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Dazi, Trump: le prime lettere a Seul e Tokyo, nuove aliquote dal primo agosto.

Cagliari, 8 Lug 2025 – Settimana cruciale per il raggiungimento di accordi commerciali tra gli Stati Uniti e i partner, prima che i nuovi dazi, previsti per decine di Paesi, vengano imposti. Il presidente Donald Trump ha ottenuto diverse importanti vittorie nelle ultime due settimane, tra cui la firma del suo maxi pacchetto di spesa. La crescita dell'occupazione negli Stati Uniti, a giugno, è stata più costante di quanto gli economisti avessero previsto, a dimostrazione della solidità dell'economia. Alle 18 italiane di oggi, Trump inizierà a inviare delle lettere ai Paesi per informarli delle nuove aliquote tariffarie sulle loro esportazioni verso gli Stati Uniti, dopo mesi di complesse negoziazioni, o di una nuova scadenza per le trattative. "È semplicemente molto più facile. Abbiamo ben più di 170 Paesi. E quanti accordi si possono fare? E si possono fare buoni accordi, ma sono molto più complicati", ha detto Trump a proposito delle sue lettere. Trump ha poi affermato che le nuove aliquote tariffarie potrebbero variare dal 10% al 70% e che i pagamenti saranno a partire dal primo agosto. 

Ieri sera, su Truth Social, Trump ha minacciato un'imposta aggiuntiva sui Paesi che si allineano al gruppo Brics, colpevoli di "politiche antiamericane". Il post è stato scritto mentre i leader del blocco, formato da Brasile, Russia, India, Cina e altri Paessi, si incontravano a Rio de Janeiro. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato domenica, durante il programma "State of the Union" della Cnn, che le lettere potrebbero indicare 'solo' un'altra scadenza che i partner commerciali dovranno rispettare, per raggiungere un accordo con gli Stati Uniti ed evitare i cosiddetti dazi reciproci originariamente annunciati ad aprile.

"La vocazione alla pace l'Europa l'ha sempre coltivata e la mantiene". Inoltre l'Unione europea "è al centro di una rete commerciale aperta che garantisce pace: questa vocazione di pace della Ue è condivisa per restituire alla vita internazionale un modello di convivenza serena".
Sergio Mattarella non pronuncia mai la parola dazi ma il suo pensiero è chiarissimo in una giornata delicatissima per l'Europa alle prese con un trattativa violenta con Washington sulle barriere tariffarie che, peraltro, non sembra andare benissimo. Il presidente della Repubblica ne ha parlato da Zagabria nel corso di una visita ufficiale ad un Paese ormai amico che è membro a pieno titolo dell'Unione europea, della Nato ed ha anche introdotto la Moneta unica. Un alleato forte dell'area, che potrebbe essere per l'Italia un vero e proprio hub per i Balcani per i quali il capo dello Stato ha invocato un'accelerazione per la loro entrata a pieno titolo nel club europeo.
Pace, Europa e libero mercato. Su questi tre anelli si è ancorato il filo dei colloqui che il presidente ha avuto in Croazia, Paese in crescita, fieramente patriottico ma non per questo distaccato dai valori europei. Pace e libero mercato sono per Mattarella valori che viaggiano insieme e oggi l'ha ben spiegato da Zagabria dopo un lungo colloquio con il presidente Zoran Milanovic: "L'Europa è nata "per assicurare a un continente dilaniato da secoli di guerre una prospettiva di pace. Una pace che dura da oltre 70 anni" e che quindi rappresenta "un'offerta di modello al resto della comunità internazionale", ha spiegato riassumendo il cuore delle conversazioni. "L'Unione europea è stata veramente un concreto progetto di pace per le relazioni tra Croazia e Italia e sarebbe opportuno che continuasse ad agire in tal senso anche su una scala più larga", gli ha fatto eco il presidente croato Zoran Milanovic.
Si è parlato quindi anche di allargamento dell'Unione, della necessità di non fermarsi nel cammino delle riforme istituzionali ed economiche già da tempo presenti sul tavolo di Bruxelles. Necessità ribadita anche al premier Andrej Plenkovic: bisogna "rafforzare i processi decisionali per renderli più efficaci e tempestivi", si è concordato.
Il capo dello Stato ha voluto sottolineare quanto nel mondo "le sfide si siano moltiplicate". "Oggi l'Europa - ha aggiunto - ha più che mai bisogno del convinto contributo di tutti i suoi Stati membri per continuare a rafforzarsi e integrarsi, per poter affrontare da protagonista il mutato contesto geopolitico". Lavorare insieme quindi, per mantenere "il modello Europa" vivo e forse anche "forte", come ha chiesto oggi la presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel bel mezzo della guerra commerciale voluta da Donald Trump.
Se con la Croazia sono state efficacemente vaporizzate le scorie di un passato non troppo lontano, ora Roma e Zagabria lavorano sodo per il business e i frutti si vedono: l'Italia continua ad essere tra i primi partner commerciali della Croazia (primo nel 2022 e 2023; secondo nel 2024 dopo la Germania). La Croazia può effettivamente diventare un ponte di penetrazione per i Balcani che restano, per la politica estera italiana, una priorità. "Croazia e Italia condividono l'intendimento di veder portare a compimento, senza ulteriori indugi, il processo di allargamento, soprattutto nei Balcani occidentali che da oltre vent'anni hanno avviato il loro processo di avvicinamento all'Unione", ha infatti ribadito Mattarella. Perfettamente d'accordo il presidente Milanovic che ha confermato come ad avviso della Croazia "soprattutto l'Albania, il Montenegro e la Macedonia del Nord, sono tenuti da troppi anni e senza valide ragioni nell'anticamera dell'Ue". 

Il Giappone definisce "estremamente deplorevole" l'annuncio fatto dal presidente americano Donald Trump sui dazi usa al 25% per l'import di beni made in Japan. Il premier Shigeru Ishiba, sulla vicenda, ha assicurato che Tokyo "continuerà a dialogare con gli Stati Uniti alla ricerca di un accordo che sia reciprocamente vantaggioso", ricordando che Washington ha "proposto di continuare il confronto fino alla scadenza del primo agosto", quando i dazi entreranno in vigore. Il sol levante, ha aggiunto Ishiba nel resoconto della Kyodo, è stato comunque "in grado di evitare tariffe pari al 30-35% come risultato dei negoziati fatti".

Di fronte alle pressioni dei dazi Usa, la Cina "rimane ferma nel difendere i propri diritti e interessi e nel sostenere l'equità e la giustizia internazionale". Il premier li Giang, durante l'incontro a margine del 17/mo vertice dei Brics con la numero uno dell'organizzazione mondiale del commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, ha assicurato che Pechino dispone "di abbondanti risorse e mezzi per contrastare gli impatti esterni negativi" ed "è fiduciosa e in grado di promuovere uno sviluppo economico costante e sano". La Cina introdurrà "ulteriori misure di apertura volontaria e unilaterale", ha aggiunto Li, secondo l'agenzia Xinhua.

Il presidente USA Donald Trump ha inviato lettere con la nuova aliquota dei dazi anche alla Bosnia con il 30%, all'Indonesia che dovrà pagare il 32%, e infine al Bangladesh al 35%. In secondo tempo sono state inviate missive sui dazi anche a Serbia 35% Cambogia 36% e Thailandia 36%.

Il Presidente brasiliano Lula ha dichiarato che i BRICS non vogliono un "imperatore", dopo le minacce di dazi doganali aggiuntivi lanciate da Donald Trump al gruppo dei Paesi emergenti. "Non vogliamo un imperatore. Siamo paesi sovrani", ha detto Luiz Inacio Lula da Silva, in una conferenza stampa che ha concluso un vertice Brics di due giorni a Rio de Janeiro. Dopo le critiche espresse domenica dal blocco dei Paesi emergenti contro la guerra commerciale lanciata dal presidente americano, quest'ultimo ha minacciato di imporre un dazio doganale supplementare del 10% contro "qualsiasi paese che si allinei alle politiche anti-americane dei Brics".

L'accordo quadro con gli Usa in materia commerciale su cui l'Ue sta lavorando prevede un dazio base del 10%, con alcune eccezioni, come per gli aerei e per gli alcolici.

È quello che la Commissione ha spiegato ai rappresentanti permanenti degli Stati membri riuniti nel Coreper questa sera a Bruxelles, riferisce una fonte diplomatica europea. In ultima analisi, però, tutto dipende dalla volontà del presidente.
L'analisi della Commissione, continua la fonte, è che sembra che si tratti di accettare o l'asimmetria nei dazi (cioè, dazi unilaterali Usa, non controbilanciati da dazi Ue) o l'imprevedibilità. Allo stesso tempo, la Commissione ha ammesso che non ci sono impegni che impediscano futuri dazi da parte degli Stati Uniti o ulteriori concessioni nell'ambito dell'accordo quadro. Infine Trump dovrebbe inviare lettere oggi, ma non all'Ue, cosa che dovrebbe dare più tempo per raggiungere un accordo quadro, potenzialmente entro la fine di questa settimana.

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