Roma, 15 Ott 2025 – Questa mattina la notizia bomba. E un grande dispiacere per l’opposizione che già stava preparando nuove elezioni regionali. Questa mattina, infatti, da Roma la notizia: «Non spettava al Collegio regionale di garanzia elettorale di imporre la decadenza del presidente della Regione, sulla base di fattispecie non riconducibili a quelle indicate dall’art. 15, commi 8 e 9, della legge n. 515 del 1993, come tali non idonee neppure a legittimare la comunicazione del provvedimento al Presidente del Consiglio regionale, ai sensi dell’art. 15, comma 10, della legge n. 515 del 1993».
Questo è quanto ha scritto nella sua decisione la Corte Costituzionale: Alessandra Todde resta presidente della Regione e l’ordinanza di decadenza non poteva essere emessa «per avere l’atto esorbitato dai poteri rimessi all’organo statale di controllo e cagionato una menomazione delle attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione autonoma della Sardegna».
Resta impregiudicata, prosegue la sentenza, «la questione relativa alla possibilità di riqualificazione dei fatti, che è rimessa al giudice civile, competente per il giudizio di opposizione all’ordinanza-ingiunzione».
La Consulta, si legge nel verdetto, ha stabilito che «non spettava allo Stato e, per esso, al Collegio regionale di garanzia elettorale istituito presso la Corte d’appello di Cagliari, di affermare, nella motivazione della ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, che «si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto» e, per l’effetto, di disporre «la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al Presidente del Consiglio Regionale per quanto di Sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Todde Alessandra dalla carica di Presidente della Regione Sardegna».
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