa solida e capillare. Sono oltre 61.500 le stazioni di campionamento e 285.000 le analisi chimiche effettuate, confluite in un database georeferenziato consultabile attraverso una piattaforma WebGIS in fase di completamento. I dati, aggregati in 55 zone omogenee, hanno già consentito di proporre l'esclusione di alcune aree dalla categoria di siti contaminati, grazie alla dimostrazione dell'assenza di contaminazione oltre soglia. Particolarmente significativi i risultati per la ZONA 13 ROSAS, dove si sono registrati valori di piombo e arsenico attribuibili al contesto geochimico locale e non a inquinamento puntuale. Analisi aggiornate e validazioni sono attese anche per le acque sotterranee dell’area Iglesiente-Fluminese-Arburese, con elaborazioni in fase conclusiva.

Il progetto VDF non rappresenta soltanto un avanzamento tecnico, ma costituisce una vera e propria infrastruttura conoscitiva regionale. I dati raccolti e le metodologie sviluppate consentiranno alla Regione e agli enti competenti di migliorare la gestione dei procedimenti di bonifica, riducendo tempi e contenziosi. Distinguere in modo oggettivo tra inquinamento e condizioni geogeniche e pianificare gli interventi su basi più solide, con ricadute positive anche per le comunità e per le imprese. La Sardegna si conferma così laboratorio avanzato di conoscenza e innovazione per la bonifica sostenibile, con un patrimonio di dati e competenze che potranno essere messi al servizio anche di altri contesti nazionali ed europei.

La Regione ha ora la possibilità di compiere un ulteriore passo strategico. In questa direzione si colloca la proposta progettuale Fondass (Fondo Naturale delle Acque Sotterranee e dei Suoli della Sardegna), presentata da ARPAS e attualmente in fase preliminare di valutazione tecnica e programmatica. Si tratterebbe di un progetto ambizioso, con una durata stimata di quattro anni e una previsione di investimento pari a 4,6 milioni di euro, che potrebbe rappresentare un salto di scala fondamentale per dotare la Sardegna di una mappatura completa dei valori di fondo naturali, a beneficio della pianificazione territoriale, della tutela ambientale, della prevenzione del contenzioso e della valorizzazione sostenibile delle risorse locali. Com

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