Milano, 19 Lug 2025 - Un terremoto giudiziario scuote la Milano dei grattacieli e dell'edilizia. E trema anche il sindaco Giuseppe Sala, anche lui indagato secondo quanto riportato da quotidiani e agenzie di stampa.
“Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile” ha spiegato Sala al Corriere della Sera, commentando l'indagine a suo carico nell'ambito delle inchieste sull'urbanistica. Sala, si è appreso, sarà lunedì in Consiglio comunale per riferire all'aula.
In totale, sono più di settanta gli indagati nella maxi inchiesta: da quanto si è saputo al momento sarebbero 74. Le accuse vanno dalla corruzione al falso, dall'abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all'induzione indebita.
Meloni: un avviso non porta l'automatismo delle dimissioni
"La mia posizione è quella che ho sempre su questi casi: penso che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l'automatismo delle dimissioni". Così la premier Giorgia Meloni a proposito dell'indagine.
E sulle sue dimissioni: “È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati".
Le ipotesi di reato sono due: False dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone, in relazione alla nomina dell’ex presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni.
Concorso in induzione indebita a dare o a promettere utilità relativamente al progetto del “Pirellino” dell'architetto Stefano Boeri e dell'imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima.
“Il Pirellino? L'abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti”, spiega Sala. "Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare".
La seconda fattispecie riguarda la nomina di Marinoni. “La composizione della Commissione Paesaggio viene gestita da un'apposita struttura del Comune che seleziona i profili e decide i componenti”, dice ancora il sindaco al quotidiano. "Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo. Aggiungo che non ho mai avuto il numero di Marinoni".
Così il sindaco replica alle indiscrezioni sull'indagine secondo cui "un piano ombra" di governo del territorio (Pgt) sarebbe stato l'obiettivo di Giuseppe Marinoni, architetto ed ex presidente della Commissione Paesaggio del comune di Milano.
Il nuovo filone giudiziario sulla gestione urbanistica di Milano, ha portato a sei richieste d'arresto, tra cui quella per lo stesso Marinoni, e i domiciliari per l’assessore Giancarlo Tancredi e per Manfredi Catella, fondatore di Coima.
A proposito di Tancredi, il sindaco ha inoltre dichiarato che "l'assessore si sta confrontando con i suoi legali prima di assumere qualunque iniziativa".
L'architetto Giuseppe Marinoni, presidente della disciolta Commissione paesaggio e figura centrale nella maxi inchiesta sull'urbanistica anche per il suo dossier patrocinato dal Comune di Milano su "Nodi e Porte Metropolitane", "almeno dal 2017" viaggiava all'estero, con un collega di uno studio di Lugano, "alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente, individuando luoghi e rintracciando soggetti interessati a concludere accordi e a cui vendere i masterplan" per "avviare massicce speculazioni edilizie". Emerge dagli atti dei Pm e da alcune chat di 8 anni fa. Per i Pm "impressiona l'analogia con la vicenda milanese".
Secondo i Pubblici Minsiteri milanesi, Marinoni agiva con la "copertura e la consapevolezza" di Tancredi, “perseguendo l'obiettivo di attuare un Piano di governo del territorio (Pgt) ombra”. E, “con alte parcelle” riceveva “incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree, coinvolti nei maggiori interventi urbanistico-edilizi” di Milano. Tra le società, c'è la S+J con l'architetto Federico Pella, per il quale è stata richiesta la custodia in carcere, con il quale “stringeva un patto di corruzione”.
Nel decreto di perquisizione personale e contestuale sequestro dei pm milanesi, vengono citati anche Unipol, Redo Sgr, Lendlease, EuroMilano, Hines e Coima. Ci sono riferimenti anche ad "interferenze" su alcuni progetti immobiliari da parte dell'ex assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, ora eurodeputato del Pd.
Secondo i Pm Petruzzella, Filippini e Clerici, le vicende dell'intervento "nel cortile di piazza Aspromonte della Bluestone", da cui è partita l'indagine nel 2022 sul "sistema alterato dell'urbanistica milanese", e il caso delle "torri di via Crescenzago", sarebbero stati "costellati" di interferenze a favore di quei progetti da parte di Oggioni, l'ex dirigente comunale e vicepresidente della commissione Paesaggio arrestato lo scorso marzo, e "dell'allora assessore Maran", che non risulta indagato negli atti depositati. In un messaggio, riportato nelle carte, del dicembre del 2020 l'imprenditore Andrea Bezziccheri della Bluestone scriveva ad Alessandro Scandurra, componente della Commissione paesaggio, che "Maran ha fatto forti pressioni anche sulla commissione".
"Sono fiducioso... non per l'amministrazione, ma per i partner che ci stiamo trascinando dietro. L'urbanistica l'hanno sempre fatta loro, da 20 anni. Adesso noi li stiamo convincendo a farla un po' meglio". Sono parole in una chat del 4 agosto 2024 dell'allora presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, per il quale la Procura di Milano ha chiesto il carcere.
Il messaggio di Marinoni, che dialogava con Federico Pella, manager della J+S (richiesta di carcere anche per lui), sono "emblematiche", per i Pm, perché in quella data di agosto dello scorso anno "il programma strategico dei 'nodi' era da tempo avviato" e "volgeva alle battute conclusive della consegna dei masterplan e PPP", ossia il partenariato pubblico-privato, ma "si addensavano le ombre dei dubbi sollevati da alcuni dirigenti- e funzionari del Comune, che avevano riserve sulle eccessive altezze e volumetrie e su altri aspetti di quei progetti".
Negli atti anche una chat di un anno e mezzo prima nella quale Marinoni mostrava la sua gioia a Pella per aver ottenuto il patrocinio di Palazzo Mario sullo studio sui 'nodi metropolitani'. Il 13 gennaio 2023 scriveva, infatti, "oggi mi hanno mandato il patrocinio del Comune per lo studio sugli svincoli ... inizio con i miei amici di Lugano a trovare gli sponsor per finanziare lo studio". E il primo luglio 2024, sempre a Pella, diceva: "Ho riparlato con Tancredi (l'assessore che rischia i domiciliari) suino di (...) poi incontrerò anche Bardelli (ex assessore alla Casa) su questo argomento. Vorrei proporgli se su ogni nodo riusciamo a collocare 100mila metri quadri di edilizia".
Manfredi Catella, l'immobiliarista fondatore di Coima, è accusato di corruzione. L'azienda di Catella è coinvolta in progetti immobiliari importanti che stanno cambiando negli ultimi anni lo skyline della città, come Milano Porta Nuova, il Pirellino, lo Scalo di Porta Romana per le palazzine del Villaggio Olimpico e la Biblioteca degli Alberi, in zona Porta Garibaldi-piazza Gae Aulenti. All'imprenditore gli investigatori hanno notificato l'atto mentre stava per partire in aereo per un viaggio programmato.
"Abbiamo ricevuto una notifica del Tribunale di Milano per informarci dell’indagine in corso relativamente a un incarico progettuale affidato in passato dalla nostra società all’architetto Scandurra. Dato il ruolo dell’architetto anche come membro della commissione paesaggistica del Comune di Milano fino al 2024, viene prospettata l’ipotesi che l’incarico professionale affidato possa avere influenzato la condotta del professionista nella commissione in merito ai progetti promossi dalla nostra società. Abbiamo provveduto tempestivamente a fornire quanto ci è stato sinora richiesto e a svolgere le verifiche interne per confermare la regolarità in merito, che avremo modo di rappresentare con chiarezza nella sede giudiziaria". Così Catella in una nota.
E prosegue "trasparenza e la legalità" siano "fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione anche in questa circostanza".
Stefano Boeri risulta indagato senza richieste di misure cautelari. La replica: “Ho operato in modo corretto”
Risulta indagato anche Stefano Boeri, architetto noto in tutto il mondo per il “Bosco Verticale”, nella nuova tranche dell'inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf sulla gestione urbanistica di Milano. È indagato senza richiesta di custodia cautelare e a suo carico sono state eseguite perquisizioni. Tra i progetti al centro del nuovo filone di indagini ci sarebbe anche la riqualificazione del Pirellino. Boeri è imputato in altri due procedimenti a Milano: per turbativa d'asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea di informazione e cultura e per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.
"Sono convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta a proposito di un'architettura, la cosiddetta Torre Botanica, che da tempo, come è noto, è stato deciso di non realizzare. Confido che l'autorità giudiziaria accerterà al più presto la mia totale estraneità alle scorrettezze che mi vengono imputate".
Marcello Viola, Procuratore di Milano, in una nota relativa all'ultima indagine spiega come indagini sull'urbanistica di Milano hanno mostrato "profili di incontrollata espansione edilizia" che "ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo", scrive nella nota in cui comunica le richieste dei pm dell'applicazione di 6 misure cautelari, arresti in carcere e domiciliari, e 24 perquisizioni e acquisizioni della Gdf anche negli uffici del Comune. Le "indagini" fa sapere Viola, "hanno già portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri" come il Giardino Segreto di via Lepontina, le Residenze Lac di via Cancano, lo Scalo House di via Valtellina-Lepontina e "all’adozione di misure cautelari personali" fra cui gli arresti domiciliari dell'ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune di Milano, Giovanni Oggioni.
Gli ordini di esibizione per acquisire documenti sono stati eseguiti negli uffici del Comune di Milano con circa 80 i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza impegnati nelle attività investigative disposte dai Pm.
Il "patrocinio deliberato su proposta dell'assessore" Giancarlo Tancredi "e del sindaco" Sala "allo Studio di Marinoni sulle Porte Metropolitane" sarebbe stato, per i Pm di Milano, "uno strumento artificioso per raggirare le regole e facilitare l'avvio di un piano di affari occulto, di pianificazione ed attuazione di agglomerati edilizi in ampie aree, intorno a nove nodi periferici, al confine tra la città e i comuni dell'hinterland". E' scritto negli atti. Il capitolo sullo "studio" sui "nodi" è centrale nell'imputazione per falso sulla nomina di Marinoni al vertice della Commissione paesaggio, di cui risponde anche Sala.
Gli ultimi sviluppi dell'inchiesta sull'urbanistica scatenano anche una bufera politica sul comune di Milano.
Da Roma arrivano le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa: "Io non chiedo mai le dimissioni quando inizia un procedimento che peraltro non so fino a che punto lo riguardi personalmente", ma "sicuramente la giunta Sala ha dimostrato di non essere adeguata a Milano".
Certo è che Lega e Fratelli d'Italia invocano le dimissioni del sindaco, mentre Forza Italia auspica una svolta. Il Pd si stringe attorno a Sala. La segretaria dem, Elly Schlein, l'ha sentito al telefono per esprimergli "solidarietà e vicinanza".
Di diverso avviso il M5S che - dice il leader Giuseppe Conte - "non fa sconti a nessuno per quanto riguarda la legalità e l'etica pubblica". Ma a far rumore è anche l'affondo del ministro della Difesa, Guido Crosetto: "Continuo a pensare che la magistratura non debba e non possa sostituirsi al corpo elettorale. A Milano una parte della magistratura inquirente ha anche deciso di sostituirsi al legislatore, nel campo dell'urbanistica, del fisco, del lavoro, attraverso interpretazioni normative che a me sembrano, in molte parti, lontane dalle disposizioni di legge ed anzi molto pericolose".
La bagarre scoppia al termine dell'intervento del capogruppo leghista, Alessandro Verri. Dai banchi dell'opposizione spuntano i cartelli con la scritta “Dimissioni. Sala e la sua giunta liberino Milano”. I consiglieri della Lega e di FdI abbandonano, quindi, i loro banchi e occupano simbolicamente il centro dell'aula, nonostante i ripetuti richiami all'ordine.
La protesta si conclude quando la vicesegretaria della Lega e consigliera comunale, Silvia Sardone, poggia uno dei cartelli sullo scranno del sindaco, assente in aula, così come l'assessore Tancredi. Anche all'esterno di Palazzo Marino, i leghisti e i meloniani, guidati dal capogruppo Riccardo Truppo, in un sit-in hanno chiesto a gran voce le dimissioni di Sala. Che incassa la fiducia del Partito democratico. "Continuiamo a sostenere il lavoro che il sindaco e tutta l'amministrazione dovranno fare nei prossimi due anni", mette a verbale Alessandro Capelli, segretario dem milanese.
Alessandro Sorte, coordinatore lombardo di Forza Italia, dal canto suo, predica prudenza: "Al centrodestra diciamo con chiarezza: evitiamo di seguire la linea giustizialista del Movimento 5 Stelle". E Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, assicura: "Siamo garantisti sempre, anche quando le inchieste toccano il centrosinistra, allo stesso tempo, però, siamo molto preoccupati, riteniamo che paralizzando Milano si corre il rischio di fermare l'Italia intera".
Intanto, se per Azione "siamo di fronte a una situazione desolante", Raffaella Paita, capogruppo di Iv al Senato, chiarisce: "Per me il garantismo è una fede. Sala ha cambiato in meglio Milano".
Dagli "scambi di chat" tra Giuseppe Marinoni, lo ricordiamo, presidente della Commissione paesaggio, e Federico Pella, manager della società J+S, "emerge" che il "sindaco Sala e il direttore generale Malangone", dg del Comune di Milano, "condividono e appoggiano le strategie di Marinoni" e delle società "coinvolte" nelle operazioni immobiliari. Lo scrivono i pm di Milano negli atti. Secondo gli inquirenti, tra l'altro, nel 2024 Marinoni e Pella avrebbero portato avanti anche "trattative per coinvolgere Carlo Masseroli, ex assessore di Milano" e "attuale manager di Nhoods".
Il gip Mattia Fiorentini, in base agli esiti degli interrogatori di garanzia, deciderà se accogliere le richieste della Procura o se rimodularle. A uno degli indagati al momento gli investigatori non sono riusciti a notificare l'atto.
Il filone di indagine che riguarda Tancredi, Catella, presidente di Coima, e anche Andrea Bezziccheri di Bluestone, fa seguito a quello per cui lo scorso marzo è finito agli arresti domiciliari Giovanni Oggioni, architetto ed ex vice presidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, ritenuto il presunto "grande manovratore" di un "sistema" di "speculazione edilizia selvaggia" a favore degli interessi dei costruttori.
Secondo i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, e per l'aggiunto Tiziana Siciliano, Oggioni - che avrebbe pure partecipato alla stesura degli emendamenti della legge Salva Milano, per bloccare le indagini sull'urbanistica, e si sarebbe mosso per farli arrivare, tramite Cerri, in Parlamento, attivando canali politici - avrebbe favorito pratiche edilizie in cambio di utilità.
Per far passare in Commissione alcuni progetti della società Abitare In, avrebbe ottenuto l'assunzione nella società della figlia, anche lei architetto, con contratti tra il 2020 e il 2023 per oltre124mila euro. Ciò sarebbe avvenuto senza una dichiarazione di conflitto di interesse, cosa che gli è costata l'accusa di falso. In secondo luogo Oggioni, che è stato anche dirigente dello Sportello unico per l'edilizia (Sue), tra febbraio 2022 e novembre 2024 avrebbe avuto un contratto di consulenza da Assimpredil Ance, associazione dei costruttori, per oltre178mila euro. Per questo avrebbe condizionato l'attività amministrativa di una serie di pratiche edilizie delle imprese associate, undici in totale.
Alla luce di questa ricostruzione le due società sono indagate mentre il professionista risponde di corruzione. A cui si aggiungono il depistaggio e altri falsi su vari progetti immobiliari già finiti al centro delle inchieste milanesi sull'urbanistica, perché spesso fatti passare per ristrutturazioni in violazione di legge senza i necessari piani attuativi.
Nel decreto di perquisizione, i pm milanesi fanno anche i “conti” sul prezzo della presunta corruzione.
Nel caso di Giuseppe Marinoni, "sono stati individuati allo stato 13 casi di conflitto di interesse non segnalato, con contestuale mancata astensione di fronte alla trattazione, all'interno della Commissione da lui presieduta, di pratiche che hanno interessato operatori privati e progettisti con i quali è in rapporti commerciali".
In cambio avrebbe ricevuto:
369.596,56 euro da J+S S.p.A., società che ha curato la progettazione e lo studio di fattibilità degli interventi, valutati dalla Commissione per il paesaggio "Goccia - Bovisa", "Gardella 2", "Palizzi 89", "Pisani 16", "Pisani 20", "Livraghi19", "Area Santa Giulia - Infrastrutture Arena; 10.040,60 da Acpv Architecs, studio di architettura che fa riferimento ad Antonio Citterio e Patricia Viel, che ha curato la progettazione degli interventi, valutati dalla Commissione per il paesaggio denominati "I portali - Gioia 20" e "Tortona 25";
26.901,00 da Lombardini 22, società che fa riferimento a Paolo Facchini, che ha curato la progettazione degli interventi, valutati dalla Commissione per il paesaggio presieduta da Marinoni, denominati "Bastioni Porta nuova 19" e "Corti di Bayres".
Nel caso di Alessandro Scandurra, "sono stati individuati allo stato 9 casi di conflitto di interesse non segnalato, con contestuale mancata astensione di fronte alla trattazione, all'interno della Commissione di cui è stato membro, di pratiche che hanno interessato operatori privati e progettisti con i quali è in rapporti commerciali".
In cambio avrebbe incassato:
279.136,00 euro da una società riconducibile in parte a Bluestone di Andrea Bezziccheri che ha curato lo sviluppo degli interventi, valutati dalla Commissione per il paesaggio di cui è stato membro, denominati "Hidden Garden", "Salomone 77","Grazioli 59", "Park Towers", East Town";
321.074,72 euro da Castello SGR che ha curato lo sviluppo dell'intervento, valutato dalla Commissione per il paesaggio di cui è stato membro, denominato "Torre Futura";
2.579.127,98 euro da Kryalos, società che ha curato lo sviluppo degli interventi, valutati dalla Commissione per il paesaggio, relativi allo studentato post Villaggio Olimpico e al Pirellino".
Saltano tre progetti per nuovi studentati da 1.530 posti
L'inchiesta milanese si ripercuote anche sui progetti dei nuovi studentati. Redo Sgr, primo gestore di fondi immobiliari che crea valore condiviso attraverso il social housing e la rigenerazione urbana, ha rinunciato a tre progetti già ammessi al finanziamento del Ministero dell'Università a valere sulle risorse Pnrr.
Si tratta - o meglio si trattava - di tre progetti (Rogoredo, Greco Breda e San Leonardo in Milano) ammessi al finanziamento con decreto ministeriale di concessione, rispettivamente da 473, 447 e 600 posti letto, per un totale di 1.530 posti.
La società Redo ha comunicato al ministero guidato da Anna Maria Bernini che non è in grado di firmare gli atti d'obbligo a causa dei ritardi che si sono accumulati nel rilascio dei titoli abilitativi, anche in conseguenza dell'impossibilità di attivare le pur richieste deroghe urbanistico-amministrative.
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