Cagliari, 15 Lug 2025 – La seduta del Consiglio regionale della Sardegna si è aperta sotto la presidenza del presidente Piero Comandini che dopo le formalità di rito ha annunciato la discussione della mozione n. 45 (Pizzuto e più) sulla contrarietà al riarmo e all’economia di guerra.
Luca Pizzutto (capogruppo di Sinistra Futuro) ha espressa una posizione netta contro il piano di riarmo europeo e ha ribadito, in più passaggi del suo intervento, la ferma contrarietà alla guerra («la guerra è il male e il mondo sta scegliendo la guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali»). Non da meno la ferma critica a quello che ha definito “il business della guerra”: «Un’affare da 2.500 miliardi di dollari l’anno, da quale non sono esclusi l’Europa e l’Italia».
«L’idea del riarmo è una scelta scellerata e vigliacca – ha affermato il primo firmatario della mozione – e deve essere combattuta, insieme alle speculazioni che sulle armi si fanno». L’incremento fino al 5% della quota di Pil da destinare alla difesa, a giudizio di Pizzutto, comporterà drammatici tagli alla spesa destinata al soddisfacimento dei primari bisogni sociali e i costi ricadranno dunque sulle nostre comunità.
Dopo una breve sospensione dei lavori, alla ripresa, il capogruppo del M5S, Michele Ciusa, ha ribadito il convinto sostegno al documento e svolto alcune considerazioni sulla situazione geopolitica al livello europeo che “con il conflitto in Ucraina ha riportato la guerra in Europa”. «Il nemico, con la pandemia era un virus – ha affermato l’esponente della maggioranza – e oggi è diventato un umano e le più grandi potenze del pianeta hanno ripreso a riarmarsi per fare le guerre».
«È necessario dire no al riarmo e chiedere al governo di essere presente sui tavoli internazionali – ha concluso l’esponente della maggioranza – servono decisioni diplomatiche, negoziati, trattati. Serierà raziocinio e giudizio». Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato di aggiungere la sua firma alla mozione ed ha invitato l’Aula “a non restare in silenzio, davanti al riarmo, perché comprare armi è diventato più importante del salvare vite umane”. Allo stesso modo, il consigliere della maggioranza ha invitato a “dire no” al silenzio su quanto avviene a Gaza “dove assistiamo all’uccisione di civili gran parte dei quali sono bambini”. Antonio Solinas ha definito il presidente di Israele, Benjamin Netanyahu, “un uomo di morte” ed ha auspicato la piena attuazione della risoluzione Onu tendente al riconoscimento dei due Stati, di Israele e Palestina. L’esponente, nel corso del suo intervento, ha fatto un inciso sui dazi annunciati dal presidente americano ed ha invitato la Giunta e il Consiglio “a porre in essere tutte le più opportune iniziative a sostegno dei settori produttivi della Sardegna, minacciate dalla crisi alle esportazioni che si ipotizzano se saranno applicati i dazi commerciali al 30% verso il mercato Usa.
Corrado Meloni (FdI) ha parlato di “mozioni condivisibile ma solo nelle premesse ed ha invece bollato come “irricevibile” il resto del documento. L’esponente della minoranza ha difeso l’operato del governo italiano («non ha intenzioni belliciste ma lavora con intelligenza per disinnescare il protagonismo bellicista di certi leader europei») ei diversi contesti internazionali ed ha giudicato frutto di una certa “ipocrisia di un certo pacifismo” le considerazioni degli esponenti della sinistra, ricordando come, “proprio le forze della sinistra governavano quando è stata bombardata Belgrado”. A giudizio di Corrado Meloni “il piano di riarmo è necessario per rammodernare la difesa europea e italiana”. Ha annunciato il voto contrario alla mozione anche il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu, che ha ricordato le politiche dei presidenti Reegan e Kennedy per esplicitare il concetto che i valori della democrazia e dell’Occidente devono essere difesi ad ogni costo. «Non significa voler fare la guerra – ha spiegato Truzzu – e i migliori risultati sul piano della diplomazia internazionali sono stati conseguiti proprio ai tempi di Reegan e quanto a Kennedy il suo moto era vis pacem para bellum». Truzzu ha quindi insistito sul piano di riarmo “non come piano sognato dai governi europei” ma come atto necessario per difendere l’Europa, dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di non sopportare più, in misura pressoché esclusiva, i costi delle azioni Onu”.
La capogruppo di Avs, Maria laura Orrù (AVS), ha detto in apertura del suo intervento: «L’umanità è a un bivio e ci sono una serie di scelte da compiere e dobbiamo valutare il progresso tecnologico mettendo al centro l’etica». L’esponente della maggioranza ha citato Francesca Albanese (cofondatrice della rete globale sulla questione palestinese) per invitare il Consiglio a “non restare in silenzio” e a rimettere al centro del suo operare “la pace”. A giudizio della Orrù, il governo italiano appare “timido” nelle delicate fasi della crisi internazionale ed ha auspicato il ripristino delle diplomazie e del diritto internazionale.
La capogruppo ha quindi ricordato i “conflitti” che hanno caratterizzato il vecchio Continente “prima degli 80 anni di pace” per “scongiurare un ritorno agli errori del passato” e per ribadire l’ineluttabilità “di un’Europa unita, che parli con una sola voce, e che ricordi che i nostri giovani oggi si sentono europei». Il consigliere di FdI, Franco Mula, ha invece definito la mozione illustrata dal collega Pizzuto “divisiva” ed ha replicato alle critiche avanzate da alcuni oratori in ordine al ruolo del governo italiano, ricordando come “sia stato proprio il governo Conte a sottoscrivere i primi incrementi degli stanziamenti per il riarmo europeo”. L’esponente della minoranza ha inoltre rivolto critiche a quanti strumentalizzano per fini partitici le manifestazioni “pro Palestina”. In conclusione del suo intervento, Mula ha suggerito la presentazione di un ordine del giorno unitario per riaffermare il “il sì alla pace”, senza riferimenti divisivi e “contro qualcuno”.
Francesco Agus (Progressisti) ha detto di intervenire con grande difficoltà su queste dinamiche estremamente complesse perché la prima vittima della guerra è la verità dei fatti, cioè il racconto di “parte”. La classe dirigente di oggi – ha detto - ha la responsabilità storica di dover garantire la pace alla prossima generazione. La mia generazione ha respirato la pace, è cresciuta convinta di crescere in pace ma non si può dare nulla per scontato. Gli equilibri del mondo stanno scricchiolando. I grandi meccanismi stanno collassando. Noi come piccola comunità non possiamo fare altre che dire che la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo è sacra. Dobbiamo aprire gli occhi e mettere in conto che tra qui a poco tempo la guerra verrà a bussare anche a casa nostra. Già la politica dei dazi americana avrà ripercussioni anche nella nostra economia e aumento delle spese militari inciderà profondamente sul nostro territorio. La Sardegna - ha ricordato Agus - ha il 65% di servitù militari dell’intero paese. E bisogna stare molto attenti: Il tentativo di installare un parco fotovoltaico sul colle cagliaritano di Sant’Elia non è altro che una spesa militare camuffata.
Valdo Di Nolfo (Uniti per Alessandra Todde) ha dichiarato il voto favorevole del suo gruppo alla mozione e ha detto che il suo contenuto è chiaro e netto. “Il Consiglio regionale deve prendere – ha aggiunto - una posizione netta contro il piano di riarmo europeo. Di Nolfo ha ricordato di essere pacifista e antimilitarista e che gli interessa poco chi governa. Oggi l’Assemblea si deve esprimere in modo chiaro. L’Italia negli ultimi anni è tra i paesi che hanno aumentato di più la spesa militare. È giunto il momento di fermare questa escalation di spese militari. Rimettiamo al centro della nostra azione l’umanità e ragioniamo sul nostro territorio.
Piano ha chiesto una breve sospensione della seduta per consentire una riunione del gruppo Pd e il presidente l’ha accordata.
Alla ripresa l’on. Mandas (Cinque stelle) ha detto: “Esistono opinioni differenti e nessuno si deve permettere di distorcere la realtà. I governi Conte 1 e 2 non hanno aumentato la spesa militare ma dato attuazione ad accordi precedenti. Il piano di riarmo europeo è un piano industriale che non c’entra nulla con la guerra e ovviamente nemmeno con la pace ma c’entra molto con la crisi industriale siderurgica della Germania. Ecco, noi non condividiamo questo modo di uscire dalla crisi, convertendo l’automotive nell’industria dei carri armati. Per questo sosterremo la mozione del collega Pizzuto“.
Per Truzzu “il voto è contrario anche se il confronto che si è sviluppato oggi in quest’Aula è stato utile. Non scaricate la responsabilità sui conservatori perché è la vostra maggioranza che guida l’Europa ad aver scelto la strada del riarmo”. Anche Piga (FdI) è intervenuto: “Siamo contro la guerra, contro chi fa valere con i missili le proprie ragioni. Ma non dite che il riarmo porterà una sanità peggiore o trasporti peggiori perché non è vero. Per questo il mio voto sarà no”.
A seguire il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, che ha ringraziato Sinistra futura, e ha detto: “Anche se gli affari esteri non sono di nostra competenza siamo comunque obbligati a interpretare il sentimento del popolo sardo, che a nostro parere va nella direzione della pace e della riduzione dei conflitti. Non siamo favorevoli a questa mozione ma non vogliamo che questo possa impedire l’approvazione della mozione e per questo ci asterremo”.
Per Antonio Solinas (Pd) ha annunciato “il voto a titolo personale”.
La mozione è stata approvata.
Anche la mozione 51, dedicata a quanto accade a Gaza, è stata illustrata dall’on. Pizzuto, che ha detto: “Il porto di Gaza collegava quelle terre alla Sardegna qualche millennio fa e quel porto non esiste più. Ho paura che i giovani un giorno ci possano chiedere dove eravamo in quegli anni di genocidio. Ma dobbiamo fare di più e sulla scia di quanto fanno alcuni governi europei, cioè boicottare le produzioni israeliane e delle multinazionali che finanziano questo sterminio. Perché le guerre sono volute dai sistemi economici e allora anche la Regione Sardegna controlli bene da chi acquista i suoi prodotti. Ogni volta che si fa la spesa si sceglie con che tipo di mondo stare. Noi non vogliamo tacere”.
Truzzu ha illustrato la mozione 54, che tratta ugualmente il tema di Gaza. “Non c’è un’organizzazione statuale palestinese che possa avviare un tentativo di dialogo con il governo israeliano”, ha detto l’oratore, “ma un gruppo di terroristi che si è impadronito del Paese. Il nostro obiettivo deve essere la pace in Palestina, la coesistenza pacifica di due popoli e due Stati. Perché i paesi arabi confinanti con Israele sono silenti? Questa domanda non possiamo non farcela ed è velleitario pensare che il nostro boicottaggio economico possa portare a un risultato concreto”.
Per Giuseppino Canu (Sf) “le responsabilità di Hamas sono forti e gravi, il dialogo è stato ferito profondamente. Ma la guerra è iniziata nel 1948, quando Israele ha cacciato i palestinesi. Arriviamo a oggi: come può esserci una pace se entrambi i popoli non sono coinvolti e se Israele reprime con la violenza anche il dissenso interno?
Per FdI Corrado Meloni “il principio dell’autodeterminazione dei popoli ci appartiene e tutti siamo vicini ai palestinesi dopo la reazione assolutamente sproporzionata del governo israeliano”. L’oratore ha ricordato al pari del collega Pizzuto la militanza giovanile, nel Fronte della Gioventù, e ha difeso la mozione del collega Truzzu: “Siamo consapevoli dei modesti effetti della nostra mozione ma almeno evitiamo una demagogia che porta soltanto alla soddisfazione di una mozione approvata”.
Il presidente ha, quindi, dato la parola al consigliere Alessandro Sorgia (Misto): “Oggi affrontiamo uno dei temi più drammatici e laceranti del nostro tempo, il conflitto israelo-palestinese.
È bene – ha detto Sorgia - porre in risalto, in un contesto così complesso, che il Consiglio regionale, pur non essendo un soggetto con competenze dirette in materia politica estera, abbia il dovere morale e politico di esprimere comunque una posizione chiara, efficace, equilibrata e condivisa su valori, quali la pace e la difesa dei diritti umani, il no alla violenza e il rifiuto di ogni forma di estremismo”.
Il consigliere ha, poi, aggiunto di aver firmato “con convinzione” la mozione 54. Per Sorgia bisogna tener presente che Hamas non potrà essere assolutamente riconosciuto come interlocutore in un processo di pace. È un'organizzazione, ha aggiunto, “che ha fatto del terrore uno strumento sistematico di azione, che si nasconde dietro la popolazione civile” per colpire Israele.
Valdo Di Nolfo (Uniti per Alessandra Todde) ha affermato “con orgoglio” che l'Aula nove mesi fa, è stata la prima Assemblea legislativa regionale “a chiedere alla propria Giunta e alla propria Presidente di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina. Per me è un orgoglio perché poi dopo di noi hanno seguito altre regioni”. Di Nolfo ha poi ricordato che, a Gaza, sono stati uccisi dei bambini che erano in fila per la loro razione di acqua. “Se questo non è genocidio, spiegatemi cosa è”. Per Di Nolfo bisogna “fermare ogni collaborazione economica, di scambio e di progettazione con chi compie queste atrocità”. E ha aggiunto: “Bisogna fermare e interrompere ogni rapporto con il governo Netanyahu”.
Il presidente ha messo in votazione la mozione 51, che è stata approvata, mentre la mozione 54 è stata respinta con 30 voti contrari, 16 favorevoli e un astenuto.
Il presidente Comandini ha chiuso la seduta. Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio. Com
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