Gaza, 8 Feb 2025 - I tre ostaggi israeliani sono stati tenuti in mostra per diversi minuti, affiancati da combattenti di Hamas armati e con il volto coperto, sul palco allestito dall'organizzazione a Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, prima di essere consegnati alla Croce Rossa. Ohad Ben Ami, 56 anni, è stato il primo a essere portato fuori dal veicolo di Hamas, seguito da Eli Sharabi, 52 anni, eOr Levy, 34 anni. Mentre si trovavano in piedi sul palco, i tre - diversamente da come appaiono nella foto - sono apparsi visibilmente pallidi e magri dopo 16 mesi di prigionia e sono stati costretti a rilasciare dichiarazioni di propaganda. "Dico alle famiglie dei prigionieri di uscire e protestare", ha detto Ben Ami. "Chiedo al governo israeliano di procedere con il secondo e il terzo accordo in modo che tutti i prigionieri possano tornare a casa. Chiedo alle famiglie di essere forti", ha aggiunto.
Eli Sharabi, 52 anni, era stato sequestrato insieme al fratello Yossi nel kibbutz Beeri, vicino al confine della Striscia di Gaza, il 7 ottobre del 2023. La moglie e due figlie erano state uccise nella stanza di sicurezza della loro casa. Yossi è stato ucciso durante il sequestro. Il suo corpo rimane nelle mani di Hamas. Lui non ha mai saputo della morte della moglie e delle due figlie durante la prigionia. "Sono molto arrabbiato con il governo israeliano. Spero davvero che l'accordo continui fino alla seconda e terza fase. Sono molto felice di tornare dalla mia famiglia e dai miei amici oggi, e spero davvero di vederli presto. Voglio che i miei amici che sono rimasti qui tornino presto'', ha affermato Sharabi.

Or Levy, 34 anni, residente a Rishom Le Ziom, a sud di Tel Aviv, era al rave Supernova, vicino al kibbutz di Reim, quando è stato rapito. La moglie Einav era stata uccisa durante l'attacco. Il suo corpo era stato ritrovato nel rifugio in cui aveva cercato di nascondersi con il marito. Il figlioletto Almong, da allora è con i nonni.
Sullo sfondo, un grande cartello con scritte in arabo, ebraico e inglese che recitavano: "Noi siamo il diluvio, la guerra è il giorno dopo", un apparente messaggio al presidente statunitense Donald Trump che questa settimana ha detto che gli Stati Uniti avrebbero preso il controllo di Gaza dopo che i suoi residenti fossero stati mandati altrove, commenta il Times of Israel. Prima del rilascio, un funzionario della Croce Rossa ha firmato i documenti per la liberazione dei tre con il capo della sicurezza di Hamas.
Anche sette ex detenuti palestinesi appena rilasciati da Israele tra i feriti giunti al valico di Rafah con l'Egitto per essere sottoposti a cure mediche. Lo ha affermato la ong che si occupa dei prigionieri, il Palestinian Prisoners' Club, e lo confermano fonti della sicurezza egiziana.
Secondo la ong, "tutti i prigionieri che sono stati rilasciati oggi hanno bisogno di cure mediche, trattamenti ed esami a causa della brutalità a cui sono stati sottoposti negli ultimi mesi. Sette sono stati trasferiti in ospedale". Anche la Mezzaluna rossa palestinese ha confermato la circostanza. A Rafah sono arrivati finora 12 feriti e circa 25 accompagnatori provenienti dalla Striscia di Gaza, mentre resta chiuso per il secondo giorno il valico di Kerem Shalom.
Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha lanciato un appello affinché i prossimi scambi di prigionieri tra Israele e Hamas siano "dignitosi e privati", a seguito delle polemiche innescate dalla cerimonia di liberazione dei tre ostaggi israeliani apparsi visibilmente provati fisicamente dalla prigionia a Gaza.
Il nuovo presidente libanese Joseph Aoun e il primo ministro da lui nominato Nawaf Salam hanno firmato, dopo tre settimane di difficili trattative, il decreto di costituzione del governo, secondo il quale la squadra sarà composta da 24 membri. Lo rende noto l'Orient le Jour. Il presidente Joseph Aoun ha firmato tre decreti, ha dichiarato la presidenza in un post su X, uno "che accetta le dimissioni del governo del primo ministro (ad interim) Najib Mikati", un altro "che incarica il primo ministro Nawaf Salam di formare il governo" e l'ultimo "per formare un governo di 24 ministri".
Il nuovo governo deve essere di "salvezza e riforme", ha annunciato il primo ministro libanese designato Nawaf Salam dal palazzo presidenziale di Baabda. Il premier nel suo discorso, riportato da l' Orient le Jour, ha insistito sul fatto che "le riforme sono l'unica via per un vero cambiamento, insieme alla sicurezza, all'attuazione della risoluzione 1701 e al ritiro israeliano" dai villaggi e dalle aree ancora occupate nel Libano meridionale. "Voglio instaurare lo stato di diritto, gettando così le basi per le riforme e la salvezza, per lanciare con il presidente il progetto di un nuovo Libano", ha detto Nawaf Salam. "È necessario ripristinare la fiducia tra governo e popolo, in particolare dimostrando di essere all'altezza delle ambizioni dei giovani", ha proseguito Salam, e "voglio ripristinare la fiducia tra il Libano e i paesi vicini". "Nessuna versione di governo può soddisfare tutti, ma questa squadra lavorerà in armonia e non sarà un luogo di dissenso ma di lavoro", ha assicurato ancora. Del governo di Nawaf Salam fanno parte cinque donne, contro una sola del governo precedente. Il governo di Hassane Diab, formato nel gennaio 2020, comprendeva sei donne.
Il presidente libanese Joseph Aoun, che ha goduto del sostegno degli Stati Uniti come comandante dell'esercito, è stato eletto presidente il 9 gennaio e ha nominato Salam per formare un nuovo governo pochi giorni dopo. Salam era stato a capo della Corte internazionale di giustizia. La nomina di Salam è stata l'ultimo segnale di un drammatico cambiamento nell'equilibrio di potere in Libano, dopo i duri colpi inferti da Israele a Hezbollah, l'estromissione a dicembre dell'alleato siriano di Hezbollah Bashar al-Assad e l'elezione di Aoun il mese scorso. Il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, ha dichiarato venerdì che gli Stati Uniti considerano il coinvolgimento di Hezbollah nel nuovo governo una "linea rossa" e hanno ringraziato Israele per aver inferto colpi devastanti al gruppo, in una dichiarazione controversa che ha scatenato proteste nel Paese dei Cedri. Ma alla fine, all'alleato di Hezbollah, Amal, guidato dal presidente del Parlamento Nabih Berri, è stato permesso di scegliere quattro membri del nuovo governo, tra cui il ministro delle finanze Yassin Jaber considerato vicino a Hezbollah, e di dare il suo consenso a un quinto.
Il governo è ora incaricato di redigere una dichiarazione politica, ovvero una panoramica generale dell'approccio e delle priorità del prossimo governo, e avrà poi bisogno di un voto di fiducia dal parlamento libanese per essere pienamente autorizzato.
Comments are closed.