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Gaza, Flotilla: “Vicini alla zona a rischio”. Tajani: “È pericoloso andare verso il blocco navale”. Bombe israeliane su Nuseirat, 8 morti. L’indiscrezione del Times of Israel, il “piano Trump in 21 punti”.

Cagliari, 28 Sett 2025 - Una "flottiglia della libertà", composta da una decina di navi umanitarie, è salpata dal porto di Catania con l'obiettivo dichiarato di rompere l'embargo israeliano su Gaza. A bordo ci sono circa 60 persone di 15 nazionalità diverse, inclusi alcuni parlamentari francesi.

L'iniziativa è stata lanciata dalla Freedom Flotilla Coalition (Ffc) e da Thousand Madleens to Gaza (TMTG). La partenza, ritardata di alcuni giorni, punta a congiungere queste navi con quelle della Global Sumud Flotilla, partite anch'esse da Catania il 13 settembre e attualmente al largo di Creta.

Gli organizzatori hanno espresso con chiarezza i loro obiettivi tramite Telegram: "rompere l'assedio illegale e mortale di Gaza da parte di Israele, aprire un corridoio marittimo per porre fine al bisogno di aiuti umanitari, unire i cittadini di tutto il mondo e richiedere un passaggio sicuro per tutte le flottiglie".

Le navi trasportano forniture mediche, generi alimentari secchi e materiale scolastico. Durante una conferenza stampa prima di mollare gli ormeggi, Tan Safi, portavoce della FFC, ha ribadito la determinazione dei partecipanti: "Non ci fermeremo, qualunque cosa accada," ricordando i precedenti tentativi delle imbarcazioni umanitarie di raggiungere la Striscia.

A Global Sumud Flotilla, un'imponente coalizione di 51 imbarcazioni con circa 500 attivisti a bordo, sta intensificando la navigazione nel Mediterraneo Orientale per tentare di rompere l'assedio navale di Gaza. Salpata dalle coste di diversi Paesi (Spagna, Tunisia, Italia e Grecia), la flottiglia si trova a 463 miglia nautiche (circa 857 km) dalla Striscia.

Gli organizzatori hanno comunicato che si aspettano di entrare nella "zona ad alto rischio" entro due giorni, prevedendo di raggiungere Gaza in quattro-sette giorni. Un breve scalo tecnico a Creta si è reso necessario per risolvere "problemi meccanici" su alcune unità.

Tra i cambiamenti di rotta, l'ammiraglia, "Familia," è stata costretta a fermarsi per un guasto, portando al trasferimento di passeggeri di alto profilo come l'attivista per il clima Greta Thunberg e l'ex sindaca di Barcellona Ada Colau su altre imbarcazioni.

A questa iniziativa si unisce un convoglio "alleato" di dieci imbarcazioni con 60 persone, inclusi europarlamentari, salpato dall'Italia con la Freedom Flotilla Coalition. Nonostante le due iniziative siano in contatto quotidiano e condividano l'obiettivo di fornire aiuti (forniture mediche, cibo secco e materiale scolastico), gli organizzatori hanno chiarito che non uniranno le forze in mare aperto.

L'iniziativa avviene nonostante il monito del Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ha avvertito i cittadini italiani a bordo sui rischi legati al tentativo di forzare il blocco israeliano. L'Italia e la Spagna hanno comunque inviato navi militari in zona con funzioni di assistenza umanitaria e soccorso.

Le navi della Global Sumud Flotilla, la Yulara e la Catalina, hanno ripreso il viaggio verso Gaza dopo una breve sosta tecnica necessaria per risolvere problemi meccanici. Secondo quanto comunicato dagli organizzatori su Telegram, le imbarcazioni si trovano ora a sole 463 miglia nautiche (circa 857 km) da Gaza, con un arrivo stimato tra i quattro e i sette giorni.

“I fratelli e le sorelle della Flotilla sono operatori di pace e devono sentirsi sorretti non soli o abbandonati, come se stessero combattendo una battaglia persa. Devono sapere, invece, che la chiesa è vicina: vi vuole bene, vi stima, vi apprezza”. Lo afferma in un'intervista a Repubblica l'arcivescovo di Genova Marco Tasca, che il 30 agosto aveva fatto benedire le prime barche partite dal porto. “Io mi sento diviso - aggiunge -, è faticoso decidere cosa fare. E mi chiedo: qual è la cosa più utile per la gente a Gaza? Ma nel mio cuore io direi: andiamo avanti. Perché è importante dare un segno. In un momento così grave, in cui vediamo che stanno compiendo il male del mondo su gente inerme, su donne e bambini, la simbologia è importante. E noi dobbiamo dare dei segnali. La missione della Flotilla ha proprio il merito di aver reso evidente la follia di quello che sta accadendo a Gaza”.

Cosa può fare la chiesa? “Ha il dovere di esserci - afferma ancora Tasca -, di fermarsi a pregare: la nostra è una veglia ecumenica, non solo per i cattolici. Seguo l'insegnamento degli ultimi due papi, e non solo loro. Pensando anche alle parole di San Massimiliano Kolbe, martire cristiano morto ad Auschwitz: il male distrugge, solo l'amore crea”. 

“Siamo assuefatti alla guerra, credo. E piano piano si parla anche con nonchalance di armi atomiche, di droni che sorvolano. Ci siamo assuefatti a un certo linguaggio, ai numeri dei morti. Ed è terribile. Si sta poi esasperando l'individualismo, che è una caratteristica del nostro tempo. Ma questa esasperazione porta a estreme conseguenze” conclude.

“Dobbiamo scongiurare tutti gli aspetti negativi - ribadisce Tajani -. Le opposizioni hanno risposto positivamente all'appello del presidente Sergio Mattarella, c'è stata la disponibilità della Chiesa e c'è il lavoro del governo italiano per convincere Israele ad accettare questa proposta”.

Circa 25 mila persone hanno preso parte alla fiaccolata organizzata da Music for Peace a Genova. Il corteo si è sviluppato dalla sede di Music for Peace, in via Balleydier, fino a Piazza Matteotti in pieno centro a Genova. Poco dopo la partenza, circa 200 manifestanti e un gruppo di studenti si sono recati al varco portuale di Ponte Etiopia, nel porto di Genova, per verificare la notizia dell'imbarco di merce pericolosa a bordo di una nave cargo della società israeliana Zim. Una volta accertato che le operazioni di imbarco della merce erano state sospese il gruppo di manifestanti si è riunito al corteo per raggiungere Piazza Matteotti. Tra le persone presenti anche il sindaco di Genova Silvia Salis: “Proteggere i civili, proteggere i bambini non e una scelta, e un obbligo - ha detto Salis -. Il governo non può più ignorare queste piazze piene Io vi chiedo una cosa: manifestate sempre in modo pacifico, non dobbiamo dare alibi a chi attacca queste manifestazioni. Grazie Genova perché lo spirito di questa città è tornato a farsi sentire”.

Anche migliaia di israeliani si sono radunati a Tel Aviv, come ogni sabato, chiedendo un accordo per porre fine alla guerra di Gaza. I manifestanti hanno srotolato un grande striscione nella piazza degli ostaggi con la scritta: “Tutti gli ostaggi, riportateli a casa subito. L'unica cosa che può fermare la discesa nell'abisso è un accordo completo e globale che ponga fine alla guerra e riporti a casa tutti gli ostaggi e i soldati”, ha dichiarato Lishay Miran-Lavi, moglie di Omri Miran, ancora prigioniero a Gaza. 

E rivolgendosi direttamente a Trump, ha esortato: “Usate la vostra influenza sul primo ministro Benjamin Netanyahu. Prolungare questa guerra non fa che mettere Omri e gli altri ostaggi in pericolo ancora maggiore”. Il fratello di un altro ostaggio ha definito “vuoto” il discorso del premier all'assemblea dell'Onu, incolpandolo anche della strage del 7 ottobre. Netanyahu e Trump si incontreranno alla Casa Bianca lunedì.

Una “flottiglia della libertà”, composta da una decina di navi umanitarie, con a bordo circa 60 persone di 15 nazionalità diverse, tra cui alcuni parlamentari francesi, è salpata dal porto di Catania per “rompere l'illegale blocco israeliano di Gaza”. Questa nuova flottiglia - lanciata dalla Freedom Flotilla Coalition (Ffc) e da Thousand Madleens to Gaza (TMTG), la cui partenza è stata ritardata di alcuni giorni - dovrebbe raggiungere le navi della Global Sumud Flotilla, che hanno iniziato a lasciare Catania il 13 settembre e si trovano al largo di Creta.

“La Ffc e la Tmtg sono in viaggio verso Gaza! I nostri obiettivi sono chiari: rompere l'assedio illegale e mortale di Gaza da parte di Israele, aprire un corridoio marittimo per porre fine al bisogno di aiuti umanitari, unire i cittadini di tutto il mondo e richiedere un passaggio sicuro per tutte le flottiglie che contestano e affrontano i crimini di guerra di Israele mentre i nostri governi lasciano fare” hanno scritto gli organizzatori su Telegram. Durante una conferenza stampa prima della partenza, hanno spiegato che trasportano “forniture mediche, generi alimentari secchi e materiale scolastico. Non ci fermeremo, qualunque cosa accada” ha dichiarato Tan Safi, portavoce della Freedom Flotilla Coalition (FFC), dopo aver ricordato i precedenti tentativi di navi umanitarie di raggiungere Gaza.

Anche il ministro degli esteri dell'Arabia Saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, è intervenuto all'80/a sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, condannando la condotta di Israele e chiedendo la creazione di uno Stato palestinese. Faisal bin farhan ha lamentato, citato dal Times of Israel, “la sofferenza del popolo palestinese e la crisi umanitaria senza precedenti a Gaza” e ha condannato “le pratiche brutali e incontrollate delle forze di occupazione, tra cui la fame, gli sfollamenti forzati e le uccisioni sistematiche”.

“Ciò avviene nel totale disprezzo dei diritti storici e legali del popolo palestinese, con l'obiettivo di cancellarne i legittimi diritti”, ha aggiunto. Ha quindi invocato a più riprese una soluzione a due stati - la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele - e sottolineato gli sforzi del suo Paese per promuovere tale risultato.

“L'incapacità della comunità internazionale di agire con fermezza per porre fine all'aggressione e alle violazioni israeliane non farà che causare ulteriore instabilità e insicurezza a livello regionale e globale. Tale inazione avrà gravi conseguenze e aggraverà i crimini di guerra e gli atti di genocidio”, ha detto ancora. L'Arabia Saudita e la Francia hanno recentemente co-presieduto una conferenza sulla soluzione a due stati, durante la quale diverse nazioni occidentali hanno annunciato il riconoscimento di uno stato palestinese. Faisal ha invitato altri paesi a fare altrettanto.

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