Roma, 3 Ott 2025 - Dal momento in cui Israele ha bloccato la missione della Global Sumud Flotilla le persone hanno iniziato a scendere in piazza. Tutto è iniziato ieri sera e sta proseguendo nella giornata di oggi. Si prevede un weekend di fuoco nel segno dello slogan "Blocchiamo tutto", con lo sciopero generale di venerdì ed il corteo nazionale per Gaza di Roma previsto sabato pomeriggio e che si aggiunge alle manifestazioni di queste due serate.
Appuntamenti che sono stati preceduti dalle mobilitazioni in tutta Italia, con università occupate, lezioni interrotte e proteste degli studenti - in un liceo romano ci sono state anche tensioni tra ragazzi pro Pal e membri della comunità ebraica -linee ferroviarie bloccate, scontri nelle stazioni e devastazioni, come quelle nelle Officine grandi riparazioni di Torino, dove domani sono attesi Ursula von der Leyen e Jeff Bezos: in 200 a volto coperto hanno sfondato i cancelli e distrutto porte, sedie e tavoli prima di essere respinti dalle forze di polizia.

La Global Sumud Flotilla intercettata dalle forze armate israeliane infiamma le piazze e sta mettendo a dura prova il dispositivo messo a punto dal Viminale, che ha imposto una stretta su permessi e licenze delle forze dell'ordine proprio per assicurare in questa settimana calda una presenza massiccia di agenti per le strade. E dopo l'attacco ad una sinagoga a Manchester sale anche la preoccupazione per i circa 200 obiettivi sensibili israeliani sul territorio, protetti da imponenti misure di tutela, come il quartiere ebraico di Roma.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha un messaggio peri manifestanti: "Davvero qualcuno crede che il blocco di una stazione, di un aeroporto, di un'autostrada o la distruzione di un negozio, in Italia, porterà sollievo al popolo palestinese? O potrà cambiare le scelte del Governo di un'altra nazione? Non è così. Bruciare tutto, fermare tutto, spaventare tutti, non serve a nessuno e fa e farà solo del male a tutti gli italiani".
Si sta verificando lo scenario preventivato nel corso della riunione di martedì scorso al Viminale tra il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi e i prefetti e questori delle grandi città: dilagano iniziative estemporanee e non preannunciate, le più complicate da fronteggiare.
"Ma ci siamo organizzati - fa sapere Piantedosi - e già da oggi siamo stati molto impegnati. Abbiamo assistito alle solite scene di queste manifestazioni che talvolta hanno anche delle derive non sempre plausibili, ma io confido che ci sia la ragionevolezza della maggior parte dei manifestanti da una parte e la professionalità ormai consolidata delle nostre forze di polizia".
Per la ministra dell'Università Anna Maria Bernini "le manifestazioni sono legittime, la violenza è inaccettabile. Così come lo è lo slogan 'Blocchiamo tutto'. Parole forti, ma vuote". La tensione è alta proprio nelle università.
A Roma, un corteo promosso dai collettivi studenteschi ha sfilato dalla Sapienza al Colosseo.
A Milano è stata occupata l'università Statale, a Lecce quella del Salento, negli atenei di Bologna e Pisa sono stati bloccati i Rettorati. A Padova e Venezia le lezioni sono state interrotte. Sempre nella Capitale tensione al liceo artistico Caravillani, che ha l'ingresso condiviso con un tempio ebraico. Tre studenti con il megafono hanno intonato slogan per la Palestina e alcune persone che si trovavano nel tempio sono uscite. Ne è nata un'accesa discussione culminata con spintoni. Decine gli identificati, di entrambi i gruppi.
A Torino alcuni manifestanti proPal hanno fatto irruzione nelle Officine Grandi Riparazioni, in corso Castelfidardo, dove in questi giorni si svolge l'Italian Tech Week. Gli spazi erano vuoti in quanto gli incontri della giornata si erano conclusi. I manifestanti, alcuni con il volto coperto, hanno acceso dei fumogeni e rovesciato tavolini e sedie, oltre a ribaltare degli arredi nella sala interna, dopo aver scavalcato i cancelli. Domani alle Ogr sono attesi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyer, John Elkann e Jeff Bezos.
A Bologna in coda alla manifestazione pro Palestina del pomeriggio, dopo un lungo faccia a faccia tra polizia e manifestanti davanti alla stazione, tra lanci di lacrimogeni, bottiglie e sassi, il cordone di agenti è avanzato proseguendo a sparare lacrimogeni, facendo disperdere in parte i gruppi di antagonisti, qualche centinaio ancora i presenti, ma con l'effetto collaterale di allargare il campo di 'battaglia' alle strade vicine. Molti si sono 'rifugiati' sulla scalinata del Pincio, altri sono indietreggiati lungo i viali. In piazza XX Settembre hanno dato fuoco a tre cassonetti e alcune bici elettriche, con l'intervento successivo dei pompieri, mentre in via Indipendenza ci si accanisce sulle reti metalliche dei cantieri del tram. Il faccia a faccia però prosegue.
A Trieste manifestanti hanno tentato di entrare nella stazione ferroviaria, hanno spaccato alcuni vetri ma sono stati respinti dalle forze dell'ordine. Lanciati oggetti e bottiglie contro gli agenti, un poliziotto è caduto e si è ferito leggermente a una mano, con frammenti di vetro. A Firenze occupati i binari della stazione di Santa Maria Novella. Circolazione ferroviaria sospesa in serata sulla linea Genova-Roma in prossimità di Livorno e Viareggio, e a Bologna, nodo fondamentale sulla linea Roma-Milano, per la presenza dei manifestanti sui binari. A Napoli i pro-Pal hanno cercato di forzare il blocco all'ingresso del porto mentre a Torino, prima dell'assalto alle Officine in serata, un gruppo di mani festanti ha bloccato la Tangenziale mentre un altro è riuscito a entrare nel perimetro dell'aeroporto obbligando allo stop dei voli per una ventina di minuti. Scontri con le forze di polizia a Trieste e soprattutto a Bologna, mentre a Firenze sono state lanciate bombe carta dai manifestanti che hanno occupato la stazione di Santa Maria Novella.
Solo un antipasto di quello che potrebbe accadere domani con lo sciopero generale proclamato dai sindacati e mobilitazioni annunciate ovunque. E attenzione massima a sabato, quando a Roma, da Porta San Paolo a Piazza San Giovanni, sfileranno migliaia di persone nel corteo nazionale per Gaza. Visto l'alto numero di partecipanti - ventimila annunciati ma si ritiene saranno di più - è alto il rischio di scontri innescati da gruppi violenti. "Nelle manifestazioni - ha messo in guardia Piantedosi - la galassia resta molto variegata e la storia ci insegna che ci possono essere rischi di infiltrazione".
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