Cagliari, 5 Dic 2025 - Dell’assurdo divieto imposto dal governo Meloni sulla coltivazione, produzione e commercializzazione delle infiorescenze e dei derivati della canapa si occuperà ora la Corte Costituzionale.
Il Tribunale di Brindisi ha infatti sospeso un procedimento e rimesso alla Consulta l’articolo 18 del Decreto Sicurezza, chiedendo di verificare se la norma sia compatibile con la Costituzione e con il diritto europeo.
“Era inevitabile – dichiara Silvio Lai (PD) – perché ci troviamo davanti a un provvedimento privo di qualsiasi fondamento scientifico. Equipara la cannabis light alle droghe, alimenta il mercato nero della criminalità organizzata e distrugge una filiera agricola innovativa e interamente legale.”
Il divieto voluto dalla destra ha colpito duramente un settore in crescita, fatto di giovani imprenditori, cooperative e agricoltori che hanno scelto innovazione e sostenibilità.
In Sardegna l’effetto è stato devastante: un comparto ormai strutturato, con oltre 400 lavoratori coinvolti, 600–700 ettari coltivati e un valore economico di 2–2,5 milioni di euro all’anno, è stato bloccato da un giorno all’altro senza alcuna motivazione sanitaria o scientifica.
“C’è un paradosso evidente – prosegue Lai –: ciò che la destra proibisce qui continuerà a essere prodotto all’estero, per poi tornare in Italia a prezzi più alti e con profitti che finiranno fuori dal Paese. Un danno economico certo, a cui si aggiunge l’ennesima figuraccia istituzionale.”
La vicenda ha messo in luce anche il caos interno alla Lega: prima presenta un emendamento in legge di bilancio per correggere il divieto, poi viene costretta a ritirarlo su ordine di Palazzo Chigi.
“Ora la parola passa alla Corte Costituzionale. Noi continueremo a difendere il lavoro, la legalità e le imprese che innovano, contro una propaganda ideologica che non tutela nessuno e mette in ginocchio territori e giovani agricoltori.” Com











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