Cagliari, 16 Dic 2025 - "La transizione energetica non è un processo neutro né automatico che bisogna necessariamente governare. Questo significa assumersi una responsabilità politica chiara, fondata su pianificazione, regole certe e coinvolgimento delle comunità locali”.
Così gli assessori regionali degli Enti locali, Finanze e Urbanistica, Francesco Spanedda, e dell’Industria, Emanuele Cani, intervengono a seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di alcune disposizioni della normativa regionale in materia di aree idonee, fornendo chiarimenti rilevanti nel quadro nazionale fortemente contraddittorio che si è determinato negli ultimi anni.
“La Sardegna non può essere considerata uno spazio vuoto da occupare - sottolineano - ma un territorio complesso, ricco di valori ambientali, culturali e identitari che devono essere tutelati anche mentre si accelera la transizione energetica”.
In questo quadro si inserisce il lavoro svolto dalla Regione Sardegna con la legge regionale 20/2024, successivamente integrata, che ha rappresentato un argine concreto alla trasformazione indiscriminata del paesaggio sardo in paesaggio industriale. “A legislazione vigente - evidenziano gli assessori - il paesaggio sardo è stato preservato. La Regione ha esercitato fino in fondo il proprio ruolo di governo”.
La sentenza della Corte costituzionale viene assunta dalla Regione come un punto fermo, utile a fare chiarezza dopo una fase segnata da una produzione normativa statale incoerente, che ha reso difficile per le Regioni esercitare le proprie competenze.
Gli elementi di maggior rilievo che emergono dalla sentenza sono la mancanza di competenza su impianti offshore, per i quali rimane una voce in capitolo sulla regolamentazione dell'attacco a terra; la mancanza di divieto generalizzato sullle aree non idonee, che viene sostituito da un'istruttoria rafforzata; la questione dei progetti già approvati, che possono essere bloccati solo a seguito di fondate valutazioni tecnico-scientifiche, mentre viene confermata la prevalenza della non idoneità sull'idoneità.
Spanedda e Cani sottolineano inoltre l’evoluzione in atto nel quadro normativo nazionale, che tende a spostare l’attenzione da una pianificazione per aree a una valutazione puntuale dei singoli interventi.
“Questo spostamento di obiettivo ha conseguenze rilevanti - avvertono - perché rischia di scaricare il peso delle decisioni sui Comuni, che sono già fortemente oberati e si trovano a fronteggiare situazioni estremamente complesse. Sempre più spesso chiedono aiuto alla Regione. Noi continueremo a offrire un ‘ombrello’ istituzionale, rafforzando il ruolo regionale nella pianificazione e nel supporto agli enti locali”.
Nel quadro nazionale, gli assessori ribadiscono le criticità del decreto legislativo 175/2025. “Faremo ricorso non appena il decreto sarà convertito in legge, perché riduce in modo significativo la possibilità per le Regioni di decidere. Sarà comunque nostra premura modificare le nostre norme tenendo conto dei chiarimenti forniti dalla Corte costituzionale”.
“Noi continuiamo a sostenere che le Regioni debbano avere voce e strumenti per governare la transizione energetica in modo responsabile, pianificato e partecipato. Solo così è possibile coniugare sviluppo, tutela del paesaggio e autodeterminazione delle comunità locali”.










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