Roma, 1 Nov 2025 – Il 30 novembre scorso, in Italia la democrazia è defunta. Come defunto è il pensatore di una questa riforma, il pregiudicato Silvio Berlusconi, uomo che ha fatto ridere e allo stesso tempo vergognare gli italiani sparsi nel mondo, e i cui fedelissimi di partito continuano ad elogiare tenuto conto che chi ora dirige e finanza il partito è proprio la figlia, di Silvio.
Quindi, ieri, come tutti i governi di destra e destra estrema in Europa ha messo il mordacchio alla magistratura cercando di asservirla e dirigerla in modo che i governanti con le loro nefandezze, non vengano perseguiti e resi bersaglio di pericolose inchieste. Quindi a tutti gli effetti si tratta di una riforma illiberale, che fin dal primo giorno di potere la destra italiana e la premier, hanno cercato di portare a termine raggiungendo così l’agognato sogno di asservire esclusivamente la magistratura inquirente al loro volere indicando quali reati devono essere perseguiti. Certamente questa indicazione non riguarderà coloro che avranno il potere di delinquere senza controllo. E, quindi, solo i poveracci saranno sottoposti a inchieste e carcere e i colletti bianchi non saranno mai sfiorati. Ma come racconta la storia, ogni dittatore e dittatura, in questo caso giudiziario, hanno fatto e fanno, prima o poi, una brutta fine.
Ieri, tanti festeggiamenti senza vergogna portando a spasso una gigantografia del predetto pregiudicato da parte dei suoi asserviti che con vanto, cantavano vittoria.
Ma nonostante i festeggiamenti nonostante le proclamazioni e le esultanze per quella che viene definita impropriamente come “riforma della giustizia”, siamo comunque sicuri che nel referendum del prossimo anno gli italiani usciranno dal letargo e bocceranno sonoramente questa riforma evidenziando come le necessità e urgenze del Paese e della giustizia siano ben altre.
Quindi siamo convinti che da oggi in poi che noi e con noi sicuramente la maggioranza degli italiani bocceremo questa legge così Come successo con le riforme, anche quelle con profili illiberali di Renzi.












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