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Legge Statutaria. Audizione in Commissione Speciale degli ex presidenti del consiglio Gianmario Selis, Giacomo Spissu e Michele Pais.

Cagliari 16 Ott 2025 – Nell’ultima parte della mattinata sono stati sentiti gli ex presidenti del Consiglio regionale Gian Mario Selis, Giacomo Spissu e Michele Pais che hanno espresso apprezzamento per il lavoro avviato dalla Commissione Speciale.

Per Gian Mario Selis, l’avvio di una discussione su legge statutaria e norme di attuazione dello Statuto rappresenta una grande occasione per riaprire la stagione delle riforme. «Per far questo è necessario che il Consiglio regionale recuperi la sua centralità. La massima assemblea sarda ha perso forza in questi anni – ha affermato Selis – occorre riflettere sul perché di questa decadenza per provare a invertire la rotta e recuperare autorevolezza».

Con un ruolo di nuovo centrale del Consiglio, secondo Selis, si potrebbe mettere mano a temi cruciali per la Sardegna: il rilancio dello Statuto, la forma di governo, la legge elettorale, la riforma della macchina amministrativa.

«La prima cosa da fare è procedere a un’analisi seria per capire il perché dello squilibrio evidente tra i poteri della Giunta e quelli del Consiglio – ha affermato l’ex presidente – tra le cause c’è sicuramente il passaggio dal sistema parlamentare all’elezione diretta del presidente della Regione che ha amplificato i poteri dell’esecutivo. Il capo della Giunta è oggi il perno centrale di tutto il sistema autonomistico. Occorre pensare a forme di riequilibrio. L’assemblea legislativa non può dipendere dalle vicende personali del presidente della Regione». A questo proposito, Selis ha suggerito l’introduzione di correttivi, come il ricorso a maggioranze iperqualificate che possano votare la sfiducia al presidente e sostituirlo. «Non è possibile che l’intero impianto statutario sia imperniato su una sola figura».

L’ex presidente del Consiglio ha poi insistito sulla necessità di procedere anche a una riforma dell’apparato burocratico della Regione e dei suoi enti strumentali: «I problemi della Sardegna non riguardano solo la politica ma anche una macchina amministrativa che non funziona».

Sulla legge elettorale, Selis ha invitato la Commissione a una riflessione sul sistema di sbarramento al 10 per cento: «Il dato che emerge è che ampie frange dell’elettorato non sono più rappresentate in Consiglio. Su questo ha inciso anche la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 80 a 60. Un’assemblea più ampia si radica meglio nella società».

Concludendo il suo intervento, Selis ha invitato la Commissione ad andare avanti sulla via delle riforme tenendo però sempre a mente due condizioni imprescindibili: il coinvolgimento di tutti i settori della società sarda e un accordo unitario tra le diverse forze politiche».

Della necessità di una sintesi tra i diversi schieramenti ha parlato anche Giacomo Spissu (presidente dal 2004 al 2009): «Per approvare la legge statutaria c’è bisogno di un ampio consenso. I provvedimenti di questa portata, approvati a colpi di maggioranza, non funzionano. Serve un’azione corale per affrontare un momento cruciale della nostra storia. Siamo ad una svolta, bisogna provare a cambiare lo stato delle cose. Il clima sembra favorevole: la sentenza della Corte Costituzionale sulla decadenza della Giunta Todde ha sgombrato il campo dal rischio di un’interruzione della legislatura. Ora si può lavorare serenamente».

Il lavoro, secondo Spissu, non sarà comunque facile: «Bisogna tener presente che c’è sempre qualcuno che mette in discussione la specialità. Ci sono stati, e ci sono anche oggi, diversi tentativi di modificare i poteri delle regioni a Statuto speciale. L’ultimo è quello portato avanti dalle regioni ricche a Statuto ordinario come la Lombardia e il Veneto. Io sono uno strenuo difensore della specialità. Le ragioni che l’hanno determinata non sono venute meno. Il divario economico e sociale tra la Sardegna e il resto d’Italia esiste ancora. Alcuni problemi si sono amplificati, basti pensare al dramma dello spopolamento o a quello della dispersione scolastica che in Sardegna raggiunge il tasso più alto a livello nazionale».

Spissu ha poi affrontato il tema dell’insularità: «Bene il riconoscimento del principio in Costituzione anche se questo non ha portato a una maggiore attenzione dello Stato per le condizioni di svantaggio della Sardegna. Questo rafforza l’idea che quando si affrontano temi come la legge statutaria è necessario un accordo forte tra le diverse forze politiche».

Sulla legge elettorale, infine, l’ex presidente della Regione ha assunto una posizione controcorrente sul sistema di sbarramento: «La legge elettorale deve favorire l’aggregazione e non la disgregazione. Alle ultime elezioni regionali c’erano 25 liste in campo. Eliminare lo sbarramento non semplifica il quadro ma rischia di aumentare la frammentazione».

Apprezzamento per l’iniziativa della Commissione ha manifestato anche Michele Pais (presidente del Consiglio dal 2019 al 2024).

«L’approvazione di una legge statutaria è un tema importantissimo, a partire dall’individuazione di una nuova forma di governo per la Regione – ha detto Pais – è nei poteri del Consiglio valutare anche il ritorno a un sistema parlamentare oppure prevedere meccanismi di garanzia per riequilibrare il rapporto tra assemblea legislativa e potere esecutivo. Uno si questi potrebbe essere la sfiducia costruttiva nei confronti del presidente della Giunta. Oggi il presidente della Regione è quasi un sovrano, ha più poteri del presidente del Consiglio dei Ministri. Un riequilibrio è necessario: il Consiglio deve avere maggiori strumenti di controllo».

Secondo Pais, le riforme dovrebbero riguardare anche gli assetti di governo: «Il sistema delle deleghe assessoriali è troppo rigido, non consente di distribuire gli incarichi sulla base delle valutazioni della Giunta e della maggioranza. Una modifica consentirebbe di utilizzare diversamente i direttori generali che oggi fanno riferimento ai singoli assessori»

Sulla legge elettorale, l’ex presidente del Consiglio ha suggerito l’introduzione di soglie di sbarramento all’interno delle coalizioni per favorire l’aggregazione tra le diverse forze politiche: «La Regione Sardegna è un unicum a livello nazionale per la presenza di un numero infinito di partiti e partitini. La partecipazione è un valore ma se l’aumento delle liste ha ragioni meramente elettorali crea problemi evidenti».

Pais si è poi soffermato sulle norme di attuazione dello Statuto: «E’ un problema gigantesco. La Sardegna è la Regione con il minor numero di norme adottate. Questo impedisce di liberare tutte le potenzialità che lo Statuto ci offre. Occorre rivedere il sistema di scelta dei componenti della Commissione Paritetica che oggi sembrano agire senza un mandato chiaro».

Ultimo passaggio sul principio di insularità: «E’ un tema a cui si è data una valenza preminentemente economica – ha detto Pais – bisogna cambiare visione e pretendere che tutta la legislazione statale tenga conto di questo principio inserito in Costituzione. Quando si approvano le leggi devono essere valutate le condizioni di svantaggio determinate dall’insularità». Com

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