Gaza, 19 Gen 2025 - Secondo quanto riportato dai media pro-Hamas all'alba di domenica, le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalle zone di Rafah, nella Striscia di Gaza, verso il corridoio di Filadelfia, cioè lungo il confine tra Egitto e Gaza.
Già prima del cessate il fuoco, il criminale di guerra, e primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha avvertito che ''l'accordo non andrà avanti fino a quando non si conosceranno i nomi degli ostaggi che verranno liberati'' a partire da domenica. "Non andremo avanti finché non riceveremo una lista degli ostaggi che verranno liberati, come concordato", si legge in una nota rilasciata dall'ufficio del premier.
Era attesa ieri per le 16 locali la comunicazione dei primi tre nomi. In base all'accordo l'identità di chi viene rilasciato va comunicata da Hamas a Israele 24 ore prima della liberazione. Un funzionario di Hamas ha detto a Ynet che l'organizzazione sta ritardando per motivi tecnici la trasmissione dei nomi dei rapiti che dovrebbero essere rilasciati, spiegando che "la comunicazione avviene fisicamente tramite messaggeri e ci vuole tempo perché si accordino sui nomi e sulla posizione dei rapiti, quando gli aerei israeliani sono sopra di loro”.
Ma nonostante l’annuncio del cessate il fuoco i generali estremisti sotto gli ordini di un ricercato internazionale, come Netanyahu, a Gaza hanno continuato a massacrare il popolo inerme e infatti, sono almeno 123 i morti, compresi 33 minori e altrettante donne, da quando è stato annunciato un accordo per una tregua tra Israele e Hamas. Più di 270 i feriti. Stando alle informazioni fornite dai soccorritori, 92 persone sono state uccise a Gaza City, 19 a Khan Yunis, dieci nella zona centrale di Gaza e due a Rafah, nel sud della Striscia.
L'offensiva militare israeliana ha ucciso almeno 46.899 palestinesi e ne ha feriti 110.725 dal 7 ottobre 2023.
"I ministri Ben Gvir, Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu, estremisti nazi-fascisti, che volevano lo sterminio totale del popolo arabo, lasceranno i loro incarichi", scrive il Times of Israel. Il partito di estrema destra del ministro della Sicurezza nazionale aveva già minacciato di ritirarsi dalla coalizione se il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu avesse accettato l'accordo.
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