Cagliari, 20 Giu 2025 - Il 23,4% delle imprese sarde con addetti utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare i processi aziendali, realizzare prodotti migliori prodotti e offrire servizi più adeguati quindi per sicurezza informatica, relazioni con clienti e fornitori, videosorveglianza, elaborazione immagini, gestione robot, analisi dati e sistemi previsionali, automazione di processo e trattamento linguaggio macchina.
Delle 4.967 realtà che sfruttano questa nuova tecnologia, 1.161 sono artigiane con dipendenti.
In percentuale, l’Isola si piazza al terzo posto assoluto in Italia: prime le Marche con il 27,5%, seguite dal Veneto con il 23,4% contro una media nazionale 19,3%.
È quanto emerge dallo studio “I pionieri dell’IA” realizzato dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che ha analizzato i dati di UnionCamere, Ministero del Lavoro, Sistema Excelsior e Istat.
Come detto, lo studio evidenzia inoltre che le applicazioni più diffuse nelle MPI artigiane riguardano la gestione economico-finanziaria (46%), il marketing e l’e-commerce (34,8%) seguite a distanza da gestione dei clienti con il 18,8%, gestione dei servizi e della produzione con il 18,5% e la sicurezza informatica (18,3%).
I settori maggiormente interessati sono le attività di servizi, le costruzioni, il manifatturiero, il trasporto e magazzinaggio; a seguire i servizi alle imprese, la gestione di rifiuti e acqua, alloggio e ristorazione, informazione e comunicazione.
“Questi dati dimostrano come il tessuto imprenditoriale sardo non sia solo reattivo, ma anche coraggioso nell’innovare – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – un segnale che parla di futuro, innovazione e capacità di adattamento del nostro saper fare”. “La cosiddetta “intelligenza artigiana” – continua Meloni - si rivela un fattore strategico per affrontare la transizione digitale, senza perdere l’anima del nostro lavoro: creatività, manualità e legame con il territorio”
A livello territoriale, nella provincia Sassari-Gallura 1.751 imprese utilizzano l’intelligenza artificiale, di cui 430 sono artigiane (24.6%), nella provincia di Cagliari 1.494 imprese di cui 247 artigiane (il 16,5%), nel Sud Sardegna su 750 realtà 214 sono artigiane (28,5%), a Nuoro su 585 attività ben 173 artigiane (29,6) e Oristano con 387 imprese di cui 97 artigiane (25,1%).
L’analisi, al contrario, dimostra anche come rimanga alta la quota di imprese che dichiara di non sapere come introdurre l’IA nei propri processi: ben il 69,5%.
Dall’analisi emerge anche che le imprese sarde hanno previsto l’entrata di quasi 18mila lavoratori con elevate competenze digitali avanzate pari al 11,2% del totale delle entrate annuali. Di questi, circa 9.500 addetti sono difficili da trovare, con una percentuale equivalente del 52,7%.
Confartigianato Sardegna ha voluto anche indagare sulle motivazioni che portano ancora troppe realtà a non usare tecnologie legate all’IA. E, infatti, secondo l’Ufficio Studi emerge come il 69,9% delle imprese (7 su 10) non sappia come introdurre soluzioni di IA nei processi produttivi o di servizio mentre il 15,6% pensa che il proprio business aziendale non possa beneficiare dell’uso delle tecnologie legate all’IA.
“I dati ci dicono che si deve agire su due fronti – aggiunge Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – il primo è sicuramente la formazione attraverso un maggior impegno in fase di orientamento e dei rapporti con le istituzioni formative per arrivare ad avere figure e competenze adeguate alle necessità delle imprese, campo sul quale da tempo”.
A livello nazionale due terzi (66%) degli imprenditori e lavoratori autonomi italiani hanno un’opinione positiva sull’utilizzo di intelligenza artificiale (IA) e robot nei luoghi di lavoro.
In Italia nel 2024 sono 181.652 imprese con dipendenti le pioniere che hanno adottato tecnologie legate all’IA, pari all’11,4% delle imprese con dipendenti, con una maggiore diffusione nei Servizi (12,6%) rispetto al Manifatturiero (8,8%) e alle Costruzioni (7,7%).
Le regioni leader per pionieri dell’IA sono Lombardia con 32.080 imprese (17,7% del totale), Lazio con 17.669 imprese, Campania con 17.221 imprese, Veneto con 15.507 imprese ed Emilia-Romagna con 13.649 imprese. Sono 177.887 le Micro e Piccole Imprese (MPI), utilizzatrici di IA mentre 34.997 sono le imprese artigiane. Le imprese artigiane pioniere dell’IA sono il 19,3% delle imprese utilizzatrici di IA, con una maggiore incidenza nelle Marche con 27,5%, Veneto con 24,0%, Sardegna con 23,4%, Provincia Autonoma di Bolzano con 23,3% ed Emilia-Romagna e Toscana, entrambe con 23,1%.
Tra le applicazioni legate all’IA maggiormente utilizzate prevale la sicurezza informatica con il 22,1%, seguita da analisi documenti con il 18,3% e CRM (Customer Relationship Management) con il 14,9%. Tra i processi in cui l’IA viene utilizzata, predominano la gestione economico-finanziaria con il 41,9% e il marketing, promozione digitale ed e-commerce con il 35,4%.
Un terzo (34%) degli imprenditori e lavoratori autonomi non si considera sufficientemente esperto nell’uso delle tecnologie digitali più recenti, tra cui l’intelligenza artificiale. Tra le imprese che non utilizzano l’IA il 15,6% pensa che il business aziendale non possa beneficiare dell’uso delle tecnologie legate di IA mentre il 69,9% non sa come introdurre soluzioni di IA nel modello di business/nei processi dell’impresa.
Il 13,1% delle imprese ha già assunto o intende assumere personale per la gestione delle tecnologie IA. Le imprese prevedono l’entrata di 686mila lavoratori con elevata richiesta di competenze digitali avanzate, che includono l’intelligenza artificiale, oltre a cloud computing, Industrial Internet of Things (IIoT), data analytics e big data, realtà virtuale e aumentata e blockchain, pari al 12,4% del totale delle entrate. La carenza di competenze digitali avanzate rappresenta un ulteriore vincolo alla diffusione dell’IA: il 53,5% dei profili richiesti è di difficile reperimento, in particolare in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Toscana. Com
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