Cagliari, 15 Magg 2025 - L’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, ha espresso profonda preoccupazione e disappunto in merito alla proposta di legge 1887, attualmente all’esame della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, che introduce rilevanti modifiche al Codice dell’Ordinamento Militare. “La Sardegna non può continuare a sostenere il peso maggiore di scelte strategiche dello Stato senza un reale confronto istituzionale e senza la necessaria considerazione della propria specificità territoriale e ambientale”, dichiara l’assessora Laconi. Il provvedimento, infatti, contiene disposizioni che inciderebbero direttamente e in modo sproporzionato sul territorio sardo, che da tempo ospita la più alta concentrazione di servitù militari a livello nazionale, pari a oltre 200 chilometri quadrati distribuiti tra i poligoni di Teulada, Perdasdefogu-Quirra e Capo Frasca.
La proposta di legge introduce una clausola di compatibilità tra le disposizioni regionali in materia ambientale e le esigenze di sicurezza e difesa nazionale, senza tuttavia chiarire i criteri e le condizioni di applicazione. La formulazione prevista dalla proposta di legge 1887 rischia di subordinare, in modo indeterminato, l’efficacia delle normative regionali a una valutazione discrezionale e unilaterale da parte dello Stato. Particolarmente allarmante è la previsione secondo cui i siti militari e le aree addestrative permanenti verrebbero assimilati ai siti industriali dismessi. Una simile equiparazione comporterebbe, nei fatti, l’adozione di soglie di contaminazione del suolo più elevate - ad esempio metalli pesanti, idrocarburi o esplosivi residui - rispetto a quelle previste per uso residenziale o agricolo, riducendo le garanzie di tutela ambientale e sanitaria per la popolazione e per gli ecosistemi.
Inoltre, questo approccio si pone in evidente contrasto con quanto stabilito dall’art. 241-bis del medesimo decreto, che distingue le aree militari in funzione delle effettive attività svolte, applicando le soglie più permissive solo alle zone ad alta intensità addestrativa. L’estensione generalizzata di questo criterio a interi poligoni militari, come quelli presenti in Sardegna, comprometterebbe qualsiasi prospettiva di co-uso civile, turistico o produttivo, pregiudicando in via preventiva qualunque vocazione alternativa del territorio.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è rappresentato dalla disposizione che subordina alla previa autorizzazione dello Stato Maggiore della Difesa l’apposizione di vincoli ambientali e paesaggistici da parte delle Regioni. Una previsione che risulta ambigua nella sua portata applicativa, soprattutto in relazione ai vincoli già esistenti (come i SIC e le ZPS della Rete Natura 2000) e che soprattutto rischia di ledere le prerogative costituzionalmente garantite delle autonomie territoriali nella materia concorrente della tutela ambientale. “Non possiamo accettare che le aree militari vengano sottratte alla valutazione ambientale regionale con un automatismo che nega ogni possibilità di concertazione istituzionale”, ha aggiunto l’assessora Laconi. “Non si tratta di limitare la sicurezza nazionale ma di garantire un equilibrio responsabile e rispettoso delle competenze e dei diritti delle comunità locali”.
L’esponente della Giunta Todde evidenzia che la proposta avrebbe ricadute gravi e inaccettabili per la Sardegna, chiamando in causa l’intera comunità regionale e le sue istituzioni di fronte a una minaccia concreta alla tutela del territorio e dei diritti ambientali.
“Non si può accettare che, a un quadro di grave svantaggio strutturale riconosciuto come l’insularità, lo Stato, anziché intervenire per mitigarne gli effetti, aggiunga nuove penalizzazioni, ora di carattere ambientali e istituzionali. La proposta di legge all'esame della Commissione Difesa rappresenta un ulteriore atto unilaterale che acuisce divario e distanza tra lo Stato e la nostra Regione, imponendo alla Sardegna ulteriori sacrifici senza garanzie di alcuna tutela”, spiega l’assessora.
La Regione Sardegna si aspetta che, nel corso dell’esame parlamentare, la proposta venga profondamente modificata, con la soppressione delle disposizioni che assimilano i poligoni militari a siti industriali dismessi, che limitano le competenze ambientali delle Regioni e che subordinano la tutela del paesaggio al preventivo assenso dello Stato Maggiore della Difesa. La tutela della sicurezza nazionale non può e non deve essere perseguita a scapito della tutela ambientale, dei diritti delle comunità locali e del patrimonio naturale di una delle regioni più straordinarie e vulnerabili del Mediterraneo. Com
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