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Hamas: “Ostaggi liberi lunedì mattina”. Witkoff parla in piazza, fischi meritati, per il criminale di guerra Netanyahu convinto dopo l’accordo, che sicuramente non manterrà se non vuole essere arrestato, solo fischi e disprezzo dal suo popolo.

Gaza, 12 Ott 2025 - "State tornando a casa". Queste le parole, rivolte direttamente agli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, dell'inviato del presidente Usa Donald Trump, Steve Witkoff, nel corso del suo intervento alla manifestazione indetta dal Forum delle famiglie degli ostaggi nella “piazza degli ostaggi” di Tel Aviv. "Il vostro coraggio ha commosso il mondo", ha detto Witkoff, rivolgendosi alle famiglie degli ostaggi.

In seguito Witkoff ha menzionato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, scatenando un'ondata di fischi e cori ostili dalla folla. "Lasciatemi finire il mio pensiero", ha risposto l'inviato Usa parlando sopra ai fischi e affermando che Netanyahu ha avuto "un ruolo molto importante qui".

Il rilascio degli ostaggi israeliani ancora nella Striscia di Gaza dovrebbe avvenire lunedì mattina. Lo dice un alto funzionario di Hamas parlando con l'Afp. 

"In base all'accordo firmato, lo scambio di prigionieri inizierà lunedì mattina come concordato e non ci sono nuovi sviluppi al riguardo", ha dichiarato Osama Hamdan in un'intervista all'agenzia francese. Dopo il ritorno dei prigionieri da Gaza, Israele procederà al rilascio di circa 2.000 detenuti palestinesi dalle sue prigioni, secondo i termini della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco firmato dalle due parti con la mediazione degli Stati Uniti.

Il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres "si recherà in Egitto per partecipare lunedì al summit per la pace di Sharm el-Sheikh", ha dichiarato l'ufficio del suo portavoce, aggiungendo che Guterres tornerà presso la sede delle Nazioni Unite mercoledì.

Gli Stati Uniti hanno invitato l'Iran al vertice su Gaza che si terrà lunedì a Sharm El-Sheikh.

Lo riporta Axios citando fonti secondo le quali la lista degli invitati include anche la Spagna, il Giappone, l'Azerbaijan, l'Armenia, l'Ungheria, l'India, El Salvador, Cipro, Grecia, Bahrain, Kuwait e Canada. Al momento si sa che né Israele né Hamas parteciperanno.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi presiederanno lunedì il “vertice di pace” per Gaza a Sharm el-Sheikh. Così ha annunciato ieri sera la presidenza egiziana. L'incontro si terrà lunedì pomeriggio "con la partecipazione di leader di oltre venti paesi", si legge nella dichiarazione. L'incontro era stato in precedenza annunciato come la “firma” sul cosiddetto “piano Trump” per Gaza. Ma nelle ultime ore sia Israele sia Hamas hanno fatto sapere che non parteciperanno. 

Ora si legge che avrà l'obiettivo di "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, intensificare gli sforzi per raggiungere la pace e la stabilità in Medio Oriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità regionale".

Anche il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, parteciperà lunedì al vertice internazionale per la pace, come ha riportato sabato Downing Street in un comunicato diffuso dai media britannici. Si prevede che il capo del Governo britannico renda un "particolare omaggio" al presidente statunitense, Donald Trump, che dovrebbe anch'egli partecipare all'incontro, e al lavoro diplomatico dei mediatori di Egitto, Qatar e Turchia, ha anticipato l'ufficio di Starmer. Il leader britannico offrirà "il fermo sostegno e l'impegno" del Regno Unito con i partner internazionali negli sforzi per mantenere il cessate il fuoco, fornire assistenza umanitaria e assicurare le basi per una pace e una sicurezza durature.

"La maggior parte dei residenti di Gaza ha vissuto questa sofferenza senza alcuna colpa, se non quella di essere nati in una situazione orribile". Lo ha detto il palazzinaro americano, genero di Trump, Jared Kushner, ai dimostranti di Tel Aviv, che gridavano "Vogliamo la pace". Kushner ha affermato che i festeggiamenti inizieranno lunedì, quando sarà completata la prima fase dell'accordo e i prigionieri israeliani saranno restituiti.  Kushner ha iniziato il suo discorso nella cosiddetta Piazza degli ostaggi di Tel Aviv, di fronte a migliaia di manifestanti israeliani, ringraziando Witkoff per aver intrapreso questo "compito impossibile".  "Quando le cose si sono fatte difficili e ci siamo scontrati ogni volta con un muro di gomma, ci siamo detti: 'Facciamo un nuovo piano. Riproviamo'. Ed è così che ci si sente a collaborare con Steve", ha detto il genero di Trump. "Collaborare con il Presidente Trump su questo, il suo impegno nel vedere la pace, nel vedere gli ostaggi tornare a casa, nel vedere Israele sicuro e protetto e nel vedere l'intero Medio Oriente stabile e prospero è senza pari", ha aggiunto mentre la folla gridava: "Grazie, Trump". Kushner ha affermato che vedere alcuni degli atti commessi il 7 ottobre 2023 gli ha fatto pensare a quanto "siamo fortunati ad avere una società con regole, leggi e persone con una morale. Da allora, il mio cuore non è più tranquillo, perché vuole vedere questi ostaggi tornare a casa e porre fine a questo incubo".

Nonostante i principali stati arabi condannassero la guerra nella Striscia di Gaza, hanno silenziosamente ampliato la cooperazione in materia di sicurezza con l'esercito israeliano. Lo rivelano documenti statunitensi riservati ottenuti dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij) e pubblicati oggi dal Washington Post. 

I legami militari erano entrati in crisi dopo l'attacco aereo israeliano di settembre in Qatar, ma ora, secondo il giornale, potrebbero svolgere un ruolo chiave nella supervisione del nascente cessate il fuoco a Gaza. Il giornale ricorda che negli ultimi tre anni, con il supporto degli Stati Uniti, alti funzionari militari di Israele e di sei paesi arabi si sono riuniti per una serie di riunioni di pianificazione in Bahrein, Egitto, Giordania e Qatar. I paesi arabi coinvolti in questa collaborazione in materia di sicurezza avevano tutti espresso il loro sostegno al piano in 20 punti di Trump per porre fine alla guerra di Gaza. Il piano prevede che gli stati arabi partecipino al dispiegamento di una forza internazionale a Gaza per addestrare una nuova forza di polizia palestinese nella regione. 

In una dichiarazione congiunta, cinque dei sei paesi arabi hanno affermato di sostenere l'istituzione di un meccanismo che "garantisca la sicurezza di tutte le parti", ma non si sono ancora impegnati pubblicamente a schierare forze militari. Il Qatar, la cui capitale è stata colpita il 9 settembre da missili israeliani contro i leader di Hamas, era uno dei paesi che avevano silenziosamente rafforzato i legami con l'esercito israeliano. Nel maggio 2024, come mostrano i documenti, alti funzionari militari israeliani e arabi si sarebbero riuniti presso la base aerea di al-Udeid, un'importante base militare statunitense in Qatar. Un documento di pianificazione per l'evento, redatto due giorni prima del suo inizio, mostra che la delegazione israeliana avrebbe dovuto raggiungere direttamente la base aerea, aggirando i punti di accesso civili del Qatar che avrebbero potuto esporre il pubblico. I documenti mostrano anche che la minaccia rappresentata dall'Iran e' stata la forza trainante dietro i legami più stretti, promossi dal Comando Centrale delle forze armate statunitensi, noto come Centcom. Oltre a Israele e Qatar, il "Regional Security Construct" include Bahrein, Egitto, Giordania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. I documenti si riferiscono a Kuwait e Oman come "potenziali partner" informati su tutti gli incontri.

Il ritorno dei palestinesi a casa, dopo il cessate il fuoco, è carico di sconforto e desolazione. Molti sono arrivati a Gaza City per valutare i danni e decidere se le loro famiglie potranno tornare ma si trovano ad affrontare una realtà dura e straziante. 

“Non è rimasto più nulla” è il racconto ad Al Jazeera. I palestinesi hanno detto di non aver trovato nulla dei loro quartieri e delle zone che un tempo chiamavano casa, non riescono nemmeno a riconoscerle. Molte famiglie hanno anche affermato di non potersi permettere l'elevato prezzo del ritorno al nord, perché due anni di guerra israeliana hanno privato le famiglie di ogni possibile fonte di reddito.

Stessa desolazione a Khan Yunis. Secondo il sindaco della città, l'80% del governatorato di Khan Yunis è distrutto. Circa 400.000 tonnellate di macerie ricoprono le strade della città, ha aggiunto Alaa al-Din al-Batta. Un totale di 136 tra parchi, giardini, piazze pubbliche e rotatorie sono stati rasi al suolo e distrutti, ha aggiunto. “Abbiamo inviato nove squadre sul campo per ripulire le strade, ma abbiamo urgente bisogno di mezzi pesanti a causa dell'enorme quantità di detriti che bloccano le strade” ha dichiarato in una conferenza stampa, ripresa dalla Cnn.

Infine l'Onu ha ricevuto il via libera da Israele per iniziare a far entrare massicci aiuti a Gaza a partire da domenica: lo afferma un funzionario delle Nazioni Unite all'Associated Press.  Gli aiuti includono 170.000 tonnellate che sono già state posizionate in Paesi vicini come Giordania ed Egitto. Nelle ultime 24 ore, funzionari delle Nazioni Unite e autorità israeliane hanno avviato una serie di discussioni sul volume di aiuti che le organizzazioni umanitarie possono portare e attraverso quali punti di ingresso. Le organizzazioni umanitarie come l'Unicef si dicono pronte a inviare aiuti: "Speriamo che tutti i valichi vengano aperti".

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