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Benessere e Abusivismo – Parrucchieri ed estetisti a domicilio: in estate torna l’allarme abusivismo. 1.200 “fantasmi” con un tasso di irregolarità che supera il 27%.

Cagliari, 14 Ago 2025 - In estate cresce il mercato parallelo dell’abusivismo nei settori dell’estetica e dell’acconciatura. Un fenomeno che, complice le chiusure per ferie, si gonfia come una bolla illegale fatta di prestazioni a domicilio, passaparola e piattaforme online fuori controllo.

L’allarme lo lancia Confartigianato Sardegna, che mette in guardia anche da rischi che vanno al di là della concorrenza sleale.

“È un attacco alla salute dei cittadini, all’economia legale e alla dignità del lavoro artigiano - afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegna - ciò che accade sotto i nostri occhi è molto preoccupante per tutti coloro che pagano le tasse e rispettano le leggi”. “L’abusivismo in questo comparto – prosegue il Presidente di Confartigianato Sardegna – non è solo un danno per le imprese regolari che operano nella legalità, alla luce del sole ma soprattutto un oltraggio al benessere dei clienti”.

I numeri nazionali sul settore dei “servizi alla persona” (tra cui rientrano le attività di acconciatura ed estetica) elaborati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat-Infocamere, raccontano di un tasso di irregolarità artigiana del 27,6%. Si tratta del valore più alto tra i vari settori e supera di gran lunga il tasso medio nazionale, che si ferma al 14,4%.

L’analisi sulla Sardegna spiega come il “benessere” sia fortemente esposto, in maniera più o meno grave, a una illegalità professionale che sta assumendo i contorni dell’emergenza. Ci sono almeno 1.200 i lavoratori irregolari, che operando totalmente in nero o in posizione “border line” in quanto al rispetto delle regole, che vanno a danneggiare le attività regolari. Quindi, si calcola che per ogni tre imprese artigiane regolari vi sia almeno 1 attività “fantasma”, con grave impatto sulla salute dei cittadini ed economia.

Un comparto, quello del benessere, che in Sardegna conta circa 4.046 imprese del settore dei servizi di acconciatura e trattamenti estetici, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti estetici. Di queste l’83,8% (3.392 realtà) sono artigiane, con circa 8mila addetti.

È questo ciò che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha esaminato i dati dei settori del benessere, estetica e acconciatura nell’Isola, su fonte Unioncamere-Infocamere.

Per quanto riguarda la spesa, mediamente nell’isola le famiglie spendono 29,5 euro al mese, equivalenti a 355 milioni di euro all’anno, per servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza.

Tutto ciò però è a forte rischio a causa della concorrenza sleale di centinaia e centinaia di operatori abusivi che, non rispettando nessun tipo di legge e soprattutto sentendosi impunibili, svolgono l’attività quotidianamente nelle abitazioni dei clienti o in locali non idonei.

Ma c’è di più: dal 1° settembre 2025 il Regolamento Ue ha introdotto il divieto di utilizzo di alcune sostanze presenti in prodotti utilizzati nei trattamenti per estetici.

“Pertanto - aggiunge Meloni - sono vietate sia l’immissione sul mercato sia la messa a disposizione dei prodotti cosmetici non conformi. I prodotti già presenti nei saloni dovranno essere smaltiti o ritirati in accordo con i fornitori”.

Quanto al tema della concorrenza sleale, pesa il fatto che i saloni di bellezza a nell’Isola, come nel resto d’Italia, stanno affrontando un’escalation dei costi energetici, con aumenti tra il +20% e il +27%: un salone medio (consumi stimati su decine di MWh/anno) potrebbe subire un aumento tra 2.000 e 5.000 euro all’anno, variabile in base all’energia consumata.

“Gestire un salone oggi significa investire costantemente in formazione, sicurezza, prodotti certificati, igiene e innovazione - rimarca Meloni - non si tratta solo di tagliare capelli o applicare un trattamento: è un lavoro di responsabilità che richiede competenze aggiornate, attrezzature professionali e rispetto rigoroso delle normative”.

“Le nostre imprese sostengono costi significativi - conclude il Presidente - dalle bollette energetiche sempre più care, agli affitti, fino agli obblighi di legge – per garantire un servizio sicuro e di qualità. Chi opera nell’illegalità non ha questi vincoli, ma soprattutto non offre alcuna garanzia”. Com

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