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Regionali Sicilia: Musumeci aumenta il vantaggio, Cancelleri insegue. Male le sinistre

Palermo, 6 Nov 2017 - L'ultima proiezione Piepoli e Noto per la Rai - su una copertura del 48% - vede il candidato del centrodestra Nello Musumeci in testa con il 38% delle preferenze, mentre la coalizione che lo sostiene è al 37,4%. Seguono l'esponente del M5S Giancarlo Cancelleri al 36% (lista al 28,2). Fabrizio Micari (centrosinistra) è al 18%, mentre la coalizione che lo sostiene è al 26,6%. Claudio Fava è al 7%, con la lista al 6,9%.

Secondo la proiezione sulle liste basata su un campione del 49%, il Movimento 5 Stelle è al 28,2%. Nel centrodestra Forza Italia 13,1%, Udc 7%, FI-Noi con Salvini 7,0%, Popolari e autonomisti 5,3%, Diventerà bellissima 5,0%. Nel centrosinistra il Pd sarebbe al 10,9%, Sicilia futura-Pdr-Psi 6,7%, Ap-centristi per Micari 5%, Micari presidente 4%.

Affluenza definitiva in leggero calo: il dato è del 46,76%, rispetto al 47,41% registrato nel 2012. Ha comunque votato meno di un elettore su due. I dati sono stati diffusi dal servizio elettorale della Regione siciliana.

Quando sono stati scrutinate 3.592 sezioni su 5.300, il candidato del centrodestra, Sebastiano Musumeci è al 39,33% mentre quello grillino, Giancarlo Cancelleri è al 35,19. Fabrizio Micari è al 18,63%, Claudio Fava al 6,09% e Roberto La Rosa 0,74%.

Passano le ore e mentre continua lo spoglio delle schede - che conferma una netta affermazione del centrodestra, la sconfitta del M5S e il crollo del Pd - si registrano i primi malumori proprio in casa Dem. "Non do al dato siciliano un significato che riguarda partite nazionali. Le partite nazionali si giocheranno alle politiche e in passato si è visto che fra i risultati delle Regionali e le Politiche ci sono state differenze enormi". A parlare il sottosegretario alla Salute Davide Faraone che aggiunge: "Dobbiamo fare lo sforzo di andare uniti. Chi deciderà di mantenere la competizione a sinistra deciderà di consegnare il Paese ad altre forze politiche. Noi dobbiamo impedirlo".

In questo fuoco incrociato - a caccia del 'responsabile' del deludente risultato alle urne in Sicilia - non viene risparmiato nemmeno il Presidente del Senato Pietro Grasso che dopo l'attacco - sempre di Faraone - che lo accusa di mancanza di coraggio nel candidarsi, tramite il Portavoce fa sapere: "Non si può certamente addebitare a Grasso il fatto che, al di là dell'ardita ipotesi di far dimettere la seconda carica dello Stato per competere all'elezione del Governatore della Sicilia, per lunghe settimane non si sia delineato alcun piano alternativo". Poi, l'affondo: "Sullo stile e l'eleganza dei commenti di alcuni importanti esponenti del Partito Democratico in merito al coraggio del presidente Grasso non resta che confermare ancor di più le motivazioni per le quali il presidente si è dimesso dal gruppo del Pd: merito, metodi e contenuti dell'attuale classe dirigente del partito, sono molto lontani da quelli dimostrati dal presidente in tutta la sua opera a servizio dello Stato e delle Istituzioni".

Soddisfatti i 'grllini'. "Un dato politico certo c'è! Renzi e il suo trenino si trovano dentro un tunnel sempre più buio. Questo significa che i cittadini si sono accorti del grande bluff del fumo senza arrosto. E' passato del tempo ma i cittadini hanno aperto gli occhi e ci stanno dando fiducia. Adesso attendiamo i risultati. È una battaglia all'ultimo voto". Così su Facebook la senatrice M5s, Paola Taverna.

"Con tutti i margini di sicurezza possiamo dire che oggi è una giornata per festeggiare. Mi pare che la vittoria di Nello Musumeci sia abbastanza chiara, vince la Sicilia che vuole ricostruire e non chi la vuole distruggere, la destra coerente". Lo ha detto a Catania Giorgia Meloni.

"La disfatta del Pd è sotto gli occhi di tutti e di dimensioni per loro molto allarmanti sia in Sicilia che a Ostia. Con le spaccature che ci sono a sinistra, le cose potranno solo peggiorare. Il centrodestra invece diventa una proposta vincente in Sicilia e probabilmente anche a Ostia". Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (FI) che sottolinea: "Unire le forze è la via della saggezza che Berlusconi ha indicato e interpretato in prima persona. In questo contesto è importante il ruolo e l'apporto di Forza Italia che, promuovendo la coesione tra tutte le forze politiche alternative alla sinistra, non solo diventa decisiva per l'affermazione di Nello Musumeci, ma anche per il ballottaggio di Ostia".

Anche le formazioni di sinistra - nate dalla fuoriuscita dal Pd - commentano negativamente il risultato portato a casa dal maggiore partito di governo. "In Sicilia un'altra grave sconfitta per il Pd, come accade regolarmente ormai dal 2015 in tutta Italia. Stupefacente che perdono loro e bastonano noi e Grasso", sottolinea su Fb il presidente della Regione Toscana, fondatore di Articolo Uno-Mdp, Enrico Rossi sul voto in Sicilia. "Cinque anni di guida renziana e di politiche neoliberiste del governo fanno risuscitare Berlusconi e vincere la destra, gonfiano le vele della protesta grillina e dell'astensione - conclude - Per noi, con Fava, è solo l'inizio, una partenza a cui guardare con fiducia per un risultato a due cifre per una sinistra seria, unita e alternativa, nel Paese alle prossime elezioni".

"Quello del Mdp è un dato modesto: ha fatto un battaglia esclusivamente contro noi e contro Renzi. Una battaglia romana voluta dagli esponenti romani di Mdp per contarsi - ma si sono contati poco, visti i numeri - in vista delle elezioni nazionali. Il risultato è che hanno fermato noi, hanno consegnato questo elemento di divisione e soprattutto hanno consegnato la Sicilia alla destra: bravi! Complimenti!". Lo ha detto il candidato presidente del centrosinistra, Fabrizio Micari.

"Ora comincerà la discussione. Anzi è cominciata anche prima che chiudessero le urne. I soliti noti spiegano che è colpa di Renzi, di Orfini, del gruppo dirigente del Pd. Ne discuteremo e per questo ho convocato la direzione il 13 pomeriggio. Ma faccio davvero fatica a comprendere alcune critiche. O meglio, a prenderle sul serio visto chi le fa". Lo scrive su Facebook il presidente del Pd Matteo Orfini. "Se a Ostia finisce così, la responsabilità è di Renzi o di chi dirigeva il partito quando si candidavano persone che poi disonoravano il Pd con comportamenti illeciti? La colpa dunque è di chi li ha cacciati o di chi non aveva ritenuto di intervenire? In Sicilia davvero si poteva fare qualcosa di diverso a fronte della esplicita volontà di una parte del centrosinistra di dividersi per perdere e così indebolire il Pd? Parliamone, ma seriamente", conclude.

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