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Media: imminente un attacco americano a siti militari del Venezuela. Trump: “Non è vero”

Cagliari, 1 Nov 2025 - L'Amministrazione Trump avrebbe preso la decisione di attaccare obiettivi militari all'interno del Venezuela e i raid potrebbero scattare in qualsiasi momento. Lo hanno riferito fonti informate al Miami Herald, mentre gli Usa si preparano alla fase successiva della loro campagna contro il cartello della droga Soles.

Ma Donald Trump ha detto di non prendere in considerazione attacchi all'interno del Venezuela, smentendo così le indiscrezioni dei media. Quando gli è stato chiesto se stesse valutando tale azione, il presidente ha risposto: “No”.

Gli attacchi, come aveva confermato il Wall Street Journal, avrebbero dovuto prendere di mira installazioni militari che, secondo gli Usa, sarebbero utilizzate dai narcotrafficanti e gestite da alti esponenti del regime di Nicolas Maduro.

Fonti informate hanno riferito al Miami Herald che gli obiettivi - che potrebbero essere colpiti per via aerea nel giro di pochi giorni o addirittura ore - mirano anche a decapitare la gerarchia del cartello. Le fonti non hanno confermato se Maduro stesso sia un obiettivo.

L’operazione statunitense contro i cartelli della droga è stata scandita, nelle scorse settimane, dalla diffusione di alcuni video in cui l’Amministrazione Trump mostrava come imbarcazioni usate dai narcos per trasportare la droga venissero colpite dalle forze Usa in mare.

La strategia statunitense si fonda sulla narrativa di Maduro come capo di un "narco-Stato" e del presunto "Cartello dei Soles" che mira a inondare di stupefacenti gli USA. Il Segretario di Stato Marco Rubio, figura centrale nella campagna di pressione, ha sottolineato questa accusa, mentre il Pentagono ha schierato una flotta imponente, inclusa la portaerei USS Gerald R. Ford, cacciatorpediniere dotati di sistemi Aegis, sottomarini e oltre 4.500 Marines nell'area dei Caraibi.

Il rischio di una diffusione regionale del conflitto è divenuto drammaticamente reale con la mobilitazione di emergenza dello Stato insulare di Trinidad e Tobago, situato a poca distanza dalla costa nord-orientale del Venezuela. Le forze di sicurezza del Paese hanno emesso un allarme di "livello di allerta uno" con effetto immediato, richiamando tutte le truppe alle rispettive basi.

Questa mobilitazione, riferita dall'agenzia Afp, arriva mentre gli Stati Uniti conducono attacchi aerei contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico da settembre e proprio mentre si discutono apertamente le opzioni di attacco militare in Venezuela. La vicinanza geografica rende Trinidad e Tobago estremamente vulnerabile a qualsiasi escalation militare nel braccio di mare conteso, amplificando il timore che l'arcipelago possa essere travolto da operazioni militari o dal flusso di disordini transfrontalieri.

Di fronte al crescente schieramento militare americano e al dichiarato stato di emergenza nazionale per una possibile aggressione, il presidente Nicolás Maduro ha immediatamente reagito, rivolgendosi ai nemici storici di Washington.

Secondo quanto riportato dal Washington Post, Maduro ha inviato una lettera a Vladimir Putin, chiedendo aiuto contro i raid, e ha sollecitato il supporto di Cina e Iran. In un messaggio diretto al Presidente cinese Xi Jinping, Maduro ha chiesto una "cooperazione militare più ampia" per contrastare "l'escalation" americana, presentando l'aggressione a Caracas come "un'azione contro" Pechino "a causa della loro ideologia comune."

La cooperazione è già in corso: il Ministro dei Trasporti venezuelano, Ramón Celestino Velásquez, ha coordinato una spedizione di equipaggiamento militare avanzato dall'Iran, tra cui "dispositivi di intercettazione GPS" e droni con un raggio d'azione di 1.000 chilometri.

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