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Putin a Trump: “Kiev ceda il Donetsk”. Zelensky: “Non daremo mai alla Russia alcuna ricompensa”. Risposta giusta e scontata. Il presidente ucraino non può andare contro la sua costituzione.

Kiev, 19 Ott 2026 - "Putin non può essere fermato con le parole: è necessaria la pressione. Il mondo vede che la Russia risponde con la forza, il che significa che la pace attraverso la forza può funzionare. L'Ucraina non concederà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner affinché mantengano questa posizione. Sono necessari passi decisivi da parte degli Stati Uniti, dell'Europa, dei Paesi del G20 e del G7. Le vite devono essere protette". Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo che il Washington Post ha rivelato che il leader russo ha detto a Donald Trump di volere che Kiev ceda il Donetsk.

Durante la notte alcuni droni ucraini hanno colpito l'impianto di lavorazione del gas di Orenburg, nel sud della Russia, provocando un incendio. L'importante impianto è gestito dal gigante statale del gas Gazprom ed è situato nell'omonima regione vicino al confine con il Kazakistan. Fa parte di un complesso di produzione e lavorazione che è uno dei più grandi impianti al mondo nel suo genere, con una capacità annuale di 45 miliardi di metri cubi. Secondo il governatore locale russo, Yevgeny Solntsev, gli attacchi di droni hanno incendiato un'officina dell'impianto e ne hanno danneggiato una parte. Non ci sono state vittime.

L'Ue è pronta a proporre una nuova stretta contro la flotta ombra russa, le petroliere che trasportano il greggio di Mosca aggirando le sanzioni con bandiere di comodo. E' quanto emerge da un documento, visionato dall'Ansa, che sarà domani sul tavolo dei ministri degli Esteria Lussemburgo. L'obiettivo è andare oltre il semplice inserimento dei singoli cargo nelle liste nere, colpendo l'intera rete che li mantiene operativi: compagnie assicurative, registri navali, servizi di rifornimento e logistica. Tra le ipotesi, anche il rafforzamento del quadro giuridico per consentire ai Paesi membri di ispezionare in mare le navi sospette. 

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