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Crisi idrica regionale, approvata legge per attuare norme straordinarie. Assessore Piu: “necessario fronteggiare emergenza con ogni mezzo.

Sassari, 10 Lug 2025 - La legge “Norme straordinarie per il superamento dell'emergenza idrica” approvata in Consiglio Regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu, d’intesa con la presidente Alessandra Todde e le assessore degli Affari generali, Maria Elena Motzo, e dell’Ambiente, Rosanna Laconi, ha dato una prima, importante risposta per consentire una maggiore capacità di azione della struttura regionale nelle operazioni di Protezione civile connesse con l’emergenza idrica. “Un passaggio necessario – spiega Piu che ha presentato la nuova legge stamane in conferenza stampa – perché ad un contesto di eccezionale crisi idrica deve corrispondere una straordinaria incisività dell’azione di contrasto con tutti i mezzi a disposizione, compreso quello normativo. Con questa legge consentiamo all’Ente acque della Sardegna, attraverso l’attribuzione di ulteriori funzioni in ambito di Protezione civile, di impiegare immediatamente risorse finalizzate a garantire la sostenibilità idrica”. 

Il mutamento del contesto climatico generale ha determinato e sta determinando situazioni di scarsità della risorsa idrica a macchia di leopardo, mettendo alternativamente in crisi i vari sistemi di approvvigionamento, l’anno scorso le Baronie e l'Ogliastra, oggi il Sassarese e la Nurra con situazioni in preoccupante tendenza al peggioramento. Questo contesto ha determinato la necessità di intervenire sull’Ente regionale (Enas) che ha il compito di gestire il Sistema Idrico Multisettoriale, cioè quell’insieme di infrastrutture (dighe, impianti, condotte e canali di proprietà della regione), che forniscono acqua sia per uso civile (al gestore del Servizio idrico integrato Abbanoa), sia per uso irriguo (ai Consorzi di Bonifica), sia per uso industriale (ai consorzi industriali). 

“Mi preme sottolineare – prosegue Piu – che la legge approvata consente a Enas di agire più rapidamente in caso di guasti, grazie a un ampliamento delle funzioni e grazie all’aumento del personale operativo. Per capire quanto sia necessario potenziare il personale – sottolinea l’assessore – riporto un esempio concreto: in occasione di una grave rottura nel nord dell’Isola, l’unico operaio reperibile era a Cagliari e ha impiegato due ore e mezza per raggiungere la condotta da chiudere nel Sassarese. Questo non può più accadere, non ce lo possiamo permettere. Attualmente Enas ha 238 dipendenti su un fabbisogno teorico di 326. Il personale operativo in alcune zone è ridotto all’osso con solo tre operai per 150 km di condotta”. 

La norma approvata innova il sistema attraverso azioni sui seguenti temi: Assetto istituzionale: la norma riconosce ed affida ad Enas i compiti di protezione civile connessi con la gestione delle crisi idriche, consentendo interventi emergenziali per la riparazione delle condotte e per effettuare le ottimizzazioni degli impianti e delle infrastrutture con ridotti tempi di intervento; Personale di Enas: la norma potenzia l’organico di Enas, incrementando la consistenza numerica ed internalizzando le importanti funzioni di gestione degli impianti e del laboratorio analisi che rivestono importanza strategica nella gestione qualitativa delle acque e nell’ottimizzazione dei sistemi. La norma, inoltre, consente di avviare le selezioni del personale operaio dai centri dell’impiego prossimi al luogo di svolgimento delle attività lavorative, permettendo un maggiore radicamento ed una maggiore conoscenza del contesto territoriale di riferimento; Interventi infrastrutturali: vengono stanziati quattro milioni di euro per interventi emergenziali lungo le condotte del Coghinas, per potenziare la fornitura d’acqua al Sassarese e scongiurare (o almeno limitare) la possibilità che l’attuale crisi determini nei prossimi mesi i razionamenti potabili nelle città di Sassari, Alghero e Porto Torres, attualmente alimentate anche dal sistema Temo – Cuga – Bidighinzu, che versa in condizioni di assoluto deficit; Interventi Gestionali: vengono stanziati 4.8 Milioni per coprire i costi energetici per i trasferimenti delle acque da sistemi più ricchi d’acqua, a quelli più carenti; Fondo emergenze: viene costituito un fondo, alimentato annualmente con 2,8 milioni, per fronteggiare (temporaneamente, in attesa degli interventi di sostituzione) le rotture improvvise ed impreviste, che potrebbero mettere in crisi i sistemi fragili, che reggono il proprio funzionamento su condotte obsolete.

E, infine, modifica norma trasferimento personale “ex Esaf”: viene, in accordo con l’Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, modificata la norma contenuta nella scorsa legge finanziaria, per renderla più armonica al dettato normativo nazionale e per consentire una celere applicazione, finalizzata ad un più razionale utilizzo di questo personale, che potrà quindi essere utilizzato nell’ambito delle emergenze in atto.

“L’approvazione della legge, prima in Giunta e poi in Consiglio, in meno di un mese – sottolinea l’assessore – da prova della serietà e del senso di responsabilità che il mio Assessorato e l’Amministrazione regionale sta mettendo su questo tema. Oggi chiamiamo la crisi idrica con termini emergenziali rispetto alle condizioni attuali del Sistema che non era pensato per mutamenti così significativi, ma dobbiamo avere la consapevolezza che il cambiamento climatico va in questa direzione e dobbiamo con tutti i mezzi a disposizione invertire il paradigma e agire in modo incisivo sull’intero apparato della risorsa idrica”. Com

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