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Omicidio Denisa, guardia giurata confessa: “Mi ricattava, l’ho uccisa”. Strangolata e nascosta. Vasile Frumuzache, 32 anni, fermato mercoledì ha confessato.

Firenze, 5 Giu 2025 - Ha confessato la guardia giurata fermata con l’accusa di aver ucciso Maria denisa Paun, l’escort rumena di 30 anni scomparsa il 15 maggio da un residence di Prato e ritrovata senza vita in una zona impervia vicino a un casolare abbandonato di Montecatini Terme.

“Mi ricattava, per questo l’ho uccisa” ha detto Vasile Frumuzache, 32 anni, romeno come Denisa, sposato, due figli, residente a Monsummano Terme.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei Carabinieri di Firenze e Prato, guidati dal procuratore Luca Tescaroli, Denisa sarebbe stata strangolata la sera stessa della sua scomparsa nella stanza 101 dell’hotel Ferrucci dove Denisa riceveva i suoi clienti. 

Il corpo senza vita di Maria Denisa Paun, 30 anni, prostituta romena residente a Roma, è stato trovato a Montecatini Terme (Pistoia). La donna, nota anche come Adas dal cognome dell'ex marito o Alexanda nel mondo della prostituzione, era scomparsa la notte tra il 15 e il 16 maggio da Prato, dove si trovava per una serie di appuntamenti con alcuni clienti. Intorno alle 11.20 di questa mattina il cadavere è stato scoperto in una zona impervia, nascosto tra i rovi, vicino a un casolare abbandonato lungo una mulattiera.

La procura della Repubblica di Prato ha subito disposto un sopralluogo tecnico congiunto cui hanno partecipato i carabinieri del Ros, del Gis, dei nuclei investigativi dei reparti operativi di Prato e Firenze e i vigili del fuoco. Sulla base degli elementi raccolti, la procura diretta da Luca Tescaroli ha disposto il fermo di un cittadino romeno di 32 anni, residente a Monsummano Terme (Pistoia), con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere.

In un comunicato il procuratore Tescaroli sottolinea che la sua decisione si è basata sulle immagini delle telecamere di sorveglianza, sui tabulati telefonici e sul Gps della Volkswagen Golf del sospettato. Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia del cadavere e sarà interrogato l’indagato.

Secondo gli elementi a disposizione degli investigatori, Maria Denisa Paun aveva trascorso l'ultima notte in compagnia di un cliente in un residence in via Ferrucci, a Prato, dove era arrivata da tre giorni. Nei giorni successivi sarebbe dovuta andare a Bologna per incontrare altri clienti, ma la prostituta è morta prima di arrivare nel capoluogo emiliano.

Dai tabulati telefonici emerge che la notte del 15 maggio Denisa prima ha chiamato la madre alle 23.30 e poi per due volte ha parlato sempre al telefono con un uomo di origine romena. Sono gli ultimi contatti certi prima che il suo cellulare sia spento.

Testimoni hanno riferito che quella sera la donna sembrava agitata. Una barista ha affermato di averla sentita dire in romeno, con voce tremante: “Se vado da lui o mi vede mi ammazza”. Il 17 maggio la madre, Maria Cristina Paun, residente a Roma, denuncia la scomparsa della figlia.

I carabinieri entrano nella stanza 101 del residence occupato da Denisa. La chiave era ancora inserita nella toppa, all'interno ci sono scarpe con il tacco, trucchi, medicinali, ma anche le valigie e i telefoni della donna. Non ci sono segni di violenza e la macchina della trentenne, una Fiat 500, è ancora parcheggiata all'esterno con l’abbonamento settimanale del parcheggio sul cruscotto.

A quasi due settimane dalla scomparsa di Denisa, la procura di Prato iscrive nel registro degli indagati un avvocato 45enne di Reggio Calabria, con l’accusa di sequestro di persona in concorso. Secondo la testimonianza di un’amica della vittima, l'uomo avrebbe contattato la madre della prostituta affermando era ancora viva, ma prigioniera da una banda di romeni dopo essere stata ferita.

L'avvocato avrebbe proposto alla madre l’assistenza legale gratuita in cambio di un contatto diretto con i rapitori. Forse anche per questo Maria Cristina Paun ha deciso di non chiamare subito le forze dell’ordine. È questo il motivo per cui la madre di Denisa è stata indagata per false informazioni al pubblico ministero.

Gli inquirenti ritengono che Denisa fosse già stata avvicinata da un gruppo criminale attivo a Roma che voleva costringerla a entrare in un giro di prostituzione gestito da romeni. I carabinieri stanno seguendo questa pista grazie all’analisi delle celle telefoniche, da cui risulterebbe che due smartphone si sarebbero “agganciati” brevemente ai telefoni della vittima la notte tra il 15 e il 16 maggio.

Per quanto riguarda invece l’avvocato di Reggio Calabria, alcuni testimoni lo accusano di una presunta ossessione per Denisa. Un'amica sostiene che lei lo avrebbe respinto più volte e che l'uomo avrebbe orchestrato la messinscena del presunto sequestro per manipolare la madre della vittima.

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