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Israele occuperà tutta Gaza, Netanyahu: “I civili? Saranno spostati”.

Cagliari, 6 Magg 2025 - Il governo israeliano ha deciso di lanciare "un'operazione massiccia a Gaza, su raccomandazione del capo di Stato maggiore, Eyal Zamir, per distruggere Hamas. Pensa che ci aiuterà a liberare gli ostaggi e sono d'accordo con lui". Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio pubblicato su X. 

Netanyahu ha affermato che la popolazione di Gaza "sarà trasferita per proteggerla" e che qualsiasi territorio le forze israeliane conquisteranno non verrà ceduto in seguito. Nel video il premier cita anche la decisione di non istituire una commissione statale d'inchiesta sul 7 ottobre, affermando: "Dobbiamo farlo, ma alla fine della guerra. Siamo alla vigilia di un'invasione massiccia di Gaza, secondo le raccomandazioni dello Stato maggiore. Poi la esamineremo e sarà necessario un esame politico, a partire dal primo ministro e dallo staff".

La tv yemenita Al Masirah ha riferito che due persone sono state uccise e altre 42 sono rimaste ferite in un attacco israeliano contro una fabbrica di cemento nella città di Bajil. Israele ha dichiarato di aver preso di mira il porto di Hodeidah e la fabbrica Bajil con 20 aerei da combattimento e una cinquantina di bombe. I fatti sono avvenuti il giorno dopo che gli Houthi hanno lanciato un missile nei dintorni dell'aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv.

Centinaia di persone si sono radunate fuori dalla Knesset, il parlamento israeliano, e hanno protestato contro il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo governo, chiedendo un accordo per il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. La protesta ha avuto luogo mentre il gabinetto israeliano approvava il piano di occupazione dell'intera Striscia di Gaza e di rimanere nel territorio palestinese per un periodo di tempo non specificato. 

“Non c'è motivo di continuare con questa guerra. Quello che abbiamo fatto per un anno e mezzo, l'ultimo anno e mezzo e non ci siamo riusciti, non saremo in grado di farlo ora“, ha detto Miri Wolf, una manifestante. ”Il governo israeliano vuole solo tenere la striscia di Gaza e fare un nuovo insediamento lì. Resteranno lì, i soldati verranno uccisi e gli ostaggi torneranno in sacchi neri". 

Il nuovo piano, che secondo i funzionari dovrebbe aiutare Israele a raggiungere i suoi obiettivi di guerra, prevede anche che centinaia di migliaia di palestinesi si trasferiscano nel sud di Gaza. Da quando, a metà marzo, Israele ha posto fine al cessate il fuoco con il gruppo militante di Hamas, ha scatenato feroci attacchi sul territorio che hanno provocato centinaia di morti, conquistando ora circa il 50% del territorio di Gaza.

Il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è "allarmato" dal piano adottato dal gabinetto di sicurezza israeliano per un ampliamento delle operazioni militari volte alla "conquista" della Striscia di Gaza. 

“È allarmato da queste notizie di piani israeliani per ampliare le operazioni di terra e prolungare la presenza militare a Gaza", ha affermato il portavoce Farhan Haq. "Questo porterà inevitabilmente a un numero incalcolabile di altri civili uccisi e all'ulteriore distruzione di Gaza", ha aggiunto, sottolineando che "Gaza è e deve rimanere parte integrante di un futuro Stato palestinese".

L'Unione europea è "preoccupata per l'estensione delle operazioni delle forze israeliane a Gaza, che porterà a ulteriori vittime e nuove sofferenze per la popolazione palestinese". Lo ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso del briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles. "Esortiamo Israele ad esercitare moderazione", ha aggiunto. "L'Alto rappresentante ha chiaramente indicato che i negoziati sono l'unica via", ha poi osservato. "È essenziale un ritorno al cessate il fuoco, che conduca alla liberazione degli ostaggi e alla fine delle ostilità", ha inoltre dichiarato il portavoce Ue. Infine, l'Unione chiede lo sblocco della distribuzione degli aiuti umanitari e il ripristino dei servizi essenziali a Gaza.

La papamobile trasformata in una piccola stazione sanitaria mobile per i bambini di Gaza. È quanto ha chiesto Papa Francesco alla Caritas Gerusalemme, prima della sua scomparsa. Lo riferisce il Sir spiegando che l'auto è stata messa a disposizione della Caritas gerosolimitana che la sta già allestendo con l'aiuto di Caritas Svezia. ''Con il veicolo, saremo in grado di raggiungere i bambini che oggi non hanno accesso, nel momento in cui il sistema sanitario di Gaza è quasi completamente al collasso'', afferma Peter Brune, segretario generale di Caritas Svezia. Il veicolo sarà gestito da un autista e da medici. Al suo interno attrezzature per la diagnosi, l'esame e il trattamento, tra cui test rapidi per le infezioni, kit di sutura, siringhe e aghi, fornitura di ossigeno, vaccini e un frigorifero per i medicinali.

Quando il corridoio umanitario verso Gaza riaprirà, sarà pronto a fornire assistenza sanitaria di base ai bambini di Gaza. Da più di due mesi, infatti, l'esercito israeliano non permette l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e i più colpiti sono proprio i bambini, la cui vita è a rischio a causa di fame, infezioni e altre malattie. ''Questo veicolo rappresenta l'amore, la cura e la vicinanza dimostrati da Sua Santità per i più vulnerabili, che ha espresso durante tutta la crisi'', afferma al Sir Anton Asfar, segretario generale di Caritas Gerusalemme, che rilancia un forte appello per ''un cessate il fuoco immediato e duraturo. Il nostro lavoro a Gaza è una testimonianza del nostro impegno incrollabile per la salute e il benessere della comunità, anche nelle condizioni più difficili''.

La Caritas di Gerusalemme ha una lunga storia di assistenza sanitaria a Gaza in condizioni difficili. L'organizzazione ha più di cento dipendenti sul campo e ha intrapreso una missione per fornire un totale di 14 équipe mediche in tutta la Striscia di Gaza. Di queste squadre, dodici sono di stanza nelle regioni meridionali di Gaza, mentre due lavorano attivamente a Gaza City. Questa distribuzione strategica è progettata per massimizzare la portata dei servizi di assistenza sanitaria di base in tutta la Striscia.

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