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A Guasila padre e figlio arrestati dai Carabinieri della Stazione del paese per furto aggravato di tegole antiche.

Guasila (SU), 7 Mar 2025 – Da tempo nelle campagne di Guasila e delle zone limitrofe si registravano strani furti: vecchi casolari abbandonati venivano depredati, con i tetti smantellati e le tegole antiche sparite nel nulla. Un fenomeno insolito, che ha spinto i Carabinieri della Stazione di Guasila ad avviare una serie di servizi di osservazione e controllo mirati, con l’obiettivo di intercettare i responsabili e fermare l’ondata di furti.

La svolta è arrivata questa notte, quando i militari, impegnati in un pattugliamento mirato nelle zone rurali, hanno individuato due uomini all’opera in un casolare di località “Santa Bona Pasqua”. E questi, approfittando della tranquillità della notte, nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato e salvo ulteriori approfondimenti, stante la fase attuale delle indagini preliminari, un 64enne e un 20enne, entrambi muratori del posto, erano intenti a smontare con cura il tetto e caricare su un furgone 217 tegole antiche di tipo sardo, strappate alla struttura recintata e chiusa.

A quel punto, l’intervento dei militari del paese è stato immediato: i due sono stati bloccati in flagranza di reato, con l’accusa di furto aggravato. Ma la scoperta più interessante è arrivata con la perquisizione domiciliare: nelle loro abitazioni, infatti, sono state trovate altre 826 tegole dello stesso tipo, il che lascia spazio al supporre che il furto fosse solo l’ultimo di una lunga serie. Pertanto il materiale è stato posto sotto sequestro, in attesa di accertamenti sulla provenienza e sull’eventuale coinvolgimento dei due arrestati in altri episodi analoghi.

Il danno arrecato al proprietario del casolare, un 86enne di Guasila, è ancora in fase di quantificazione, mentre l’Autorità Giudiziaria è stata informata dei fatti. Quindi padre e figlio, dopo le formalità di rito, sono stati condotti in Tribunale per il rito direttissimo, dove il giudice sarà chiamato a esprimersi sulla loro posizione.

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