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Impiegata infedele di Poste Italiane sospesa dal servizio. I Carabinieri delle Stazioni di Ghilarza e Abbasanta notificano la misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio. 

Ghilarza (Or), 17 Giu 2025 - Dopo scrupolose indagini, i Carabinieri delle Stazioni di Ghilarza e Abbasanta, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio emessa dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Oristano, su richiesta di quella Procura della Repubblica, nei confronti di una impiegata di Poste Italiane che è stata ritenuta responsabile di vari episodi di peculato e di sostituzione di persona.

Le indagini, iniziate nei primi mesi del 2024, a seguito di denunce-querele presentate da diverse vittime della donna, hanno consentito di ricostruire e di raccogliere elementi di prova e gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagata che, nella sua qualità di dipendente di Poste Italiane e, quindi, di incaricata di un pubblico servizio, con più condotte di reato e in diverse sedi dell’azienda dove, nel tempo, aveva prestato servizio, si era appropriata di somme di denaro - per un totale di quasi 40.000€ - utilizzando, di volta in volta, estinguendo le carte postepay intestate ai clienti e, al fine di trarne profitto, utilizzando documenti o copie di documenti già in suo possesso, si sostituiva ad ignari correntisti accendendo libretti postali e prelevandone somme che lei stessa aveva costì fatto confluire. Inoltre si appropriava indebitamente di somme di denaro intestate a diversi correntisti simulando operazioni che, a fronte di richieste di spiegazioni, asseriva “non essere andate a buon fine”. Le persone prese di mira dall’impiegata infedele, resesi conto degli ammanchi o a seguito di pagamenti non andati a buon fine, o per aver ricevuto comunicazioni da Poste Italiane della chiusura di conti correnti o sulla scadenza di carte postepay, operazioni di fatto da loro mai autorizzate nonché a seguito del mancato accredito delle loro pensioni, hanno deciso di recarsi presso varie Stazioni dei Carabinieri per presentare le denunce.

In alcune occasioni è stato accertato che l’indagata, per sviare eventuali indagini poste in essere nei suoi confronti, per porre in essere le operazioni illecite, aveva utilizzato le postazioni di lavoro di altri suoi colleghi, di fatto assenti per vari motivi. In un caso, inoltre, si è accertato che la donna, per attivare libretto postale, aveva utilizzato una carta d’identità risultata “smarrita” in data antecedente a quella del suo utilizzo. Durante gli accertamenti, poi, l’esame delle firme apposte sul modulo di richiesta di apertura del libretto appariva del tutto difforme da quella dei querelanti. 

Significativo è anche il criterio di selezione delle “vittime” che, come dice il G.I.P. nella misura cautelare, viene individuato e ricercato nella particolare fragilità e vulnerabilità delle stesse, trattandosi di persone di età avanzata, con limitazioni linguistiche (una vittima è di etnia cinese) o sensoriali (in un caso la vittima è un non udente). Tali condizioni erano tutte ben note all’indagata in ragione dell’attività lavorativa svolta che le consentiva, appunto, una accurata selezione della vittima.

Quindi la perquisizione effettuata a casa dell’indagata il 26 marzo scorso, ha consentito di rinvenire e sequestrare materiale di interesse per le indagini tra cui una carta d’identità ed una tessera sanitaria intestata a terza persona, varie fotocopie di documenti d’identità ed una agenda in cui erano stati annotati numeri di carte postepay con abbinati i nominativi dei titolari.

Il consiglio ai cittadini è quello di recarsi sempre presso le Caserme dell’Arma anche solo per un semplice consiglio o nel caso in cui ci si renda conto di aver subito tentativi di truffa o, come nel caso in esame, si riscontrino mancanze di denaro sospette. Si tenga presente che qualsiasi operazione bancaria (e/o postale come in questo caso) è tracciata e può essere riscontrata in qualsiasi momento presso gli sportelli, con app ufficiali o attraverso i numeri telefonici forniti dagli Istituti.

Tanto si comunica nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio.

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