Kiev, 1 Giu 2025 - Prosegue l'offensiva russa su Kiev, ha reso noto il sindaco della capitale ucraina Vitaly Klitschko. “La difesa aerea è attiva nella capitale, a Obolon. I droni nemici continuano a entrare in città. Restate nei rifugi”, ha scritto Klitschko su Telegram riferendosi a uno dei 10 distretti amministrativi di Kiev.
L'Ucraina è tornata ad accusare la Russia di non volere la pace. “Da ieri sera l'Ucraina è sottoposta a massicci attacchi aerei, con missili balistici, da crociera e a grappolo, nonché centinaia di droni, che prendono di mira la popolazione in tutto il Paese” ha scritto il ministro degli Esteri Andrii Sybiha. “Mentre sostiene di prepararsi a degli incontri per discutere di pace, ciò che la Russia fa in realtà è attaccare, terrorizzare e distruggere” ha sottolineato. E non è un buon viatico per i colloqui di domani a Istanbul. “A proposito di incontri, la Russia non ha ancora inviato a noi, alla Turchia, agli Stati Uniti o a chiunque altro il suo cosiddetto ‘memorandum’. Nessuno sa nemmeno di cosa parleranno”, ha ricordato. “A differenza del mitico ‘memorandum’, possiamo vedere e sentire chiaramente i veri ‘messaggi’ della Russia: i suoi missili e droni”, ha insistito.
Sono state aperte indagini per terrorismo sulle esplosioni dei ponti nelle regioni di Bryan e Kursk. Lo ha riferito la portavoce del Comitato investigativo russo Svetlana Petrenko. “Questi incidenti sono qualificati come attacchi terroristici” ha detto ai giornalisti.
I due ponti sono crollati a causa di esplosioni: lo ha reso noto il comitato investigativo russo, come riporta la Tass. Secondo gli inquirenti sono state delle “esplosioni” a far crollare i ponti nelle regioni di KursK e Briansk, sul confine con l'Ucraina. In una dichiarazione della Commissione investigativa russa infatti si legge che ieri alle 22.50 locali il ponte stradale della regione di Briansk “è crollato a causa di un'esplosione”, mentre verso le tre del mattino, nella regione di Kursk, “il ponte ferroviario è stato anche fatto esplodere”.
Infatti, il gruppo Atesh ha sabotato una ferrovia nell'Oblast di Donetsk, nell'Ucraina occupata dai russi, interrompendo la logistica russa. Lo ha affermato il gruppo - come riporta il The Kyiv Independent - in un post su Telegram. I partigiani filo-ucraini 'hanno distrutto una cabina di derivazione sulla nuova linea ferroviaria Volnovakha-Mariupol, recentemente costruita dalle forze di occupazione e di conseguenza il traffico ferroviario è stato interrotto. Secondo quanto riferito da Atesh, la ferrovia viene utilizzata dalle forze armate russe per trasportare carburante, equipaggiamento e munizioni direttamente in prima linea.
Il presidente americano, Donald Trump, ha espresso la sua "delusione" per gli incessanti attacchi russi, che continuano a mietere vittime civili (otto nella giornata di oggi, tra cui una bambina di nove anni) mentre lui è impegnato ad arrivare a una pace. E venerdì un importante senatore repubblicano, Lindsey Graham, si è recato a Kiev, ha incontrato Zelensky e ha avvertito che Mosca verrebbe "colpita con durezza" dalle misure che, se il vertice di Istanbul fallirà, il Congresso è pronto a discutere già la settimana prossima. Graham ha accusato Putin di non avere un approccio negoziale serio e ha affermato di non aspettarsi nulla più che una "messinscena russa" dall'incontro del 2 giugno. Lo scetticismo ucraino sulle intenzioni del Cremlino appare ormai pienamente condiviso da Washington.
Riconoscere la Crimea come territorio russo "sarebbe un errore di portata epica" per gli Stati Uniti di Donald Trump. Lo ha detto Mike Pompeo, ex segretario di Stato della prima amministrazione Trump, intervenendo oggi al Forum per la Sicurezza del Mar Nero ad Odessa. "Capisco la frustrazione, non sono un ingenuo riguardo a quello che è fisicamente possibile in questo momento, ma questo non significa che uno debba dire 'rinunciamo a tutto', questa è una cosa che spero di comunicare", ha aggiunto il repubblicano che nel 2018, quando era nell'amministrazione Trump, firmò la dichiarazione sulla Crimea in cui si "riaffermava la politica Usa di rifiuto del riconoscimento delle rivendicazioni del Cremlino sul territorio occupato con la forza in violazione della legge internazionale".
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