Cagliari 11 Dic 2025 – Con l’audizione dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, la Commissione Speciale per la legge statutaria e le norme di attuazione dello Statuto ha chiuso il ciclo delle audizioni programmate.
Tutte le sigle sindacali hanno espresso soddisfazione per il coinvolgimento nella discussione di un tema fondamentale per il futuro della Sardegna.
«Quello delle riforme è un tema indifferibile alla luce della modifica del Titolo V della Costituzione e l’introduzione dell’autonomia differenziata – ha detto il segretario della Cgil Fausto Durante – occorre avviare una nuova negoziazione con lo Stato per l’acquisizione di nuove funzioni da parte della Regione definendo nuove competenze negli ambiti di maggiore interesse: energia, urbanistica, trasporti, beni culturali e paesaggistici. Sono convinto che si possa sfruttare meglio lo strumento delle norme di attuazione come ha fatto il Trentino ottenendo ottimi risultati». Entrando nello specifico, Durante ha definito “necessario” l’adeguamento della forma di governo e la definizione di una legge elettorale più aderente alla volontà popolare rivedendo le soglie di sbarramento in modo da ridurre l’attuale deficit di rappresentanza che si registra in Consiglio regionale.
Per Durante, infine, un’attenzione particolare merita il tema dell’insularità: «Lo svantaggio può essere trasformato in opportunità. Va per questo avviato un confronto serrato con lo Stato. Quello delle Isole Baleari potrebbe essere uno dei modelli da seguire».
Per Pierluigi Ledda, segretario della Cisl, la nuova stagione delle riforme deve partire dalla riflessione su come si è esercitata finora l’autonomia e cosa fare per renderla effettiva in futuro. «Per far questo serve una guida regionale forte e forme di partecipazione che includano sindacati e cittadini. Occorre una nuova visione dell’autonomia che tenga conto dei profondi cambiamenti intervenuti nella società globale». Secondo il segretario della Cisl, per rafforzare l’autonomia serve un confronto continuo con lo Stato e un ripensamento delle relazioni con l’Europa: «A Bruxelles devono capire che siamo un’isola. Lo svantaggio dell’insularità va riconosciuto. L’inserimento del principio in Costituzione deve diventare un diritto».
Per Ledda è indispensabile rendere la Regione più forte con una forma di governo che garantisca stabilità e governabilità: «In questi anni la stabilità e l’alternanza sono state garantite. Ciò che è mancata è la capacità decisionale di chi è si è alternato al governo della Sardegna».
Sulla legge elettorale, Ledda ha auspicato una riforma che vada verso un bipolarismo “mitigato” rivedendo le soglie di sbarramento in modo da garantire il principio di rappresentatività. Sulle norme di attuazione, invece, ha auspicato un’azione più incisiva rispetto al passato: «Sono lo strumento per rendere effettiva la specialità».
Per Ledda, infine, politica e parti sociali devono lavorare insieme a un progetto complessivo di sviluppo per la Sardegna: «Un’ipotesi potrebbe essere quella di un Consiglio strategico che metta insieme politica, sindacati, imprese ed enti locali. Un progetto che riapra la discussione con i territori garantendo maggiore inclusione».
Per la segretaria della Uil Fulvia Murru la stagione delle riforme deve avere come obiettivo il superamento degli svantaggi strutturali e l’effettivo esercizio della specialità. «L’autonomia serve a creare opportunità – ha detto Murru – i sindacati possono dare una mano su questo versante. Vorremmo essere più coinvolti nelle scelte strategiche».
Per Murru, la Sardegna finora non ha sfruttato le opportunità offerte dallo Statuto di specialità: «Per questo le norme di attuazione possono essere utilissime. Per esempio eliminando le ambiguità e chiarendo gli ambiti dove si esercitano le potestà statutarie: La Sardegna deve poter contare di più nelle scelte di politica industriale, energia, trasporti. Anche sulla sanità occorre rivedere alcuni parametri tenendo conto della nostra condizione di insularità e della conformazione territoriale della Regione».
Una sollecitazione è arrivata anche per la riforma della macchina amministrativa regionale: «Ora è troppo lenta. Così non si assicurano servizi efficienti e si allontanano i cittadini dalle istituzioni».
Per il segretario della Cisl, infine, la nuova legge statutaria deve riconoscere il ruolo svolto dai sindacati che in molti centri dell’Isola, soprattutto nelle aree interne, alleggeriscono i compiti della pubblica amministrazione con i loro servizi e rappresentano una vera e propria infrastrutturazione sociale.
«Sono state settimane di ascolto che ci hanno consentito di confrontarci e registrare posizioni e visioni differenti – ha detto al termine delle audizioni il presidente del Consiglio e della Commissione Speciale Piero Comandini – abbiamo sentito gli ex presidenti di Regione e Consiglio, i componenti della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto, forze politiche e oggi i sindacati. Da tutti abbiamo raccolto preziosi suggerimenti di cui terremo conto nel prosieguo dei lavori. Ora la Commissione farà sintesi ed elaborerà una proposta. Se necessario avvieremo un secondo giro di audizioni. L’obiettivo è scrivere una legge statutaria unitaria, frutto della collaborazione tra forze politiche e della partecipazione condivisa di tutta la società sarda». Red











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