Kiev, 19 Ott 2025 - Il Presidente russo, Vladimir Putin, nella telefonata di giovedì con il Presidente Usa, Donald Trump, ha chiesto che Kiev ceda il pieno controllo del Donetsk, una regione strategicamente vitale nell'Ucraina orientale, come condizione per porre fine alla guerra. Lo hanno affermato al 'Washington Post' due alti funzionari a conoscenza della conversazione. Putin ha tentato senza successo di conquistare il territorio per 11 anni, ripetutamente respinto dalle forze ucraine, profondamente trincerate in un'area che ritengono essere un importante baluardo contro una rapida avanzata russa verso ovest, in direzione della loro capitale. L'attenzione di Putin sul Donetsk suggerisce che non intende fare marcia indietro rispetto alle richieste passate che hanno lasciato il conflitto in una situazione di stallo, nonostante l'ottimismo di Trump riguardo al raggiungimento di un accordo, hanno affermato i funzionari, parlando a condizione di anonimato per descrivere le delicate discussioni a porte chiuse.
Nella telefonata tra Trump e Putin, il leader russo ha lasciato intendere di essere disposto a cedere parti di altre due regioni dell'Ucraina da lui parzialmente conquistate, Zaporizhzhia e Kherson, in cambio del pieno controllo di Donetsk, hanno affermato i funzionari. Si tratta di una rivendicazione territoriale leggermente meno radicale di quella avanzata ad agosto durante un vertice tra Trump e Putin ad Anchorage. Alcuni funzionari della Casa Bianca l'hanno descritta come un progresso, secondo uno dei due alti funzionari, informato sulla telefonata di Putin. E' improbabile che gli ucraini la vedano in questo modo, ha affermato l'altro funzionario, un diplomatico europeo di alto rango. Né la Casa Bianca né il Cremlino hanno risposto immediatamente alla richiesta di commento.
I leader europei hanno assicurato un ulteriore sostegno all'Ucraina dopo una telefonata congiunta con il presidente Volodymyr Zelensky, in cui il presidente ucraino ha riferito i risultati dell'incontro con il presidente Usa Trump.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha affermato che si è trattata di una "conversazione produttiva" e ha ribadito che il Regno Unito sosterrà incrollabilmente l'Ucraina nella sua lotta e continuerà a inviare aiuti militari e umanitari. "Dobbiamo vedere una pace giusta e duratura", ha scritto su X. "Rimaniamo risoluti nel sostenere l'Ucraina. Ciò include l'assistenza militare e finanziaria, le garanzie di sicurezza, un cessate il fuoco e un processo di pace. I lavori continuano. E nessuno vuole la fine di questa guerra più degli ucraini", ha affermato il presidente della Finlandia Alexander Stubb.
"Ora l'Ucraina ha bisogno di un piano di pace". Lo ha affermato il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, dopo la telefonata con il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, alla quale hanno preso parte il Presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer, il segretario generale della Nato Mark Rutte e i vertici delle istituzioni Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen. Dopo il colloquio tra Zelensky e Trump, Merz e i partner europei "hanno accolto con favore la cooperazione transatlantica" e ribadito "l'urgenza di una pace giusta e duratura", impegnandosi ad ampliare il sostegno a Kiev e ad "aumentare la pressione" su Mosca.
Il piano per ripristinare l'alimentazione elettrica della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, dopo un'interruzione record di quasi 4 settimane, ha iniziato a essere attuato grazie a un cessate il fuoco locale, Lo ha annunciato l'AIEA."Sono iniziati i lavori per riparare le linee elettriche" intorno al sito, ha dichiarato il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi, su X. "Le riparazioni dovrebbero durare circa una settimana", ha precisato in seguito l'agenzia in un comunicato. "Questa mattina, dopo le attività di sminamento, sono iniziati i lavori per riparare due cavi" di una linea scollegata il 7 maggio, ha precisato l'AIEA. E "nel corso del fine settimana dovrebbero iniziare le riparazioni sulla sezione che è stata scollegata il 23 settembre, causando la perdita totale dell'alimentazione elettrica".
Entrambi i siti si trovano a diversi chilometri dalla centrale. La più grande centrale nucleare d'Europa è occupata dalle forze russe dal marzo 2022. Il 23 settembre ha perso la connessione alla rete per la decima volta e si tratta della più lunga interruzione totale dell'alimentazione elettrica esterna dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. Da allora la centrale è alimentata da sette generatori diesel di emergenza e sono necessarie riparazioni alle linee elettriche su entrambi i lati della linea del fronte a diversi chilometri dal sito. Secondo l'agenzia, la sicurezza rimane "garantita", poiché il combustibile dei sei reattori spenti continua a essere raffreddato efficacemente e il livello di radioattività è normale. Situata vicino alla città di Energodar, lungo il Dniepr, la centrale nucleare è vicina alla linea del fronte. Prima della guerra, i suoi sei reattori producevano circa un quinto dell'elettricità dell'Ucraina. Sono stati spenti dopo la presa di controllo da parte di Mosca. La centrale ha bisogno di elettricità per mantenere i suoi sistemi di raffreddamento che impediscono un incidente nucleare. All'inizio di ottobre, Mosca aveva affermato che la situazione era "sotto controllo" a Zaporizhzhia, dopo le dichiarazioni allarmanti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Mosca e Kiev si sono accusate reciprocamente più volte di rischiare una catastrofe nucleare attaccando il sito e si sono rimpallate la responsabilità della disconnessione dalla rete elettrica.
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