Kiev, 5 Nov 2025 - È stata un'altra notte di attacchi con droni tra Kiev e Mosca. Le forze russe hanno attaccato il territorio ucraino con 80 droni, 61 dei quali sono stati neutralizzati dalle difese ucraine, mentre 18 hanno colpito sette diverse località. Lo ha riferito l'Aeronautica militare ucraina nel suo rapporto giornaliero, senza però precisare quali località sono state effettivamente raggiunte dagli attacchi russi. Al contempo, Andriy Kovalenko, capo del Centro contro la disinformazione del Consiglio di sicurezza nazionale dell'Ucraina, ha segnalato sui social media un altro attacco riuscito delle forze ucraine contro le retrovie russe. "La centrale elettrica di Orel in Russia è in pessime condizioni in questo momento", ha scritto Kovalenko sui social media, segnalando l'obiettivo colpito all'interno della Russia. La centrale di Orel era stata precedentemente colpita da missili Neptune lanciati dalla Marina ucraina il 31 ottobre. L'Ucraina sta ora cercando di colpire le centrali elettriche russe in risposta alla campagna di bombardamenti in corso contro la propria infrastruttura elettrica.
L'esercito ucraino sta avanzando in direzione di Dobropillja nel Donetsk. Lo ha reso noto il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky in un post su Telegram. "Aumentiamo la pressione sullo sperone di Dobropil. Continuiamo la liberazione e la pulizia dei territori, costringendo il nemico a disperdere le forze e rendendo impossibile la concentrazione degli sforzi principali nella zona di Pokrovsk", si legge nel messaggio, "nelle ultime 24 ore, le unità d'assalto nella zona di Dobropil sono avanzate in alcune direzioni. In totale, durante l'operazione sono stati liberati 188 km², 248,7 km² sono stati ripuliti dalle forze nemiche".
L'Ucraina si gioca la tenuta del Donetsk tra le rovine di Pokrovsk, dove sono in corso "feroci battaglie" per stessa ammissione dell'esercito di Kyiv, che prova a tenere testa all'avanzata russa continuando a inviare altre forze speciali sul fronte della città. Le nuove unità "si sono aggiunte alle forze speciali del Gur che hanno occupato le linee designate, hanno sfondato il corridoio terrestre e sono state raggiunte da altre forze speciali", ha affermato l'intelligence militare ucraina. Mentre Volodymyr Zelensky in persona ha raggiunto le truppe impegnate nei combattimenti visitando il posto di comando del Primo Corpo della Guardia d'Azov, che guida la difesa nell'area di Dobropillia, a nord di Pokrovsk. "Prestate servizio in un settore così importante", ha detto il presidente ucraino rivolgendosi ai soldati. "Questo è il nostro Stato, questo è il nostro Est".
Al fronte, Zelensky ha incontrato il comandante del Corpo d'Azov, Denys Prokopenko, una figura quasi leggendaria in Ucraina: il colonnello è stato infatti tra i comandanti che hanno difeso l'acciaieria Azovstal, simbolo della resistenza ucraina nella città assediata di Mariupol nel 2022. Alle sue truppe, il leader di Kyiv ha augurato "la vittoria sul nemico". Ma la situazione al fronte si fa sempre più lontana da un'ipotesi di vittoria per le truppe a difesa di Pokrovsk: nelle ultime 24 ore, il ministero della Difesa russo ha rivendicato che le sue truppe abbiano tolto ai soldati ucraini il controllo di 35 edifici a Pokrovsk. Le dichiarazioni di Mosca non sono confermabili in maniera indipendente. Ma gli analisti sono quasi tutti d'accordo sull'affermare che non promette bene per le forze in difesa. Sebbene infatti Kyiv continui a smentire che le truppe russe abbiano accerchiato quelle ucraine, gli osservatori militari temono che l'area metropolitana di Pokrovsk-Myrnohrad, che contava 100.000 abitanti prima dell'invasione, possa presto essere accerchiata e cadere sotto il controllo russo.
La caduta della roccaforte significherebbe fornire alle forze di Putin campo per avanzare verso Kramatorsk e Sloviansk, le due più grandi città ancora controllate dall'Ucraina nel Donetsk, e aprire ai russi il controllo totale del Donbass, obiettivo primario dell'attuale offensiva militare russa sul fronte. Non va meglio nel resto dell'Ucraina, dove i missili e droni russi continuano a colpire le città e le infrastrutture energetiche: nell'ultima giornata, diversi incendi sono scoppiati nella regione di Odessa a seguito di un massiccio attacco di Mosca.
In risposta, le truppe di Zelensky continuano a puntare a loro volta alle strutture critiche russe: dopo giorni di colpi alle raffinerie, droni ucraini hanno attaccato un'area industriale 1.500 chilometri entro il territorio russo e un'esplosione si è verificata nell'impianto petrolchimico di Sterlitamak, nella Repubblica della Baschiria. Negli ultimi mesi, Kyiv ha intensificato i suoi attacchi alle infrastrutture russe causando un'impennata dei prezzi della benzina e costringendo alcune regioni a introdurre il razionamento del carburante. E che la situazione preoccupi il Cremlino emerge chiaramente dalla decisione di Putin firmare una legge che prevede la possibilità di chiamare i riservisti volontari delle forze armate per partecipare a "esercitazioni speciali per proteggere le strutture critiche", comprese le raffinerie. Nello stesso giorno, lo Zar ha anche firmato una legge che consente la coscrizione obbligatoria tutto l'anno, in precedenza possibile solo in periodi limitati in autunno e primavera. Tutti segnali che non fanno pensare a una soluzione del conflitto a breve termine, mentre resta lo stallo diplomatico e l'Ucraina si prepara all'ennesimo inverno di guerra.
"L'esercito russo è stato nuovamente costretto a posticipare le scadenze che si era prefissato per la conquista di Pokrovsk e Dobropillia. E ogni sconfitta russa contribuisce alla nostra capacità di difendere il nostro Stato, il nostro popolo, la nostra indipendenza". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
"È simbolico che oggi abbiamo il rapporto più positivo della Commissione Europea degli ultimi tre anni. Questo dà agli ucraini ancora più motivazione, poiché l'Europa riconosce i nostri sforzi congiunti. L'Ucraina sta facendo tutto il possibile per ottenere l'adesione all'Ue. Anche in tempo di guerra, anche tra le battaglie più dure, il nostro Stato continua ad avanzare nei negoziati di adesione, cosa assolutamente senza precedenti in Europa. Tutti gli altri Stati membri dell'Ue hanno seguito un percorso molto più semplice", ha sottolineato. "È fondamentale che i nostri risultati siano accolti con un adeguato sostegno in Europa, che l'Ue rispetti i propri impegni. L'Ucraina è pronta ad aprire i cluster e abbiamo bisogno di una decisione europea al riguardo. Ringrazio tutti coloro che ci stanno aiutando. Sono orgoglioso del nostro popolo, orgoglioso di ogni singolo nostro combattente".
“Nonostante l'incessante guerra di aggressione della Russia, l'Ucraina rimane fortemente impegnata nel suo percorso di adesione all'Ue, avendo completato con successo il processo di screening e compiuto progressi nelle riforme fondamentali. L'Ucraina ha adottato tabelle di marcia in materia di Stato di diritto, pubblica amministrazione e funzionamento delle istituzioni democratiche, nonché un piano d'azione sulle minoranze nazionali, che la Commissione ha valutato positivamente. L'Ucraina ha soddisfatto le condizioni richieste per l'apertura di tre gruppi di misure: uno (fondamenti), sei (relazioni esterne) e due (mercato interno). La Commissione si aspetta che l'Ucraina soddisfi le condizioni per l'apertura dei restanti tre gruppi di misure e si adopera per garantire che il Consiglio sia in grado di portare avanti l'apertura di tutti i gruppi di misure entro la fine dell'anno. Il governo ucraino ha manifestato l'intenzione di concludere in via provvisoria i negoziati di adesione entro la fine del 2028. La Commissione è determinata a sostenere questo obiettivo ambizioso, ma ritiene che, per raggiungerlo, sia necessario accelerare il ritmo delle riforme, in particolare per quanto riguarda gli elementi fondamentali, in particolare lo Stato di diritto”. Lo si legge in una nota appena pubblicata dalla Commissione europea.
Del tutto analoga la valutazione sulla Moldova: “Di fronte alle continue minacce ibride e ai tentativi di destabilizzare il paese, la Moldavia ha compiuto notevoli progressi nel suo percorso di adesione, completando con successo il processo di screening. Il primo vertice UE-Moldavia del luglio 2025 ha segnato una nuova fase di cooperazione e integrazione. La Moldavia ha adottato tabelle di marcia in materia di Stato di diritto, pubblica amministrazione e funzionamento delle istituzioni democratiche, che la Commissione ha valutato positivamente. La Commissione ritiene che la Moldova abbia soddisfatto le condizioni richieste per l'apertura di alcuni capitoli: uno (fondamenti), sei (relazioni esterne) e due (mercato interno). La Commissione si aspetta che la Moldova soddisfi anche le condizioni per l'apertura dei restanti tre capitoli e si adopera per garantire che il Consiglio sia in grado di portare avanti l'apertura di tutti i capitoli entro la fine dell'anno. Il governo della Moldavia ha manifestato l'intenzione di concludere in via provvisoria i negoziati di adesione entro l'inizio del 2028. La Commissione si impegna a sostenere questo obiettivo, che è ambizioso ma realizzabile, a condizione che la Moldavia acceleri l'attuale ritmo delle riforme. È fondamentale mantenere lo slancio delle riforme, rafforzato dal forte sostegno parlamentare al percorso europeo del paese dopo le elezioni di settembre”.
Prima dei due paesi ex sovietici dovrebbero arrivare a chiudere i negoziati Montenegro (nel 2026) e Albania (nel 2027), mentre non c'è una data per gli altri paesi candidati, dove emergono maggiori criticità: Serbia, Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Turchia e Georgia. Su quest'ultima, la commissione rileva che è in atto “un grave regresso democratico caratterizzato da una rapida erosione dello Stato di diritto e da severe restrizioni dei diritti fondamentali. Ciò include una legislazione che limita fortemente lo spazio civico, compromette la libertà di espressione e di riunione e viola il principio di non discriminazione”. Per questo, “la Commissione considera la Georgia un paese candidato solo di nome. Le autorità georgiane devono dimostrare un impegno risoluto a invertire la rotta e a tornare sul percorso di adesione all'Ue”.
Via libera del Consiglio Ue alla quinta tranche di finanziamenti da oltre 1,8 miliardi di euro stanziata nel quadro dello Strumento europeo per l'Ucraina. L'importo, spiega il Consiglio in una nota, riflette il completamento da parte dell'Ucraina di nove fasi richieste per la quinta erogazione, nonché di una fase ancora in sospeso relativa al quarto esborso. Il finanziamento mira principalmente a rafforzare la stabilità macrofinanziaria dell'Ucraina e a sostenere il funzionamento continuo della sua pubblica amministrazione. I pagamenti nell'ambito dello Strumento per l'Ucraina sono strettamente collegati al Piano per l'Ucraina, che delinea la strategia dell'Ucraina per la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione, insieme a un calendario per l'attuazione delle riforme in linea con gli obiettivi di adesione del Paese all'Ue nei prossimi anni. Lo Strumento per l'Ucraina, entrato in vigore il 1° marzo 2024, eroga fino a 50 miliardi di euro di finanziamenti stabili, sotto forma di sovvenzioni e prestiti, per il periodo che va dal 2024 al 2027. Di questi 50 miliardi di euro, fino a 32 miliardi di euro sono indicativamente destinati a sostenere le riforme e gli investimenti previsti dal Piano per l'Ucraina. Finora sono stati erogati 6 miliardi di euro a titolo di finanziamento ponte, 1,89 miliardi di euro di prefinanziamento e quattro rate di circa 4,2, 4,1, 3,5 e 3,2 miliardi di euro rispettivamente.












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