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Ambiente: tutela, biodiversità e sviluppo sostenibile. La Sardegna al centro della strategia europea 30×30.

Cagliari, 17 Magg 2025 2015 - "L'obiettivo 30x30 non è un adempimento, ma una scelta politica forte, coerente con la visione che abbiamo del futuro della Sardegna. Una terra che fa della biodiversità la sua forza e del capitale naturale la base del suo sviluppo".

Con queste parole, l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, introduce l’impegno con cui la Regione Sardegna si sta muovendo nel quadro della strategia europea per la Biodiversità 2030 e della Strategia Nazionale approvata nel 2023.

L’obiettivo europeo 30x30, che prevede la protezione del 30% del territorio terrestre e marino entro il 2030, è riconosciuto dall’Assessorato regionale non solo come sfida, ma come opportunità concreta per rilanciare il ruolo della natura nella vita delle persone e nel sistema socioeconomico isolano. Aree protette, Rete Natura 2000, habitat prioritari, parchi terrestri e marini: sono questi gli strumenti attraverso i quali la Regione intende costruire una governance nuova, più inclusiva, scientificamente fondata e partecipata.

Un piano condiviso e coerente con le strategie europee, nazionali e regionali

L’azione della Regione Sardegna si fonda su una coerente integrazione tra la strategia UE per la biodiversità al 2030, che punta a riportare la natura nella nostra vita, la strategia nazionale per la Biodiversità, che assegna un ruolo chiave alle regioni per la tutela degli ecosistemi e delle specie e la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile (Sardegna2030) che individua nella tutela ambientale e nella valorizzazione del capitale naturale uno dei cinque pilastri dello sviluppo della Sardegna.

L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente ha avviato un programma articolato di azioni concrete, tra cui il rafforzamento delle competenze dei gestori delle aree protette e dei siti Natura 2000, la revisione del modello di governance delle aree protette, attraverso il confronto con enti locali e attori istituzionali e scientifici, la partecipazione a progetti strategici di livello europeo, come LIFE Natura, Mare Caldo (attraverso le Aree Marine Protette della Sardegna) e Abilas (con il coinvolgimento diretto dell’Agenzia FoReSTAS); l’attivazione di percorsi di sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione, anche in collaborazione con il mondo della scuola e della ricerca.

In linea con quanto previsto anche dalla nuova legge regionale n. 4/2025, recentemente approvata dal Consiglio Regionale, l’Assessorato sta attuando una revisione del quadro degli strumenti di tutela e di pianificazione delle aree protette, mirando a integrare le politiche forestali, faunistiche e agricole nella gestione della biodiversità, istituire nuove aree protette e aggiornare i perimetri esistenti secondo criteri ecologici e di rappresentatività oltre a sostenere lo sviluppo sostenibile delle comunità locali all’interno delle aree protette.

Il quadro normativo attuale, definito dalla legge quadro sulle aree protette (legge 394/1991), evidenzia oggi tutti i limiti di un impianto concepito oltre trent’anni fa, non più adeguato a rispondere alle sfide ambientali, sociali e gestionali che il presente impone.

La Regione sta già investendo nella formazione dei gestori, nel rafforzamento del monitoraggio ambientale, nella semplificazione degli strumenti amministrativi e nell’integrazione delle politiche ambientali con quelle agricole, culturali e turistiche.

"Abbiamo la responsabilità e l’ambizione di costruire un modello sardo di attuazione del 30x30, che sia radicato nei nostri territori, nella nostra storia ambientale, nella nostra visione di futuro, afferma l’assessora Laconi, non è solo una questione di percentuali, ma di qualità, efficacia e capacità di generare benessere per le persone e per la natura".

"Non possiamo chiedere alle comunità locali di proteggere il territorio senza offrire loro strumenti, risorse e prospettive. La transizione ecologica sarà credibile solo se sarà anche sociale, economica e partecipata", sottolinea ancora l’assessora Laconi.

Con un patrimonio ambientale straordinario, un alto livello di endemismo e un’identità territoriale forte, la Sardegna si candida a essere laboratorio di buone pratiche per il Mediterraneo, in grado di coniugare tutela della biodiversità e crescita inclusiva.

La Sardegna si propone così come esempio di regione che fa della tutela della biodiversità e della valorizzazione del capitale naturale il motore della transizione ecologica, in sintonia con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con il Green Deal europeo. Com

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