Cagliari, 31 Lug 2019 - La situazione era ormai divenuta insostenibile per una giovane donna cagliaritana, madre di tre figli minori, abitante nel quartiere cittadino di Genneruxi che dal giugno 2017 veniva quotidianamente maltrattata dal suo compagno brasiliano, di 35 anni, sottoponendola ad ingiurie minacce anche di morte, percosse, assumendo nei suoi confronti atteggiamenti possessivi dettati dalla gelosia attraverso il controllo delle sue frequentazioni e delle chat sul suo cellulare; condotte poste in essere anche in presenza dei figli minori.
Quindi la povera vittima e purtroppo una delle tantissimi moglie o compagne che in questi ultimi anni vengono sottoposte a maltrattamenti da persone indegne di appartenere al genere umano e alla categoria dei maschi, oramai disperata ed esausta ha preso il coraggio a due mani senza pensare alle conseguenze, ha deciso di porre fine alla loro relazione, cosa peraltro mai accettata dal compagno tanto che la giovane mamma aveva modificato le proprie abitudini di vita così da lasciare l’abitazione di residenza temendo per la propria incolumità e quella dei suoi figli ed in effetti il 29 giugno scorso, l’uomo ha fatto fuoriuscire del gas cercando di saturare l’ambiente della abitazione familiare, dove si trovava in solitudine, con il concreto pericolo che l’immobile esplodesse.
L’attività d’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica nella persona del dott.ssa Ginevra Grilletti e svolta dalla sezione “reati contro la persona” della Squadra Mobile della Questura di Cagliari, ha consentito di acclarare la responsabilità dell’indagato in ordine a condotte reiterate di maltrattamenti poste in essere ai danni della propria convivente in un periodo decorrente dal giugno del 2017 sino all’ultimo episodio appena descritto.
Quindi ieri gli investigatori della Mobile dopo avere rintracciato l’indagato presso la stazione ferroviaria di via Roma, ha provveduto a notificargli la misura restrittiva della custodia cautelare presso il carcere di Uta.
Continua costante, d’intesa con la locale Procura della Repubblica, l’attività di contrasto della Polizia di Stato in tema di reati contro le c.d. “fasce deboli”.