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Onu, Parigi riconosce la Palestina. Hamas: “Metà ostaggi liberi per 60 giorni di tregua”. Macron: “Niente giustifica più la guerra, pronti a una missione di stabilizzazione”. 

New York, 23 Sett 2025 - Il 29 novembre 2012 l'Onu ha riconosciuto ufficialmente la Palestina come Stato non membro con status di osservatore permanente, con la risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale. Questo riconoscimento, votato con 138 sì, ha aggiornato lo status della Palestina da "entità osservatrice" a "Stato osservatore non membro", permettendole un ruolo diplomatico più formale all'interno delle Nazioni Unite, equiparabile a quello della Santa Sede.
A oggi, nel 2025, il riconoscimento dello Stato di Palestina come entità sovrana è stato esteso a circa 151 dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite (oltre il 78%).
In queste ore molti Paesi, tra cui Francia, Regno Unito, Belgio, Canada, Australia e altri, stanno formalizzando il riconoscimento alla vigilia e durante l'Assemblea Generale a New York. Gli Stati Uniti e l'Italia, tra altri, ancora non riconoscono ufficialmente lo Stato di Palestina. Gli Stati Uniti hanno anche utilizzato il loro veto al Consiglio di Sicurezza sull'adesione piena della Palestina all'Onu.

"La Francia riconosce oggi lo Stato di Palestina", ha annunciato il presidente Emmanuel Macron nel corso del suo intervento all'Onu. Macron ha sottolineato che "il riconoscimento dei legittimi diritti del popolo palestinese non toglie nulla ai diritti del popolo israeliano, che la Francia ha sostenuto fin dal primo giorno". Per il presidente francese, "questo riconoscimento è l'unica soluzione che porterà la pace a Israele".

"In questo momento, Israele sta ulteriormente espandendo le sue operazioni a Gaza, ma le vite di centinaia di migliaia di persone vengono sfollate e continuano a essere distrutte", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, aprendo la Conferenza per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Stati. "Nulla giustifica più la guerra a Gaza", ha anche insistito, perché "tutte le vite devono essere salvate". "Dal 7 ottobre, ha prevalso la negazione della vita dell'altro. Eppure una vita vale una vita", ha detto prima di citare i suoi incontri con le vittime israeliane e palestinesi. "Dobbiamo proteggere entrambi. Esiste una soluzione per interrompere il ciclo di guerra e distruzione", ha detto ancora, chiedendo "il riconoscimento dell'umanità dell'altro"."Israeliani e palestinesi vivono in una doppia solitudine. E' giunto il momento, perché il peggio potrebbe ancora arrivare. Che si tratti dell'annessione della Cisgiordania o dello sfollamento dei palestinesi in Egitto. Dobbiamo oggi, proprio qui, aprire questa strada alla pace. Allo stato attuale delle cose, è (possibile) che gli Accordi di Abramo vengano messi in discussione dalle (azioni militari) di Israele", ha detto ancora Macron.

"Qualsiasi forma di annessione" della Cisgiordania a Israele è una linea rossa": è l'avvertimento lanciato a Israele da Francia e Arabia Saudita - che hanno promosso la conferenza all'Onu sul riconoscimento dello Stato palestinese - in una dichiarazione congiunta nella quale affermano che il rilascio di tutti gli ostaggi di Hamas a Gaza "è una priorità assoluta". "La situazione a Gaza continua a peggiorare con l'intensificarsi dell'offensiva di terra israeliana a Gaza city - denunciano Riad e Parigi - con i civili e gli ostaggi che pagano un prezzo ingiustificabile a causa della guerra in corso".

Il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, ha lanciato un appello a riconoscere lo Stato palestinese, prendendo la parola all'Onu dopo l'annuncio del presidente Emmanuel Macron del riconoscimento della Palestina da parte della Francia: "Invitiamo tutti gli altri Paesi a compiere un simile passo storico, che avrà un grande impatto nel sostenere gli sforzi verso l'attuazione della soluzione dei due Stati", ha detto il ministro, ribadendo che la soluzione dei due Stati è "l'unico modo per arrivare a una pace giusta e duratura".

"La situazione a Gaza rappresenta un fallimento devastante per l’umanità. Il governo israeliano deve rimuovere immediatamente tutte le restrizioni umanitarie. L’espansione degli insediamenti e l’annessione di territori sono incompatibili con la pace, ed è chiaro che Hamas deve deporre le armi e liberare tutti gli ostaggi". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, in conferenza stampa al termine della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu a New York.

Gran Bretagna, Australia e Canada, insieme al Portogallo, hanno annunciato il riconoscimento formale dello Stato di Palestina, mentre con Francia, Belgio e altri Paesi sono pronti a fare lo stesso all'Assemblea Generale dell'Onu che inizia oggi a New York. Ecco una panoramica della situazione. 

Chi riconosce la Palestina: tre quarti dei membri Onu rientrano in questa categoria. All'ultimo conteggio, sono almeno 145 Paesi su 193 membri delle Nazioni Unite. Dopo l'annuncio di Londra, Ottawa e Canberra, è seguito quello di Lisbona e si attende per domani, tra gli altri, Francia, Belgio, Lussemburgo e Malta durante un vertice sul futuro della soluzione a due Stati presieduto da Francia e Arabia Saudita. Tra coloro che già riconoscono uno Stato palestinese - unilateralmente proclamato il 15 novembre 1988 da Yasser Arafat, allora leader dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina - ci sono Russia, insieme a tutti i Paesi arabi, quasi tutti gli Stati africani e latinoamericani e la maggior parte dei Paesi asiatici, tra cui India e Cina. La prima dopo la dichiarazione di Arafat è stata l'Algeria. Hanno seguito gli altri nelle settimane e nei mesi successivi, e un'altra ondata di riconoscimenti è arrivata tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011. I Paesi dell'Europa occidentale e settentrionale erano finora uniti nel non riconoscimento, a eccezione della Svezia (2014), ma la guerra a Gaza ha ribaltato la situazione, con Norvegia, Spagna, Irlanda e Slovenia che hanno seguito nel 2024 le orme di Stoccolma. 

Il fronte del no: almeno 46 Paesi, tra cui Israele, Stati Uniti e i loro alleati non riconoscono uno Stato palestinese indipendente. Tra questi, in Asia restano fuori Giappone, Corea del Sud e Singapore, il Camerun in Africa, Panama in America Latina, così come la maggior parte dei Paesi dell'Oceania. Per quanto riguarda l'Europa, tra i contrari ci sono Italia e Germania.

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