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Oggi e domani il Consiglio Ue, sul tavolo l’ok ai nuovi vertici. Weber: “Includere l’Italia nelle nomine”.

Bruxelles, 27 Giu 2024 – Tre sono le decisioni particolarmente importanti attese da questo vertice, secondo quanto ha indicato lo stesso Michel: “In primo luogo, adotteremo l'Agenda strategica. Fedele al suo ruolo previsto dai Trattati, il Consiglio europeo” con questa agenda “definirà le priorità e fisserà gli orientamenti strategici dell'Unione per i prossimi cinque anni, guidando così il lavoro della prossima legislatura. In secondo luogo - continua il presidente del Consiglio europeo -, determineremo la via da seguire per quanto riguarda le riforme interne e, in terzo luogo, concorderemo le nomine istituzionali”, ovvero il nuovo presidente del Consiglio europeo, il nuovo Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune, e la designazione del candidato o della candidata presidente della Commissione europea, che dovrà essere poi confermata dal voto in plenaria del Parlamento europeo. 

L'atteggiamento da tenere con l'Italia e Giorgia Meloni e gli schemi di una maggioranza a favore del bis sono stati i temi principali del vertice del Ppe tenutosi questa mattina prima del Consiglio europeo. Ma la riunione è stata anche l'occasione per fare quadrato all'interno dei Popolari sul voto che si terrà in Plenaria a luglio. Il rischio dei franchi tiratori, viene spiegato da fonti interne, appare anche alto. E la somma finale potrebbe variare, nel caso la bilancia dell'alleanza del Ppe penda troppo verso Ecr o troppo nel senso opposto, quello dei Verdi.

Non è un caso, infatti, che gli emissari di Ursula von der Leyen, a margine della riunione, hanno avuto un incontro riservato con Francois-Xavier Bellamy, tra i leader dei Republicains che non hanno scelto di seguire il presidente Eric Ciotti nell'alleanza con Marine Le Pen in Francia. Les Republicains, tuttavia, rappresentano una delle delegazioni che, già al Congresso del Ppe di Bucarest, non avevano votato von der Leyen. Sul fronte dell'accordo tra i leader sui top jobs, al termine del vertice è filtrato un certo ottimismo. “Ci siamo quasi” ha spiegato il presidente cipriota Nikos Christodoulides.

Sulle nomine dei vertici delle istituzioni Ue “non vediamo l'ora di avere un accordo durante questo Consiglio europeo, come Parlamento europeo siamo pronti a prendere le decisioni necessarie”. Una volta raggiunto l'accordo tra i capi di Stato e governo, “lo faremo”. Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a margine del Consiglio europeo a Bruxelles.

Sarà il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, a quanto si apprende da qualificate fonti europee, a decidere la coreografia del voto sui top jobs comunitari. Michel prenderà una decisione dopo aver “valutato lo stato dell'arte” al tavolo dei leader. Da un punto di vista formale, le nomine dei tre vertici delle istituzioni Ue sono differenti.

La presidente della Commissione viene “proposta” dal Consiglio europeo al Parlamento Ue. Il presidente del Consiglio europeo viene “eletto” a maggioranza qualificata dal Consiglio stesso. La nomina sull'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera è invece legata a doppio filo con quella del numero uno di Palazzo Berlymont, visto che il Consiglio europeo la “propone, sentito il parere del presidente della Commissione”.

In teoria, Michel potrebbe proporre ai 27 un voto unico sull'intero pacchetto. Tuttavia, questo non è previsto dai Trattati, quindi basterebbe che un solo Stato membro si opponga per far saltare l'ipotesi.

Sull'accordo raggiunto tra i tre gruppi politici Ppe, S&d e Renew sui tre nomi per i vertici europei “la chiara speranza è, ovviamente, che possano contare su una maggioranza in Parlamento”. L'intesa “raggiunta tra queste tre famiglie di partiti è solo una posizione, ne discuteremo attentamente ed equamente con i nostri buoni amici in Europa. Tutti e 27 sono ugualmente importanti. Il Consiglio europeo e gli Stati membri devono avanzare saggiamente una proposta che possa contare sulla maggioranza del Parlamento”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al summit Ue a Bruxelles.

“No a qualsiasi tipo di alleanza con Ecr di Giorgia Meloni e con Id di Le Pen e Salvini. Per noi non è quella la strada, non si possono fare alleanze con loro”: a dirlo è stata la segretaria del Pd Elly Schlein a margine del pre-vertice dei Socialisti Ue a Bruxelles. “Se bisogna allargare la maggioranza, per noi sarebbe importante allargarla con altre famiglie democratiche come i Verdi europei, con cui ci sono tanti obiettivi condivisi come la difesa del Green Deal” ha spiegato Schlein.

Renew Europe è "soddisfatto della possibile “nomina di Kaja Kallas come Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza. Ha una forte vocazione internazionale e con la sua esperienza è la scelta migliore in questi tempi difficili, la soluzione migliore per affrontare le sfide che abbiamo di fronte” dice Valérie Hayer, capogruppo dei liberali di Renew al Parlamento europeo, in arrivo al pre-vertice del gruppo prima del Consiglio europeo a Bruxelles.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, è al prevertice dei socialisti Ue a Bruxelles. Alla riunione, oltre a Schlien, è atteso il cancelliere tedesco Scholz, la capogruppo dei Socialisti Ue, Iratxe Garcia Perez, e il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni con tutti i vertici del Partito socialista europeo.

“Noi ritentiamo che per quanto riguarda l'Italia, debba esserci un vicepresidente e un portafoglio di rilievo. Cosa che spetta alla seconda manifattura d'Europa, che spetta a un Paese fondatore. Un Paese che ha una stabilità di governo per i prossimi tre anni e mezzo, quindi a differenza di altri credo che l'Italia possa svolgere un ruolo fondamentale nel contesto comunitario nei prossimi anni”. Lo ha dichiarato il vice presidente e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al pre-vertice del Ppe.

“L'Italia è paese del G7, è un Paese leader nell'Unione Europea. Apprezzo molto tutto il contributo del governo italiano sotto la guida di Antonio Tajani e Giorgia Meloni ed è per questo che ritengo fondamentale per l'Ue” che vi sia un “processo inclusivo” sulle nomine, che “tenga conto anche degli interessi italiani”: mette in chiaro il presidente dei Popolari Ue, Manfred Weber, al suo arrivo al pre-vertice del Ppe.

“Il Consiglio europeo si occuperà poi del tema della sicurezza e difesa, dove però gli Stati membri sono divisi tra quelli che prospettano nuovi strumenti, compreso il debito comune, per finanziare una vera e propria politica industriale europea della Difesa, e quelli (Germania e paesi nordici) che non ne vogliono neanche sentir parlare. Originariamente, la Commissione doveva presentare un documento con diverse opzioni per finanziare la base industriale, poi si è parlato di una lettera, ora ci sarà solo un rapporto orale di von der Leyen. Si parlerà comunque della possibilità di ricorrere alla Banca europea degli investimenti (Bei), che però attualmente, per statuto, non può finanziare la spesa militare”.

“Quest'anno - rivendica il presidente del Consiglio europeo - siamo stati ambiziosi e coraggiosi, convogliando verso il sostegno all'Ucraina i profitti straordinari generati dagli asset russi immobilizzati. Per i prossimi anni, insieme ai partner del G7, garantiremo prestiti per l'Ucraina per ulteriori 50 miliardi di euro”, proprio grazie ai proventi degli asset russi congelati. “È inoltre imperativo intensificare il nostro sostegno militare all'Ucraina, concentrandoci sulla difesa aerea, sulle munizioni e sui missili. Inoltre, dobbiamo continuare a raccogliere un ampio sostegno internazionale per una pace giusta in Ucraina basata sulla Carta delle Nazioni Unite”.

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