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Consiglio Sardegna – Sistema elettorale, in I Commissione l’audizione dei sindaci dei Comuni capoluogo sotto i 15mila abitanti.

Cagliari, 29 Ott 2025 – I sindaci dei Comuni capoluogo di provincia con meno di 15mila abitanti chiedono di mantenere il sistema elettorale maggioritario secco e di non andare al voto con il sistema che, in base alla legge 38 del 2024, prevede la maggioranza assoluta dei voti validi, con il rischio di dover andare al ballottaggio. E’ la richiesta presentata oggi in I commissione (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Salvatore Corrias (Pd), dai sindaci dei Comuni di Tempio Pausania, Gianni Addis, di Sanluri, Alberto Urpi, di Lanusei Davide Bruchi, di Villacidro, Federico Sollai, rappresentati dalla presidente dell’Anci Sardegna, Daniela Falconi, e di Tortolì, Marcello Ladu, sentiti stamattina in audizione sulle “problematiche relative al sistema elettorale nei comuni capoluogo di provincia con meno di 15.000 abitanti”.

Falconi ha fatto presente che i Comuni capoluogo di provincia sotto i 15mila abitanti sono prevalentemente in Sardegna, mentre nel resto delle regioni sono soltanto due. Per la presidente dell’Anci applicare la legge nazionale anche ai comuni di Tempio Pausania, Lanusei, Sanluri, Villacidro, Tortolì e Lanusei creerebbe non solo problemi organizzativi e di maggiori costi, ma anche problemi “di legittimazione diretta e di responsabilità politica”  in quanto “il sistema maggioritario rafforza il collegamento diretto degli amministratori con i cittadini”, mentre “con un sistema proporzionale si rischierebbe la frammentazione politica e una maggioranza veramente instabile”. D’accordo anche il sindaco di Sanluri, Alberto Urpi, che ha ricordato come nella legge nazionale il legislatore ha previsto che per le Regioni a Statuto speciale “resta fermo quando è previsto dalla rispettiva legislazione regionale”. Il problema, ha continuato Urpi, è che “noi non abbiamo una legislazione regionale” e “applichiamo quella nazionale”. E’ importante secondo Urpi, Falconi e Addis, prevedere una “legge ponte” urgente che riporti i Comuni capoluogo sotto i 15mila abitanti al precedente sistema elettorale, per dare stabilità e governabilità a questi Comuni. “Le leggi elettorali – ha continuato Urpi - dovrebbero tenere conto del numero degli abitanti, non della qualità del Comune. Quindi credo che sia il caso di pensare a una modifica normativa, che arrivi in tempo, anche per evitare che una parte di questi Comuni, che va a elezioni nel 2026, debba applicare la norma nazionale, perché il Consiglio regionale non ha legiferato”. Falconi ha anche proposto di lavorare insieme alla I commissione e alla Commissione speciale sulla legge statutaria per arrivare a una riforma organica del testo unico degli enti locali.

Massima disponibilità da parte della Commissione è stata espressa dal presidente Corrias: “Credo che le istanze presentante da voi abbiano una loro legittimità, così come hanno piena legittimità le considerazioni dei consiglieri in un senso e nell'altro. Può essere questa l'occasione per riflettere, così come diceva la Presidente Falconi, su un assetto d'insieme dei sistemi elettorali, che riguardano sia gli enti locali sia la Regione”. Per Corrias “il tema va approfondito in tempi ragionevoli, in modo tale che si risponda alle esigenze dei territori”.

Nel corso della seduta sono intervenuti il vice presidente della I commissione, Giuseppe Fasolino (Riformatori), il presidente della V commissione (Attività produttive), Antonio Solinas (Pd), e il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu. Com

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