Gaza, 1 Ago 2025 – Almeno 111 palestinesi, tra cui 91 persone in attesa di ricevere gli aiuti umanitari, sono stati uccisi e 820 feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato dal gruppo terroristico Hamas. I dati diffusi dal ministero non possono essere verificati in modo indipendente e non distinguono le vittime civili dai miliziani di Hamas e degli altri gruppi armati.
Il Washington Post ha pubblicato i nomi dei 18.500 bambini palestinesi uccisi da Israele nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023. Ad oggi la guerra ha causato oltre 60.000 morti.
I nomi dei bambini e la loro età sono stati forniti dal ministero della Sanità dell'enclave palestinese, che utilizza i registri degli ospedali e degli obitori, così come dati verificati delle famiglie delle vittime e media affidabili. Sebbene sia impossibile registrare ogni decesso, il ministero della Salute di Gaza sta facendo "registrazioni delle vittime in tempo reale di qualità insolitamente elevata", ha detto al quotidiano Michael Spagat, professore di economia all'Università di Londra e presidente di Every Casualty Counts, un'organizzazione internazionale impegnata sulla documentazione delle vittime dei conflitti armati: "Cercano di essere molto attenti e rigorosi e provano costantemente a migliorare l'elenco".
“Israele si trova sempre più in minoranza”, ha affermato il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul poco prima di partire per Israele e la Cisgiordania. Wadephul ha affermato che è prematuro riconoscere uno Stato palestinese, ma che il processo dei due Stati deve iniziare ora, avvertendo che Berlino potrebbe rispondere a misure unilaterali israeliane. “Una soluzione negoziata a due Stati resta l'unica strada che può offrire alle persone di entrambe le parti una vita in pace, sicurezza e dignità. Per la Germania, il riconoscimento di uno Stato palestinese avviene più che altro alla fine di questo processo. Ma tale processo deve iniziare ora”.
"Ottant'anni dopo l'Olocausto, la Germania sta tornando a sostenere il nazismo", è la risposta del ministro della Sicurezza ed esponente dell'estrema destra israeliana, Itamar Ben Gvir.
"È terribile quello che sta succedendo lì. È una cosa terribile. La gente ha molta fame". Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump rispondendo nello Studio Ovale a un giornalista che gli chiedeva se sia in atto un "genocidio".
A Gaza c'è una situazione di autentico "inferno", con migliaia di persone in preda alla fame e a rischio immediato di morte, mentre appena si entra in territorio israeliano "si arriva in un posto normale": è uno degli aspetti sottolineati in interviste a El País da un gruppo di quattro medici, tre britannici e uno spagnolo, che sono stati recentemente nella Striscia e attualmente si trovano nel paese iberico. Il loro obiettivo, adesso, è denunciare le conseguenze delle azioni militari di Israele. "Mi sembra che gli animali in Regno Unito abbiano più diritti che i palestinesi nella loro terra", sottolinea da Madrid il dottor James Smith, che a Gaza ha lavorato come medico volontario.
Il Canada intende riconoscere uno Stato palestinese alle Nazioni Unite a settembre, ha dichiarato mercoledì il Primo Ministro Mark Carney. Carney ha detto ai giornalisti che la mossa programmata è stata preconizzata in base all'impegno dell'Autorità palestinese a realizzare le riforme, tra cui l'impegno a riformare radicalmente la sua governance e a indire elezioni generali nel 2026 alle quali Hamas non potrà partecipare.
Tra continui bombardamenti israeliani e alle prese con la carestia, le famiglie di Gaza "dormono insieme per vivere o morire insieme", aggiunge dal canto suo il chirurgo Graeme Groom, che ora si trova nella capitale spagnola insieme al collega. Mentre il medico spagnolo Raul Incertis, uscito da Gaza pochi giorni fa attraverso il passo di Kissufim e rientrato a Valencia, sottolinea il contrasto tra dentro e fuori la Striscia: "A destra vedevo tutta Rafah distrutta. A sinistra, coltivazioni di olivi e di agrumi tutte ordinate, perfette", afferma.
A patire gli effetti della carestia ora è anche il personale sanitario stesso. "Un collega chirurgo mi ha detto che aveva bisogno di un catetere venoso al braccio mentre operava, perché non mangiava da due giorni", racconta la dottoressa Ana Jeelani. Incertis parla anche delle centinaia di morti per spari israeliani nelle code della fame presso gli spot della Gaza Humanitarian Foundation (GHF): "Abbiamo riportato all'ONU che c'è una tendenza di intenzionalità, perché sono colpi verso la testa e il torace. A volte sparano ai genitali", dice.
La Slovenia ha annunciato che vieterà il commercio di armi con Israele a causa della guerra a Gaza. “La Slovenia è il primo Paese europeo a vietare l'importazione, l'esportazione e il transito di armi da e verso Israele” ha dichiarato il governo in una nota, aggiungendo di agire in modo indipendente perché l'Unione “non era in grado di adottare misure concrete” come richiesto.
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