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Legge 194: la Sardegna come la Sicilia. Di Nolfo: “garantire l’interruzione volontaria di gravidanza è un dovere etico”.

Cagliari, 23 Giu 2025 - La legge 194 del 1978, che in Italia disciplina l'interruzione volontaria di gravidanza, da anni si scontra con la moltitudine di medici e paramedici obiettori e negli ospedali pubblici spesso è impossibile esercitare il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza. Recentemente la regione Sicilia ha approvato una norma che mira a garantirne la piena attuazione: questa prevede l'obbligo per le strutture ospedaliere pubbliche di assumere personale medico e sanitario non obiettore di coscienza, al fine di assicurare alle donne il diritto all'aborto, come sancito dalla legge 194.
La norma siciliana, quindi, obbliga gli ospedali pubblici a creare aree dedicate all'IVG e a bandire concorsi specifici per l'assunzione di personale non obiettore, con l'obiettivo di garantire un servizio completo e accessibile a tutte le donne che necessitano di interrompere una gravidanza.
Il consigliere regionale Valdo Di Nolfo ha scelto di porre l'attenzione della propria attività politica sul tema complesso e centrale del diritto all’aborto: «Sulle orme di quanto fatto dalla Regione Sicilia, che ha normato l'annosa questione dei medici obiettori di coscienza, voglio approfondire con attenzione la questione della legge 194 in Sardegna. Ma prima di qualsiasi azione politica ritengo sia necessario e giusto avere il quadro completo della situazione con tutti i dati che permettano una corretta lettura della situazione in Sardegna».

«Per questa ragione - spiega - ho inviato una richiesta di informazioni sulla base dell’articolo 105 del Regolamento del Consiglio regionale all'Assessorato Regionale all'igiene, sanità e assistenza sociale per avere una lettura esaustiva del quadro completo della nostra isola. In particolare chiedo non solo i numeri di IVG per Asl e quelli dei medici obiettori ma anche una stima dei consultorio pubblici presenti sul territorio, i punti IVG e quali di questi effettuano la procedura farmacologica con relativa percentuale di fruizione del servizio».
«Come sancisce la legge 194, approvata nel 1978 grazie alle lotte a lungo portate avanti dai movimenti femministi, il diritto all'aborto è un diritto inalienabile di tutte le donne e, contrariamente ai venti conservatori che spirano nel mondo e ai tanti comitati pro vita che occupano i consultori in questa ondata di governo di destra, è nostro dovere garantirne la piena attuazione» conclude Di Nolfo. Com

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