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Applicata misura cautelare del divieto di avvicinamento per atti persecutori a Samassi nei confronti di un 58enne della provincia di Oristano dai Carabinieri della Stazione di Samassi.

Samassi (Su), 5 Sett 2025 – I Carabinieri della Stazione di Samassi, nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato e salvo ulteriori approfondimenti, stante la fase attuale delle indagini preliminari, hanno dato esecuzione quest’oggi a un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei abitualmente frequentati, con una distanza minima fissata in 500 metri, nei confronti di un 53enne operaio residente a Samassi, già noto alle Forze di Polizia.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Oristano, dispone anche l’applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico, strumento di controllo che consente alle autorità di monitorare costantemente gli spostamenti del soggetto, prevenendo ulteriori condotte lesive.

L’uomo è indagato per atti persecutori: Infatti, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe reiteratamente molestato una 58enne residente nella provincia di Oristano, con la quale in passato aveva intrattenuto una relazione sentimentale. In particolare, già nel giugno scorso la donna si era rivolta ai militari della Stazione di Mogoro, presentando querela per l’invio di numerosi messaggi dal contenuto ingiurioso e minatorio tramite applicazioni di messaggistica istantanea. E pertanto, sulla base di tali elementi, l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto necessario adottare misure stringenti, eseguite dai Carabinieri di Samassi su delega del Comando Arma di Mogoro, per tutelare concretamente la vittima e impedire ogni possibile contatto con l’indagato.

L’operazione si colloca nel quadro del costante impegno dell’Arma dei Carabinieri nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere. Ogni intervento rappresenta un tassello di un’azione più ampia, che mira non solo a garantire protezione immediata alle vittime, ma anche a promuovere un cambiamento culturale fondato sul rispetto e sulla legalità. I controlli continueranno a essere serrati, con la certezza che la presenza attiva e costante dei militari sul territorio costituisca un presidio di sicurezza e un punto di riferimento per chi decide di denunciare e chiedere aiuto.

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