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Operazione “Diablo” – “2°Tempo” dei carabinieri del Comando provinciale di Nuoro.

Nuoro, 10 Dic 2018 - Quest’oggi, ad Arzana Lotzorai, in provincia di Nuoro e ad Uta (Ca), i carabinieri dell’Aliquota Operativa e della Squadriglia della Compagnia cc di Lanusei, della Stazione e della Squadriglia Carabinieri di Arzana, Santa Maria Navarrese congiuntamente al personale del Commissariato di P.S. di Lanusei (Nu) e del N.I.P.A.F. dell’Ispettorato Forestale di Lanusei, al termine di una complessa e articolata attività d’indagine congiunta, coordinata dal Procuratore Capo Biagio Mazzeo, hanno dato esecuzione ad una seconda ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Lanusei (Nu) a carico di 5 persone originarie di Arzana, oltre a quella già eseguita il 9 gennaio 2018.

Si tratta di Vincenzo Beniamino Marongiu di 46 ani, Nicolò Piras di 28 anni, Pietro Monni, di 48 anni, Enrico Balloi, di 31 anni e Davide Balzano, di 30 anni, tutti di Arzana. Inoltre sono state deferite in stato di libertà tre persone.

Le migliaia di intercettazioni captate ed analizzate dagli uomini del Commissariato di P.S. di Lanusei, del Nipaf-Ispettorato forestale e della Compagnia cc di Lanusei, hanno evidenziato come il gruppo arzanese fosse assolutamente inserito in un grosso traffico di armi che ha messo in relazione il comune di Arzana (quale centro nevralgico) e diversi paesi ogliastrini. Infatti gli accertamenti eseguiti hanno portato alla luce un importante furto di armi (una pistola beretta cal. 6.35, due fucili cal.12 ed uno cal.16, una carabina al leva cal.30x30 con ottica di puntamento in fibra ottica, una pistola Beretta cal. 9x21 mod. 98) avvenuto nel dicembre del 2014 a Lanusei presso l’abitazione dell’Avvocato Contini e del Fratello Veterinario, attribuibile a Vincenzo Beniamino Marongiu.

Al termine delle indagini, articolate e condotte anche grazie a numerosissimi sequestri, servizi di osservazione, pedinamento e controllo del territorio, sono stati raccolti fortissimi elementi tali da contestare numerose condotte illecite a carico degli indagati che sono risultati anche autori di vari furti in diverse abitazioni e in edifici pubblici di Arzana. Il proseguo delle indagini hanno fatto emergere ulteriori elementi di prova relativi alla partecipazione all’associazione per delinquere per­seguita anche di altri personaggi che non erano destinatari della misura cautelare eseguita sempre dalle FF.PP. ogliastrine il 09 gennaio 2018.

L’associazione a delinquere è risultata così organizzata: in qualità di capi e promotori gli arzanesi Marongiu e Piras; in qualità di associati gli arzanesi Monni, Laisceddu Federico Luigi e Stefano Marongiu.

Vincenzo Beniamino Marongiu deteneva illegalmente le armi da guerra pistola mitragliatrice mp-40 e pistola mitragliatrice sten, non rinvenute. Lo stesso è stato trovato in possesso di un personal computer provento di furto ai danni delle scuole medie Arzana; illegalmente deteneva e poneva in vendita almeno una cassa, contenente 30 mine antiuomo, che lo stesso aveva prelevato da una località a lui nota. Le mine sono state rinvenute il 30 ottobre di quest’anno nelle campagne di Arzana. Avendo inoltre compiuto il furto – insieme a Nicolò Piras- presso l’abitazione dell’arzanese Antonio Stochino, è stato trovato in possesso del personal computer asportato presso quell’abitazione ed al quale, per cercare di ostacolare l'identificazione della provenienza illecita, aveva resettato la memoria.

Nicolò Piras si era impossessato pe trarne profitto, di un numero imprecisato di personal computer, di proiettori digitali e di altri dispositivi informatici (rinvenuti e sequestrati durante l’esecuzione della misura cautelare del 9 gennaio 2018) sottraendoli all’interno dell’edificio delle scuole medie di Arzana, dove si era introdotto dopo aver forzato una porta blindata, commettendo il fatto su cose destinate ad uso pubblico e, inoltre deteneva illegalmente una pistola mitragliatrice Uzi, ritenuta un’arma da guerra, non rinvenuta.

Davide Balzano invece ha compiuto il reato di ricettazione, perché ha ricevuto per averne un profitto, beni culturali appartenenti allo stato, in particolare di 126 frammenti di reperti in terracotta di interesse archeologico, rinvenuti durante le operazioni di perquisizione che l’hanno interessato il 09 gennaio 2018 e per i quali la soprintendenza dei beni culturali di Nuoro ha confermato l’interesse storico-archeologico. Lo stesso è accusato di simulazione di reato, perché mediante denuncia di furto delle quattro ruote della sua autovettura VW Golf, presentata presso la stazione CC di Arzana, ha simulato un reato mai avvenuto al fine del risarcimento assicurativo. Inoltre l’uomo in concorso con ignoti, si era impossessato di tre bobine di rame custodite all’interno di un capannone e destinate al funzionamento degli impianti della diga di Santa Lucia, in territorio di Villagrande Strisaili (Nu).

Enrico Balloi, riconosciuto quale “armaiolo” per le sue capacità di modifica e manutenzione di armi, è accusato di porto illegale in luogo pubblico di una pistola semiautomatica in calibro 6,35mm ed anche accusato del reato di ricettazione perché aveva ricevuto, conoscendone l’illecita provenienza, un personal computer provento di furto compiuto nelle scuole medie di Arzana.

Vincenzo Beniamino Marongiu e Nicolò Piras in concorso tra loro, si era impossessati di cose mobili, quali monili in oro e argento, sottratti dall’abitazione dell’arzanese Maria Fara, dove si erano introdotti mediante effrazione (con violenza sulle cose) nell’abitazione della vittima. E, poi, in concorso tra loro, si erano impossessati di un personal computer, monili in oro e argento, rubati nella casa di Antonio Stochino, arzanese, dove si erano introdotti dopo aver infranto con violenza sulle cose nell’abitazione.

Pietro Monni, Davide Balzano e Federico Luigi Laisceddu, in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, durante il vasto incendio che ha colpito il territorio comunale di Arzana tra il 25 e il 26 luglio 2017, detenevano e portavano armi comuni da sparo di tipo e calibro imprecisato, da loro occultate all’interno di grossi tubi interrati in luoghi nella disponibilità dell’associazione, per evitare la perdita delle stesse.

L’attività di indagine ha anche permesso di deferire in stato di libertà un cittadino francese che in più occasioni, ha introdotto nello Stato italiano, armi comuni da sparo, tra cui una carabina in calibro 22 e una pistola in calibro 9 × 21 oltre a munizioni per armi comuni da sparo in diversi calibri.

 

I fatti accertati sono di estrema gravità, per il loro stesso numero e per essere stati realizzati o da realizzarsi in forma associata, con la costituzione dell’associazione suddetta, ed infine per la durata stessa della condotta antigiuridica (dal settembre 2016 al gennaio 2018) che, con l’affinamento dei metodi d’azione, ha creato una solida e permanente attività operativa, non interrotta neanche dalle misure cautelari già eseguite.

Le indagini hanno infine confermato che gli associati erano pronti a compiere gravi atti ritorsivi anche mediante l’uso di esplosivo militare, contro vari rappresentanti della Magistratura inquirente e del personale delle forze di polizia in servizio ed in congedo che a più riprese, hanno preso parte alle indagini. In particolare Vincenzo Beniamino Marongiu, Davide Balzano, Pietro Monni e Nicolò Piras, stavano progettando l’omicidio di Piero Demurtas, poliziotto in congedo e vicino di casa del Marongiu nonché la commissione di nuovi furti in diverse abitazioni di Arzana tra le quali quella della vedova Fragata, Isabella Mancosu.

Vincenzo Beniamino Marongiu, già condannato l’11 giugno 1998 dal G.i.p. di Sassari per il “furto di un ingente quantitativo di esplosivo militare di diverso tipo, di mine antiuomo ed anticarro, ed altri oggetti sottratti dal deposito militare di Campomela – Muros (SS) commesso tra il 18 aprile ‘97 ed il 21 aprile ’97, ha ancora nelle sue disponibilità parte del predetto materiale bellico come captato durante l’attività investigativa e come riscontrato dal ritrovamento di 30 mine antiuomo modello maus -1 del 30 ottobre 2018.

Alle prime ore di oggi, i reparti interforze, con il supporto dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sardegna” con le dipendenti Unità cinofile, di un Elicottero AW-109 Nexus dell’11° Nucleo Elicotteri di Elmas, hanno eseguito le ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere per Vincenzo Beniamino Marongiu, già detenuto presso la casa circondariale di Uta per i fatti della misura cautelare eseguita del 9 gennaio scorso e, invece, sono stati messi agli arresti domiciliari Nicolò Piras, Pietro Monni, Davide Balzano e Enrico Balloi.

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