Roma, 4 Lug 2025 - Comprendiamo le difficoltà dell’On. Deidda nel difendere un’affermazione che appare quanto meno sfortunata. Chiunque abbia una minima dimestichezza con la lingua italiana può comprendere il significato della frase contenuta nel Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne:
“Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile.
Un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa (popolazione di piccole dimensioni, in forte declino, con accentuato squilibrio tra vecchie e nuove generazioni), oltre che con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. Queste Aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento, in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”.
Se l’On. Deidda avesse letto con attenzione, avrebbe potuto notare che il documento parla di irreversibilità della situazione in vaste aree del Paese, Sardegna compresa. Una lettura che noi contestiamo totalmente. Le condizioni per la ripresa devono essere create, non accettate come un destino già scritto.
Purtroppo, questo governo mostra un evidente deficit di proposte e di idee per affrontare concretamente la sfida dello spopolamento, limitandosi a dichiarazioni che rischiano di legittimare l’abbandono invece che il rilancio. Basti pensare che l’investimento previsto dal Governo per il Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne è meno di mezzo miliardo di euro per l’intero Paese, una cifra largamente inferiore a quanto investito dalla Regione Sardegna nella propria Programmazione Territoriale.
Per quanto riguarda la Sardegna, dal 2016 la Programmazione Territoriale – voluta dalla Giunta Pigliaru, confermata dalla Giunta Solinas e recentemente rafforzata dall’Assessore Giuseppe Meloni – rappresenta una strategia regionale concreta per contrastare lo spopolamento. Basterebbe che l’On. Deidda ne chiedesse conto ai numerosi sindaci di Fratelli d’Italia che ne hanno beneficiato, visto che neanche il Centrodestra ha avuto il coraggio di modificarla.
Resta dunque l’errore politico e terminologico di quella frase, che fotografa una realtà complessa e differenzia la visione politica di destra e sinistra: la destra spesso sostiene il rafforzamento dei territori già forti, rischiando di trascurare i più deboli; la sinistra, al contrario, opera per garantire a tutti pari opportunità e diritti, impegnandosi per non lasciare indietro nessuno. Com
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