Cagliari, 1 Ago 2025 - L'accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea raggiunto in Scozia regge. Nell'ordine esecutivo firmato da Donald Trump per imporre nuove tariffe a decine di Paesi, quelle per l'Ue restano al 15% come stabilito nel bilaterale tra il presidente americano e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Nell'ordine esecutivo si va da un minimo del 10% ad un massimo del 41% contro la Siria. Stabili i dazi sulla Gran Bretagna, al 10%, Trump ha invece modificato le percentuali di alcuni dazi rispetto all'annuncio del 2 aprile. Da oggi la Svizzera sarà colpita da una tariffa del 39%, più alta rispetto a quella minacciata mesi fa, mentre Taiwan passa al 20%, più bassa.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato stanotte un ordine esecutivo che impone dazi reciproci dal 10% al 41% su decine di Paesi.
Uno di questi ordini aumenta i dazi sui prodotti canadesi dal 25% al 35%, fa sapere la Casa Bianca. Le nuove tariffe entreranno in vigore oggi 1° agosto alla mezzanotte di Washington, le 6 del mattino in Italia. "In risposta alla continua inazione e alle ritorsioni del Canada, il presidente Trump ha ritenuto necessario aumentare i dazi sul Canada dal 25% al 35% per affrontare efficacemente l'emergenza attuale", dice la Casa Bianca.
"I dazi stanno rendendo l'America di nuovo grande e ricca. Sono stati usati con successo contro gli Stati Uniti per decenni e, insieme a politici stupidi, patetici e disonesti, stanno avendo un impatto devastante sul futuro, e persino sulla sopravvivenza del nostro Paese. Ora la tendenza è completamente cambiata e l'America ha contrastato con successo questo assalto di dazi usati contro di essa". Lo scrive sul suo social Truth il presidente Usa Donald Trump. "Un anno fa, l'America era un Paese morto, ora è il Paese più caldo del mondo. Congratulazioni a tutti!", aggiunge Trump.
La dichiarazione congiunta su cui l'Ue e gli Usa stanno lavorando dopo l'intesa di principio raggiunta domenica sui dazi "non è legalmente vincolante: è un impegno politico, una tabella di marcia". Ha ribadito il portavoce della Commissione europea, evidenziando che da quel momento inizieranno i negoziati per "ulteriori esenzioni". "La Commissione europea rimane determinata a raggiungere e garantire il numero massimo di esenzioni" sui dazi Usa "anche per prodotti tradizionali come vini e liquori", ma "non ci aspettiamo che vini e liquori siano inclusi tra il primo gruppo di esenzioni annunciate domani dagli Stati Uniti. Pertanto questo settore, come tutti gli altri settori economici, sarà soggetto al 15%".
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea non si limitano a impattare il settore manufatturiero e i lavoratori delle imprese esportatrici: anche il lavoro autonomo intellettuale rischia di subire importanti ricadute economiche.
È quanto emerge dal nuovo studio 'Le libere professioni alla prova dei dazi' realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni in collaborazione con Confprofessioni, Gestione Professionisti e Beprof.
Attraverso un apposito Indice di vulnerabilità dei dazi USA, lo studio ha misurato l’esposizione indiretta delle libere professioni italiane a un possibile shock commerciale, sulla base della quota di fatturato generata da imprese operanti nei settori più esposti all’export verso gli Stati Uniti.
"L'Ue e i Paesi membri hanno il diritto sovrano di legiferare sulle attività economiche in Europa, comprese le infrastrutture digitali. Lo scorso anno a febbraio abbiamo pubblicato il libro bianco" sul dossier e "riteniamo che imporre una tassa di rete" digitale, il cosiddetto fair share, ovvero l'equo contributo che le Big Tech dovrebbero pagare per l'uso delle reti, "non sia una soluzione praticabile". Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue, interpellato sull'inclusione del digitale nell'accordo Ue-Usa sui dazi. "È importante chiarire che questa esenzione non si applicherebbe soltanto alle aziende Usa", ha aggiunto.
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