Bruxelles, 14 Lug 2025 - La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato oggi a Bruxelles che verrà prorogata la sospensione delle contromisure Ue in risposta ai dazi Usa, oltre la scadenza di domani, 14 luglio, e fino a inizio agosto, perché, ha sottolineato "questo è il tempo del negoziato" con l'Amministrazione americana. Nel frattempo, comunque, ha aggiunto, l'Ue si prepara ad attivare, se sarà necessario, non solo il primo pacchetto di contromisure, quello ora sospeso, ma anche un secondo pacchetto, già concordato con gli Stati membri. Von der Leyen ha parlato rispondendo ai giornalisti a margine di un punto stampa con il presidente indonesiano Prabowo Subianto, che ha incontrato oggi a Bruxelles per discutere la conclusione di un accordo commerciale e di partenariato Ue-Indonesia.
La presidente della Commissione ha rilevato che la lettera ricevuta dal presidente Donald Trump, che annuncia l'imposizione dei dazi del 30% su tutte le importazioni dall'Ue negli Usa, a partire da inizio agosto "avrà effetto a meno che non ci sia una soluzione negoziata".
"Perciò - ha continuato von der Leyen - noi proroghiamo la sospensione delle nostre contromisure (in risposta ai dazi Usa imposti ad aprile sulle importazioni di di acciaio e alluminio, ndr) fino a inizio agosto, e continuiamo intanto a preparare le nostre contromisure, in modo da essere pianamente pronti" se sarà necessario. "Abbiamo - ha spiegato la presidente della Commissione - un approccio con un doppio binario, questo è molto importante: siamo sempre stati molto chiari sul fatto che preferiamo negoziare, questo resta il caso e useremo il tempo che abbiamo fin al primo agosto; riguardo al secondo binario, fin dall'inizio abbiamo lavorato e ora siamo pronti a rispondere con le contromisure, siamo preparati per questo, possiamo rispondere con le contromisure. L'approccio a doppio binario funziona, perché siamo preparati", ha insistito.
Si è conclusa la parte della riunione degli ambasciatori dei 27 Stati Ue dedicata ai dazi Usa e alle possibili contromisure. Da quanto si apprende da fonti a Bruxelles la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha raccolto supporto alla linea proposta, con la decisione tra l'altro di prorogare la sospensione del primo pacchetto di contromisure per quasi 21 miliardi di euro.
Le misure di risposta europee anti-coercizione possono includere: dazi doganali o restrizioni all'import/export di merci provenienti dal Paese responsabile; limitazioni all'accesso agli appalti pubblici nell'Ue per operatori del Paese terzo; restrizioni agli investimenti esteri diretti, in particolare quelli di imprese controllate dallo Stato in questione; barriere alla fornitura di servizi o sospensione dell'autorizzazione a operare nel mercato europeo; azioni su brevetti e diritti di proprietà intellettuale, compresa la revoca di diritti o licenze; designazione di imprese o persone fisiche coinvolte, che possono essere oggetto di misure specifiche (divieti, restrizioni, obblighi).
Accanto alle contromisure da 21 miliardi sui dazi Usa all'acciaio e alluminio europeo, già approvate dall'Ue e ora sospese, e a quelle per circa 72 miliardi contro le tariffe ‘universali’ di Donald Trump, la Commissione Ue ipotizza un terzo pacchetto di misure relativo alla restrizione di esportazioni su determinati beni. Uno degli esempi più rilevanti, rispetto all'interesse Usa, sarebbe quello di limitare l'export dall'Ue dei rottami di alluminio. Lo si apprende da fonti diplomatiche, dopo la riunione oggi degli ambasciatori dei 27. Sul tema il Coreper ha sostanzialmente dato luce verde alla presidente Ursula von der Leyen.
“Non parla Giorgia Meloni, nemmeno di fronte alla prepotenza del suo amico Trump che minaccia dazi al 30% per l'Europa e l'Italia dal primo agosto. Nemmeno dopo gli allarmi delle parti sociali e datoriali e delle associazioni di categoria, che paventano la chiusura di imprese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro” dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein. “La sua maggioranza è sempre più allo sbando, Salvini se la prende con l'Ue pur di non ammettere che il suo idolo Trump rischia di dare un colpo devastante alla nostra economia. Nessuno al governo si occupa più delle persone e delle loro vite. Ora però Meloni scenda per un giorno dal volo con cui viaggia per il mondo a stringere mani, fingendo che in Italia vada tutto bene, esca dalla modalità aereo e si prenda le sue responsabilità davanti al Parlamento e quindi al Paese, per spiegare cosa intende fare per evitare che il primo agosto i dazi si abbattano al 30% sul sistema produttivo e sui lavoratori italiani con conseguenze drammatiche e per sostenere il negoziato UE affinché si sventi una guerra commerciale dolorosa per tutti”.
Una guerra dei dazi "avrebbe intanto un impatto sulla produzione mondiale dei farmaci, perché ostacolerebbe gli scambi dei prodotti intermedi, e rischierebbe di dirottare gli investimenti delle multinazionali nella ricerca e sviluppo in Cina, che sta aspettando a braccia aperte. Soprattutto un dazio molto alto sui farmaci importati dall'Europa potrebbe creare problemi molto seri ai cittadini americani, con una possibile carenza di medicinali, e un relativo aumento dei costi assicurativi. Non è che possono andare a comprare da qualche altra parte, perché semplicemente non li troverebbero. Gli Usa sono il primo paese importatore al mondo di farmaci e vaccini, e questo è un argomento politico forte, che la Ue deve giocare".
Molte farmaceutiche in Ue e in Italia sono americane: è un boomerang? "Si, ma fino a un certo punto. Operano in Europa in un contesto regolatorio molto complicato, e l'amministrazione Trump non è affatto contenta di questo. Anzi, direi che il presidente americano ha perfettamente ragione quando dice: voglio i dazi perché l'Europa ostacola le nostre imprese con barriere non tariffarie, come il nostro payback", risponde.
Letterina shock per la Ue: Donald Trump ha minacciato dazi al 30% sull'export europeo dal primo agosto, avvisando che nel caso di un'eventuale risposta ritorsiva è pronto ad aumentarli della stessa percentuale. Ma il presidente americano lascia anche aperto uno spiraglio di trattativa, ipotizzando modifiche se - si rivolge a Ursula von der Leyen - "desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli stati uniti ed eliminare le vostre politiche tariffarie e non tariffarie e le barriere commerciali". Stesso trattamento per il Messico, diventato il principale partner commerciale degli Usa: tariffe al 30%, comunque meno del 35% preannunciato per il Canada, nonostante il menzionato traffico di Fentanyl sia ben superiore al confine sud.
La risposta europea
Immediata la reazione della presidente della Commissione europea, che si è detta "pronta a continuare a lavorare per un accordo entro il primo agosto", ma avvisando che allo stesso tempo l'Ue adotterà "tutte le misure necessarie" per salvaguardare i propri interessi, "inclusa l'adozione di contromisure proporzionate, se necessario". Von der Leyen ha anche ammonito che i dazi al 30% "interromperebbero le essenziali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito di imprese, consumatori e pazienti su entrambe le sponde dell'atlantico". "Pieno sostegno" agli sforzi della commissione europea nelle trattative da palazzo Chigi, che auspica "un accordo equo, che possa rafforzare l'occidente nel suo complesso, atteso che - particolarmente nello scenario attuale - non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell'atlantico".
Le altre reazioni
Anche il Messico ha criticato la minaccia di dazi così alti, definendola un "trattamento ingiusto". Alla Ue, preavvisata della lettera, Trump ha contestato il divario del deficit commerciale dovuto a barriere commerciali, tariffarie e non tariffarie, definendolo "una grave minaccia per la nostra economia e, di fatto, per la nostra sicurezza nazionale". Al Messico ha rimproverato pure il traffico di droga, riconoscendo che il paese lo ha "aiutato a rendere sicuro il confine ma ciò che ha fatto non è abbastanza. Il Messico non ha ancora fermato i cartelli che stanno cercando di trasformare tutto il nord America in un parco giochi del narco-traffico".
Proprio venerdì la presidente messicana claudia Sheinbaum aveva criticato la "mancanza di coerenza" dell'amministrazione usa, che dichiara i cartelli organizzazioni terroristiche straniere ma poi sigla accordi di patteggiamento con i loro leader, come appena successo con uno dei figli de El Chapo.
Per Bruxelles è una vera doccia fredda, che arriva dopo mesi di negoziati e frequenti telefonate fra Trump e von der Leyen. Nei giorni scorsi inoltre il tycoon sembrava aver cambiato tono con la Ue, affermando che recentemente l'Europa stava trattando bene gli Usa, passando da una posizione "molto dura" a una "molto gentile". La percentuale tariffaria minacciata invece è ben al di sopra di quella al 10% che ci si aspettava, anche se diverse fonti UE ritengono che quella del tycoon sia la sua consueta tattica negoziale.
Questa settimana Trump ha inviato lettere simili ad altri 23 partner commerciali, tra cui Brasile, Giappone e Corea del sud, stabilendo dal primo agosto dazi generalizzati che vanno dal 20% al 50%, oltre a una tariffa del 50% sul rame. Ma già comincia a vedere i frutti dei primi mesi di dazi, almeno dal suo punto di vista. La riscossione delle tariffe doganali usa e' nuovamente aumentata a giugno, superando per la prima volta in un anno fiscale i 100 miliardi di dollari e contribuendo a generare un sorprendente surplus di bilancio di 27 miliardi di dollari per quel mese. I dazi doganali sono diventati la quarta maggiore fonte di entrate per il governo federale: nel giro di circa quattro mesi la loro quota è più che raddoppiata, passando dal 2% al 5% circa. Restano da vedere però, oltre alla reazione delle borse lunedì, i temuti rincari sui consumi interni e gli effetti sull'inflazione: incognite che finora hanno spinto la Fed a non tagliare il costo del denaro, come vorrebbe il presidente.
Comments are closed.