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L’Onu: “A Gaza la fame uccide come le bombe”. Hamas risponde alla proposta di tregua. 111 Ong: “È carestia di massa”. Mille uccisi in fila per il cibo in due mesi, 33 morti di fame in due giorni.

Gaza, 24 Lug 2025 - Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, Unfpa, ha dichiarato che la "grave mancanza di cibo, un sistema sanitario distrutto e un immenso stress psicologico stanno portando a esiti catastrofici per le donne incinte e i neonati" nella Striscia di Gaza. 

"Da gennaio a giugno di quest'anno - ha dichiarato un portavoce dell'Onu - le nascite sono drasticamente diminuite e 220 madri sono morte, più di venti volte il numero totale di morti materne registrate nel 2022". "Almeno venti neonati - ha aggiunto - sono morti entro ventiquattr'ore dalla nascita e un terzo dei bambini è nato prematuro, sottopeso o ha avuto bisogno del ricovero in terapia intensiva neonatale, laddove tali strutture erano disponibili".

Da Gaza "i genitori ci raccontano che i loro figli piangono fino ad addormentarsi per la fame". Così la drammatica testimonianza del direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un passaggio del suo intervento durante il periodico briefing per la stampa. 

"2,1 milioni di persone intrappolate nella zona di guerra" della Striscia, ha spiegato, "stanno affrontando un'altra minaccia mortale, oltre a bombe e proiettili: la fame". Una fame che uccide: "Stiamo assistendo a un'impennata mortale di decessi correlati alla malnutrizione. Dal 17 luglio i centri per la malnutrizione acuta grave sono pieni, senza scorte sufficienti per l'alimentazione di emergenza. Nel 2025 l'Oms ha documentato 21 decessi correlati alla malnutrizione di bambini sotto i 5 anni. I tassi di malnutrizione acuta globale superano il 10% e oltre il 20% delle donne incinte e in allattamento sottoposte a screening sono malnutrite, spesso in modo grave".        

"La crisi alimentare - ha proseguito il numero uno dell'Oms - è accelerata dal crollo degli impianti di distribuzione degli aiuti e dalle restrizioni all'accesso. Il 95% delle famiglie di Gaza si trova ad affrontare una grave carenza idrica, con un accesso giornaliero ben al di sotto del minimo necessario per bere, cucinare e per l'igiene. Le Nazioni Unite e i partner umanitari non sono stati in grado di consegnare cibo alla Striscia di Gaza per quasi 80 giorni consecutivi, dall'inizio di marzo a metà maggio 2025, a causa del blocco totale dell'accesso umanitario e commerciale. Da allora le consegne di cibo sono riprese a intermittenza, ma rimangono ben al di sotto di quanto necessario per la sopravvivenza della popolazione".        

"I siti di distribuzione alimentare sono diventati luoghi di violenza", ha aggiunto Tedros: "Dal 27 maggio al 21 luglio le autorità sanitarie riferiscono che 1.026 persone sono state uccise a Gaza mentre cercavano di procurarsi cibo da questi siti", ha rimarcato, ricordando che "quasi il 90% del territorio di Gaza è ora soggetto a ordini di evacuazione o si trova all'interno di zone militarizzate da Israele".

L'incontro tra l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani per cercare di accelerare un accordo tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza e gli ostaggi, si terrà oggi "in Sardegna". Lo scrive su X il giornalista di Axios Barak Ravid. 

In precedenza il sito americano aveva riferito che la sede dei colloqui sarebbe stata Roma. La Casa Bianca ha per ora confermato il viaggio di Witkoff "in Europa".

Hamas conferma di aver presentato ai negoziatori la sua risposta alla proposta israeliana di un cessate il fuoco a Gaza di 60 giorni. 

La risposta di Hamas comprende emendamenti proposti alle clausole sull'ingresso degli aiuti umanitari, mappe delle aree da cui l'esercito israeliano dovrebbe ritirarsi e garanzie di una fine permanente della guerra, ha dichiarato all'AFP una fonte palestinese vicina ai colloqui in corso a Doha.

I negoziatori stanno cercando di raggiungere un accordo su una tregua che consenta il rilascio di dieci ostaggi israeliani in cambio di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. Ma i colloqui si trascinano da settimane e ciascuna parte critica l'altra per essersi rifiutata di cedere. Per Israele, lo smantellamento delle capacità militari e governative di Hamas non è negoziabile, mentre il movimento palestinese chiede solide garanzie per una tregua duratura, il ritiro delle truppe israeliane e il libero flusso di aiuti umanitari a Gaza.

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